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Una comunità di recupero utilizzata come bordello

Erano almeno cinque, forse sei, le donne, tutte nigeriane, di età compresa fra i 20 e i 30 che si prostituivano all'interno della Comunità «Il Samaritano» di Arborea per il recupero dei detenuti.

Erano almeno cinque, forse sei, le donne, tutte nigeriane, di età compresa fra i 20 e i 30 che si prostituivano all'interno della Comunità «Il Samaritano» di Arborea per il recupero dei detenuti. Lo hanno rivelato i carabinieri del Comando provinciale di Oristano nel corso di una conferenza stampa che ha fatto il punto della situazione all'indomani dell'arresto del fondatore e responsabile della Comunità don Giovanni Usai, ora agli arresti domiciliari in una comunità religiosa di Oristano. A don Usai la Procura della Repubblica contesta di non aver esercitato il necessario controllo sugli ospiti della Comunità e in particolare sulle donne, che erano detenute in affidamento e dovevano rispettare precisi obblighi imposti dal Tribunale di sorveglianza. Non è chiaro però se e quanto il sacerdote fosse a conoscenza, secondo l'accusa, di quanto avveniva nelle stanze delle ragazze. Certo è, però, hanno spiegato i militari, che il via vai di persone estranee nei locali della Comunità era molto intenso e che la cosa andava avanti almeno dal 2005. Don Usai deve rispondere anche di violenza sessuale per un singolo episodio, avvenuto nel 2009. Secondo l'accusa avrebbe chiesto a una ragazza, anch'essa nigeriana, una prestazione sessuale in cambio della assunzione a tempo indeterminato, poi concessa, che le avrebbe consentito di restare in Italia e regolarizzare la sua posizione.

L'inchiesta scattata all'inizio del 2010 ha portato all'arresto anche di un nigeriano di 35 anni, Eze Alphonsus, che pare facesse da palo alle ragazze durante gli incontri a luci rosse e in almeno un'occasione si sarebbe anche fatto consegnare una percentuale sul compenso. Solo di favoreggiamento deve rispondere anche un terzo ospite nigeriano della Comunità che però è sfuggito all'arresto ed ora è ricercato.

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