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"Risparmi oltre i 18mila euro". Così il mutuo si fa (un po') più leggero

Timidi segnali sul fronte dei mutui, in particolare per quelli a tasso fisso. Secondo le stime tra novembre e dicembre il calo dei tassi può valere da 8mila a oltre 18mila euro

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Sperare che i tassi di interesse possano rapidamente abbassarsi potrebbe essere una pia illusione. Ma qualche riflesso (positivo) sull’andamento dei mutui si può già intravvedere. Soprattutto per quelli a tasso fisso. L’ufficio studi di Telemutuo calcola che tra metà novembre e metà dicembre il tasso di riferimento per i mutui a tasso fisso è passato dal 3,67% al 3,05%, determinando per un prestito da 100mila euro una riduzione della rata mensile di 31,63 euro (con un prestito a 20 anni) e di 33,28 euro a 30 anni. Un calo che si traduce in un risparmio, a fine ammortamento, che va da 7.951 a 11.980 euro.

Secondo le rilevazioni di Facile.it, il miglior tasso fisso disponibile oggi per un mutuo di 126mila euro in 25 anni ha un tasso del 3,36% e una rata di 600,13 euro al mese. Lo scorso ottobre lo stesso prestito veniva proposto al 4,1% con una rata di 662,99 euro. Questo significa che oggi si riesce a spuntare una rata più bassa di circa 62 euro rispetto a chi ha sottoscritto il mutuo a ottobre 2023. Considerando tutta la durata del finanziamento, il risparmio raggiunge i 18.600 euro.

In 200mila non pagano le rate

Insomma, qualche spiraglio di luce, dopo mesi difficili, soprattutto per chi aveva contratto nel passato mutui a tasso variabile. Il tasso variabile si era rivelato, fino a due-tre anni fa il miglior modo per cogliere le opportunità di un costo del denaro ai minimi storici. Indebitarsi è stato per molto tempo “conveniente”. Il repentino incremento dei tassi di interesse ha fatto improvvisamente salire le rate dei mutui a tasso variabile, al punto che - secondo alcune stime - sarebbero almeno 200mila i titolari di mutuo a tasso variabile che nel corso del 2023 non hanno rispettato le scadenze delle rate.

I primi segnali di riduzione dei tassi sui mutui sono stati contabilizzati dal bollettino mensile di gennaio dell’Abi (Associazione bancaria italiana): a dicembre 2023 il tasso medio sui mutui ha segnato, dopo oltre un anno di crescita ininterrotta, una flessione, passando dal 4,5 al 4,42%. In controtendenza rispetto ai tassi sulle altre operazioni di finanziamento, in particolare quelle alle imprese, che invece hanno continuato la loro leggera crescita, passando dal 5,59% di novembre al 5,69% di dicembre. Come effetto sul tasso medio di tutti i finanziamenti si ha un valore invariato a dicembre rispetto a novembre (4,76%).

L’Irs scende, Euribor non ancora

I tassi sui mutui stanno iniziando la loro discesa come da attese perché già da fine novembre il mercato dei prestiti interbancari aveva visto una seppure minima riduzione dei tassi: in questo senso, i mercati finanziari stanno anticipando quelle che sperano essere le mosse della Bce che dovrebbe iniziare a breve il percorso di riduzione del costo del denaro da quest’anno.

Il tasso interbancario Irs è il parametro di riferimento per la quotazione dei mutui a tasso fisso; così come Euribor è quello che si utilizza per il mutuo a tasso variabile. Mentre l’Irs ha già mostrato una sensibile discesa, Euribor dovrebbe segnare i primi decrementi da marzo, consentendo anche ai titolari di mutui a tasso variabile (ormai una assoluta minoranza nel mercato) di godere di un po’ di respiro.

Infatti, alla luce dei dati positivi sull’inflazione, secondo i Futures sull’Euribor, l’indice potrebbe scendere già da marzo 2024, passando dall’attuale 3,95% al 3,68%, per chiudere l’anno al 2,68% a dicembre 2024.

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