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Coppa Italia, gran colpo di Stankovic E l'Inter gela la Roma all'Olimpico

I nerazzurri prenotano la finale di coppa Italia passando all’Olimpico. Decide il serbo, Ranocchia salta il ritorno. Montella fa quel che può, ma la squadra sembra non rispondere agli input lanciati dal tecnico. E i nuovi fischi dell'Olimpico sanciscono l'insofferenza dei tifosi

Coppa Italia, gran colpo di Stankovic  
E l'Inter gela la Roma all'Olimpico

Roma - Due squadre ferite, diceva Montella alla vigilia. Ma in campo se ne vede una con più verve agonistica (l'Inter) e un'altra più arruffona e poco concreta (la Roma). Logico che senza offrire una prestazione esaltante - di fatto un solo tiro vincente nella porta di Doni - i nerazzurri si portino a casa il match. Aumentando le proprie chance di approdare alla finale. La Roma dal canto suo cancella anche uno dei pochi record rimasti: non perdeva in casa una partita di Coppa Italia dal 1° febbraio 2006, in epoca pre-Calciopoli. Segno che l'annata rischia di finire anche peggio delle previsioni più pessimistiche. Il "classico" della Coppa Italia (le due squadre si incontrano per la settima stagione di fila) è diventato obiettivo primario di entrambe per dare un senso alla stagione. Una volta Roma e Inter lottavano per lo scudetto, oggi il trofeo nazionale è manna che piove dal cielo. Ma la squadra giallorossa, più che ferita, sembra proprio malata. Riuscendo così a ridestare dal torpore un'Inter convalescente dopo i ko con Milan, Schalke e Parma.

Attacco romanista evanescente, con un Vucinic irritante e un Borriello con le batterie scariche (ieri ha dovuto anche alzare bandiera bianca dopo un'ora per un colpo alla testa). La loro prestazione di ieri fa capire il perché gioca sempre Totti (ieri in tribuna per lo strascico della squalifica inflittagli per lo scellerato calcione a Balotelli), in condizioni mentali e fisiche migliori. Basta dunque la bellissima giocata di Stankovic, ex laziale lo ricordiamo, che a pochi secondi dall'intervallo rompe l'equilibrio e consegna un sorriso in più a Leonardo, già sulla graticola e con l'ombra di Mourinho alle spalle.

L'effetto americano, invece, ancora non si vede sui giallorossi: colpa della benzina finita (a livello psicologico più che fisico) o di un rilassamento generale di molti già con la valigia in mano? Montella fa quello che può, ma la squadra sembra non rispondere agli input lanciati dal tecnico. E i nuovi fischi dell'Olimpico sanciscono l'insofferenza dei tifosi. Il futuro prossimo dell'Inter si presenta invece più roseo, anche se la squadra può dare di più. Di sicuro si può guardare al match con la Lazio, che mette in palio un posto Champions, con un cauto ottimismo.

Nota stonata: i cori della curva Sud contro i tifosi dell'Inter, insieme al lancio di petardi, hanno accompagnato l'esecuzione dell'inno nazionale. Chissà se gli americani, molto patriottici per tradizione, l'avranno notato.

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