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Centrale rischi finanziari: che cos'è e chi può consultarla

La Centrale rischi finanziari (Crif) è un’azienda che gestisce le informazioni dei sistemi creditizi che certificano insolvenze e ritardi nei pagamenti da parte di imprese e cittadini

Centrale rischi finanziari: che cos'è e chi può consultarla

Nel gergo comune si parla di segnalazione al Crif, ossia alla Centrale dei rischi finanziari, azienda che gestisce una banca dati nella quale sono inseriti i comportamenti creditizi di persone e imprese. Il Crif è, in parole spicce, un istituto che raccoglie in un database le informazioni che riguardano i crediti concessi dalle banche o da altri istituti al fine di ricostruire uno storico composto dalla puntualità con cui il credito è stato restituito, da eventuali ritardi nel saldare una rata ma anche da informazioni riguardanti crediti non concessi.

Il Crif e le segnalazioni

Come detto, il Crif ossia la Centrale rischi finanziari, è un’azienda che gestisce una base di dati nella quale sono raccolte e gestite informazioni relative ai rapporti creditizi di persone e imprese. La funzione primaria del Crif è la verifica dell’affidabilità di chi chiede un prestito a una banca o a un altro istituto di credito ma, come vedremo, i dati sono appannaggio anche di altre aziende. Le informazioni raccolte dal Crif provengono da banche e società finanziarie che aderiscono a titolo volontario e riguardano lo storico dei prestiti richiesti, di quelli in corso, della puntualità dei pagamenti, dei protesti e degli insoluti. A chiunque richiede un prestito viene associato un punteggio di affidabilità che sale a fronte di comportamenti corretti e puntuali e scende laddove si sono registrati problemi di natura finanziaria, suggeriti da comportamenti pregressi. Si usa spesso il termine “cattivi pagatori” anche se è fuori misura tant’è che, per essere segnalati al Crif, può essere sufficiente avere avuto dei problemi di lieve entità nel restituire un prestito, per esempio avendo pagato alcune rate in ritardo.

Essere segnalati coincide con difficoltà avute nel restituire un prestito o nel pagamento di rate.

Cosa implica una segnalazione al Crif

Il cittadino oppure l’azienda segnalati al Crif possono essere oggetto di problemi allorquando richiedono un prestito o un credito. Ci sono anche altre conseguenze, tra le quali:

  • aumento dei tassi di interesse: chi è ritenuto un cattivo pagatore può trovare poco spazio di manovra nel negoziare l’interesse di un prestito
  • effetti negativi sulla reputazione: una segnalazione al Crif può rimanere attiva per diversi anni andando così a impattare negativamente sulla reputazione del segnalato e avere ripercussioni anche nello stipulare un contratto di affitto o altri tipi di contratti di vendita rateale
  • impossibilità di essere garanti per terzi: una segnalazione può ridurre le possibilità del segnalato di proporsi come garante per un prestito richiesto da altri, per esempio da un famigliare.

Le banche o gli istituti di credito che intendono segnalare un cliente al Crif devono informarlo in forma scritta.

Le dinamiche delle segnalazioni

Occorre fare un po’ di chiarezza, perché non basta saltare una rata di rimborso di un prestito per essere segnalati, ipotesi che subentra quando si saltano rate per 60 giorni di fila (ovvero due mesi) e, ancora, il debitore ha ulteriori 15 giorni di tempo per saldare il dovuto prima che il creditore possa segnalarlo.

Va anche specificato che la segnalazione non scatta a fronte di protesti di assegni o cambiali oppure per il mancato pagamento di tasse o cartelle dell’Agenzia delle entrate.

Come conoscere il proprio stato

Persone fisiche e aziende possono conoscere il loro stato presso il Crif compilando un formulario apposito per la visura la quale, se svolta a titolo personale una volta l'anno, è gratuita. Chi invece volesse prendere informazioni su un potenziale cliente, laddove autorizzato per legge, può procedere indicando il tipo di verifica che si vuole effettuare e inserire tutti i dati anagrafici richiesti, oltre alla documentazione che si rende necessaria a seconda del singolo caso. Il costo del servizio varia da 4 euro a 10 euro.

Chi può consultare i dati

Ci sono molte aziende che possono inviare segnalazioni e consultare il Crif e altre che possono solo consultare il database per stabilire se un potenziale cliente è da considerare a rischio. Tra queste figurano soprattutto.

  • le banche (anche quelle estere)
  • le società finanziarie e gli intermediari, inclusi gli istituti di leasing e di factoring
  • privati che esercitano attività commerciali

Tra le aziende che possono consultare i dati figurano invece:

  • compagnie di assicurazioni
  • fornitori di energia e gas
  • società telefoniche

I dati possono anche essere consultati dall’autorità giudiziaria.

La rimozione delle segnalazioni

Le segnalazioni vengono rimosse secondo tempistiche che variano in base alle leggi vigenti. Tuttavia, per esempio, un cittadino che avesse saldato il dovuto pure avendo accumulato dei ritardi, può chiedere al Crif di rettificare i dati che lo riguardano.

In assenza di una richiesta di rettifica, l’avere saldato le rate pregresse di un prestito non coincide con la cancellazione della segnalazione.

Le tempistiche più comuni sono:

  • per i finanziamenti con rimborsi mai completati: la cancellazione avviene 36 mesi dopo la data della fine del contratto. In questi casi la nomea di cattivo pagatore viene conservata per 5 anni, i tempi utili allo svolgimento di eventuali iter giudiziari
  • i ritardi di due rate di un rimborso vengono cancellati dopo 12 mesi a partire dal momento in cui il debito è stato interamente saldato
  • i ritardi di più di due rate di un rimborso vengono cancellati dopo 24 mesi a partire dal momento in cui il debito è stato interamente saldato
  • i finanziamenti rifiutati restano nel database per sei mesi

Per evitare soprese spiacevoli è utile che persone e aziende optino per una visura periodica, perché chi effettua segnalazioni non è sempre esente da errori.

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