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Cobolli: "C’è posto per lui ma deve venire subito". E Pavel pensa di smettere

Ferrara e Del Piero hanno chiamato l’ex compagno. Rapporti tesi con la società, ma vuol rispettare i tifosi

Pinzolo In casa Juve si rilancia. Non è una partita di poker, ma poco ci manca. Nedved all'Inter? Giammai. E, se avvenisse, non sarebbe certo una bella notizia: suonerebbe come uno smacco, per il popolo bianconero tutto e anche per la dirigenza. Con la quale il ceco, al di là delle dichiarazioni ufficiali, non si è lasciato granché bene. Poco più di due mesi fa, alla vigilia dell'ultima giornata di campionato contro la Lazio, Nedved e il suo procuratore Raiola si erano recati nella sede della società, in corso Galileo Ferraris, per discutere di un eventuale rinnovo da calciatore: si erano visti offrire un posto da allenatore-dirigente e avevano salutato la compagnia. Ne era seguito un comunicato in cui il ceco ringraziava tutti precisando che non vi era «alcuna ragione di carattere economico». Alla festa di addio, però, lo stesso Raiola non aveva nascosto una certa irritazione per come erano andate le cose, tappandosi la bocca per rispetto del giocatore. Il quale però, scopertosi ancora competitivo, si è fatto tentare dalla voglia di mettere ancora scarpette a calzoncini. L'Inter lo aveva già "provocato" nell'estate 2006 e lui aveva risposto "no grazie": in pratica, lo stesso copione di queste ore. Copione confermato dal suo procuratore Mino Raiola: «Mi ha telefonato e mi ha detto: ho deciso, smetto».
«Io sono rimasto all'ultima partita giocata a Torino e al modo in cui ci siamo lasciati - ha detto ieri Cobolli Gigli, presidente della Juventus -. Ovvero: cordialmente e con affetto. Se vuole tornare con noi, ne saremo felici. So che Ferrara lo ha invitato direttamente a fare parte del suo staff. Ci piacerebbe davvero molto se accettasse e siamo convinti che potrebbe dare molto alla squadra». Pare che lo abbia chiamato anche Del Piero, ma dall'altro lato la risposta sarebbe stata freddina, condizionata appunto da rapporti non proprio idilliaci con la dirigenza o parte di essa. Peraltro, le remore di Nedved nell'accettare l'offerta dell'Inter sarebbero dovute alla volontà di non ferire solo e soltanto i tifosi bianconeri: «È giusto che sia così - è il parere di Cobolli -. I tifosi sono il nostro punto di riferimento, sempre. Non mi sento sminuito: io per primo sono un tifoso della Juve e mi fa piacere che Pavel pensi alla reazione di chi gli ha voluto bene in tutti questi anni». Catenaccio, insomma. O melina che dir si voglia. Con rilancio incorporato, ma senza esagerare: «Pavel sa perfettamente come la pensiamo e quanto ci farebbe piacere averlo di nuovo con noi: tra persone adulte, però, non c'è bisogno di ripetersi le cose mille volte. Le occasioni però passano una volta sola. In questo momento Ferrara ha questa necessità e invece in futuro potrebbe non averla più. Però, non voglio fare nessuna polemica perché voglio molto bene a Nedved, capisco che siano delle giornate in cui deve prendere delle decisioni. Di sicuro, se andasse all'Inter sarei fortemente sorpreso». Pare comunque di no, con buona pace di tutti.
Bomba Nedved a parte, la Juventus ha continuato nei suoi allenamenti in attesa, domani, di annunciare Felipe Melo. Ma a Pinzolo è stato fischiato Zebina e sono comparsi anche striscioni poco gentili («Madrid ti ha scordato, Napoli ti ha ripudiato. Solo la tua avidità qua ti ha riportato») nei confronti di Cannavaro.

Gran parte del pubblico si è dissociata, ma per i prossimi giorni è annunciata tempesta.

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