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Orari delle visite e stop a prescrizioni facili: il piano del governo per le liste d’attesa

L'obiettivo è quello di affrontare il principale problema che affligge la sanità italiana: le interminabili liste d'attesa

Orari delle visite e stop a prescrizioni facili: il piano del governo per le liste d’attesa

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Orari delle visite e stop a prescrizioni fragili: il piano del governo per le liste d’attesa

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Buone notizie per coloro che usufruiscono del Servizio sanitario nazionale, l’esecutivo si prepara a varare un piano che vale fino a 600 milioni di euro all'anno. Il tutto verrà ripetuto fino al termine della legislatura, con l'obiettivo di affrontare il principale problema che affligge la sanità italiana: le interminabili liste d'attesa. I fondi investiti compenseranno il lavoro aggiuntivo dei professionisti sanitari e aiuteranno ad acquisire prestazioni dalle strutture private nel caso in cui gli ospedali pubblici non fossero in grado di far fronte autonomamente. Ecco tutti gli aggiornamenti in merito alla misura.

I finanziamenti e le novità

I finanziamenti per questo piano non verranno distribuiti direttamente alle Regioni. Questa volta, saranno assegnati direttamente dal ministero della Salute alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL), sulla base di un attento monitoraggio delle situazioni in cui le code per esami come radiografie, TAC o ricoveri risultino particolarmente lunghe. Si prevede inoltre di facilitare i calendari delle prenotazioni di ospedali pubblici e strutture private convenzionate, consentendo ai Centri Unici di Prenotazione (CUP) di indirizzare le richieste dei cittadini dove c'è disponibilità di posti.

L’appropriatezza prescrittiva

Un’altra novità riguarda una parte più complessa del piano che potrebbe portare risultati significativi nel medio-lungo periodo, si tratta della "appropriatezza prescrittiva". L'appropriatezza è una dimensione della qualità dell'assistenza e, data la sua complessità e multidimensionalità, sono molti i termini ad essa correlati, quali efficacia, efficienza, equità, necessità clinica, variabilità geografica della pratica clinica. Attualmente i medici prescrivono esami e visite in più per tutelarsi, anche quando questi non sono necessari, a volte, però l’iperprescrizione contribuisce ad allungare ancora di più le liste d’attesa. Così si è pensato di affidare all’Istituto superiore di Sanità il compito di definire le linee guida sui percorsi di cura in cui saranno definite le prestazioni da prescrivere per evitare sprechi.

La prospettiva politica

Il piano sulle liste d’attesa verrà sviluppato tramite un decreto legge che arriverà prima delle elezioni europee di giugno. Sulla questione il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affermato: “Stiamo lavorando a un provvedimento sulle liste d’attesa, con un’attenzione particolare alle regioni che hanno un’alta mobilità passiva. Ossia quando” per curarsi una persona “si deve trasferire e la sua regione paga l’altra”.

Le liste d’attesa

Le lunghe liste d'attesa sono particolarmente concentrate in alcune regioni del Paese, soprattutto nel Sud, e di conseguenza i pazienti si spostano principalmente da luoghi come Campania, Calabria e Sicilia verso ospedali situati in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, generando un flusso di denaro che nel 2022 ha superato i 2,7 miliardi di euro solo per i ricoveri.

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