Cultura e Spettacoli

COLLEZIONISMO Mr Phillips va in Francia

A Rovereto sessanta capolavori provenienti da Washington

«Uno dei più bei dipinti del mondo» l’aveva definito con entusiasmo il collezionista americano Duncan Phillips. Più bello di qualsiasi Rubens, paragonabile solo a un Tiziano o a un Giorgione. La Colazione dei canottieri, un déjeuner in trattoria sulle rive della Senna in una giornata di sole, era stata dipinta da Renoir tra il 1880 e il 1882: piatti, bicchieri, stoviglie, cibi sparsi su un tavolo, uomini e donne che ridono e chiacchierano sotto un pergolato, dopo il pranzo. Ci sono tutti: la moglie di Renoir, Aline Charigot, col suo sensuale profilo e il cagnolino, la bella Alphonsine Fournaise, appoggiata alla ringhiera, Paul Lhote con il cilindro...
Il giovane Duncan Phillips e la moglie Marjorie se ne erano innamorati a Parigi e l’avevano acquistata nel 1923 per la loro galleria d’arte di Washington che, aperta al pubblico nel 1921, contava già decine di capolavori impressionisti. La tela è oggi esposta, con altre sessanta scelte tra le centinaia della collezione, in un’affascinante mostra al MART di Rovereto. Curata dalla Phillips Collection di Washington, già passata per alcuni musei americani e con una futura tappa al Musée du Luxembourg di Parigi, presenta opere di grandi artisti, non facilmente visibili. Paesaggi, nature morte, ritratti, figure, dal settecentesco Chardin agli impressionisti, postimpressionisti, alle avanguardie e agli astrattisti del primo Novecento. Opere suggestive scelte da Phillips seguendo il proprio gusto, in base ad analogie e contrasti, per ricostruire il tessuto «dell’arte moderna e delle sue fonti», come diceva nel 1926. «Ogni mattone al suo posto secondo una visione di insieme», non certo cronologica, ma in base ad affinità e diversità, in grado di ricostruire il panorama artistico dell’Ottocento e Novecento, partendo dai vecchi maestri del Settecento, i precursori.
Una visione originale e soprattutto moderna, perché Phillips anticipa scelte critiche del secondo Novecento e comincia a formare una collezione d’arte «moderna» prima dell’esistenza di un analogo museo a New York e dell’apertura della National Gallery di Washington. Nato a Pittsburg nel 1886, da una famiglia di industriali dell’acciaio, colto e raffinato, è uno di quei ricchi magnati col pallino dell’arte. Così, poco più che ventenne, nel 1911, finiti gli studi letterari a Yale e dopo esperienze redazionali nel The Yale Literary Magazine, Phillips viaggia in Europa, dove scopre i dipinti di Monet, Renoir e di altri impressionisti. Legge e scrive decine di pezzi critici, raccolti in seguito in numerosi volumi e decide di formare una grande raccolta, un «Prado americano», che inaugura nel 1921.
I primi a entrare nella raccolta sono i paesaggi di Monet, Sisley, Courbet, Cézanne, e opere del pittore satirico Honoré Daumier, che Phillips definisce «un poeta e uno sperimentatore romantico». Colpito e incuriosito dagli impressionisti, cerca i loro «maestri», che individua in Jean-Siméon Chardin e nel Greco, di cui si procura i rispettivi Piatto di prugne, precursore di tante nature morte del XX secolo e Il pentimento di san Pietro.
Da El Greco a Goya per affinità di soggetti e diversità di visioni. Per il Pentimento di san Pietro di Goya, Phillips rinuncia a un paesaggio tahitiano di Gauguin, di cui però si assicura nel 1951 il Prosciutto, una delle nature morte più importanti del pittore, acquistato dal mercante newyorkese Paul Rosemberg. Dalla forma al colore, ed ecco irrompere nella collezione i dipinti di Pierre Bonnard e le delicate ballerine di Degas. E, per completare Degas, vengono acquistati, negli anni Quaranta, Delacroix e Ingres, considerati maestri del pittore. La raccolta cresce, mentre Phillips continua a disegnare il suo racconto della pittura moderna, procurandosi dei preziosi Van Gogh, dipinti ad Arles, Saint-Rémy ed Auvers. Poi negli anni Quaranta e Cinquanta è la volta delle avanguardie, da Klee a Rothko, da Matisse a De Kooning a tanti altri. E tutto ragionato, studiato, in un gioco attento e spregiudicato, che vale davvero la pena di ripercorrere, non solo in omaggio agli artisti, ma anche al collezionista.
mtazartes@alice.it
LA MOSTRA
Da Goya a Manet, da Van Gogh

a Picasso. The Phillips Collection, Washington
Al Mart di Rovereto, fino 13 novembre.


Catalogo Mazzotta.

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