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Pace fiscale e rottamazione cartelle: tutte le novità

Rottamazione delle cartelle sotto i mille euro e rateizzazione del dovuto nel 2022. La legge di Bilancio cristallizza l'idea di rapporto più morbido tra fisco e contribuenti

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L’esecutivo, così come ha spiegato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, cerca un rapporto rinnovato tra fisco e contribuenti e la manovra ne tiene debito conto. Prendono così forma le idee già palesate dal governo due settimane fa che non prevedono sanatorie vere e proprie ma facilitazioni affinché i soggetti fiscali possano regolarizzare le rispettive posizioni con l’erario.

La linea adottata è quella della rottamazione delle cartelle relative ai crediti orami non più esigibili e la rateizzazione senza sanzioni e interessi delle imposte da versare.

La rottamazione delle cartelle

Le cartelle emesse fino al 2015 e inferiori ai 1.000 euro verranno cancellate. Il governo ha tenuto conto del fatto che si tratta per lo più di crediti ragionevolmente inesigibili, così come spiegato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo che ha illustrato la linea della pace fiscale soffermandosi sul fatto che, secondo la Corte dei conti, le cartelle così vecchie sono di norma recuperabili in misura del 6%-7% e tenerle in stock causerebbe costi di riscossione non giustificabili.

La rateizzazione

Le cartelle notificate fino al 2015 per importi superiori ai 1.000 euro sono invece da pagare con la possibilità di rateizzazione fino a 5 anni senza sanzioni e interessi. Posizioni da regolarizzare senza sconti né penalizzazioni.

Allo stesso modo, ha spiegato il viceministro Leo, non si parla di sanatoria neppure per gli importi non pagati negli anni a seguire il 2015 e al cui proposito non sono ancora state emesse cartelle esattoriali. Tenendo conto delle difficoltà imposte dal Covid, il governo ha ritenuto necessario ridurre il carico sanzionatorio per favorire i versamenti dei contribuenti all’erario. Una linea che però non può essere definita né morbida né lassista.

Le dichiarazioni fiscali

Stringendo il focus sulle dichiarazioni dei redditi tra il 2019 e il 2021, il viceministro Leo ha riconosciuto la difficoltà dei contribuenti nel versare il dovuto all’erario aprendo così alla rateizzazione in 5 anni con un aggravio del 3%. Chi invece ha dichiarato meno del dovuto può avvalersi del ravvedimento operoso con la possibilità di pagare in due anni e con una sanzione del 5%. Nei casi in cui l’evasione fosse già stata contestata, entra in vigore la possibilità di pagare in 5 anni sempre con una sanzione del 5% oppure il contribuente può confidare nell’accertamento con adesione, ossia aprire una trattativa con il fisco per ridurre l’importo vantato da quest’ultimo.

L’idea del governo è di non rinunciare al gettito fiscale ma di ammorbidire i rapporti tra erario e contribuenti.

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