Cronaca giudiziaria

In carcere per aver ucciso il convivente, ma può tornare libera: ecco perché

La quarantanovenne Alessandra Galea, arrestata lo scorso giugno dopo esser stata accusata dell'omicidio del convivente, potrebbe essere prosciolta e scarcerata: secondo la perizia psichiatrica, la donna sarebbe affetta da schizofrenia paranoidea e non sarebbe in grado di sostenere un processo

In carcere per aver ucciso il convivente, ma può essere prosciolta: ecco perché

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Era stata arrestata lo scorso giugno, dopo esser stata accusata di aver ucciso l'amico con il quale conviveva aggredendolo a colpi di abat-jour. Ma potrebbe essere scarcerata e prosciolta da ogni accusa, perché sarebbe a quanto sembra incapace di intendere e di volere: avrebbe un vizio totale di mente e allo stato attuale non potrebbe essere processata. Questo, stando a quanto riporta la stampa marchigiana, l'esito della perizia psichiatrica condotta su Alessandra Galea, principale indiziata del "delitto di Fabriano". La quarantanovenne, indagata per omicidio volontario aggravato dalla coabitazione, si trova attualmente in carcere per l'omicidio del sessantatreenne Fausto Baldoni. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, la donna avrebbe aggredito il convinvente, colpendolo con una lampada che si trovava su uno dei mobili di casa. Non si sarebbe nemmeno accorta di averlo ammazzato stando a quanto lei stessa dichiarò, visto che subito dopo l'accaduto sarebbe uscita come se niente fosse per andare a trovare i figli.

E una volta rientrata, avrebbe incontrato i vicini di casa, dicendosi stupita della morte di Baldoni. Un atteggiamento che all'epoca destò perplessità lasciando la porta aperta a più ricostruzioni della tragedia, ma secondo quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino potrebbe non essere stato un bluff: per lo psichiatra, Galea sarebbe infatti affetta "da schizofrenia panaroidea" e non era capace di intendere e di volere al momento del fatto. Una totale incapacità è stata stabilita anche per il periodo attuale e quindi non potrebbe nemmeno sostenere un procedimento giudiziario, a quanto sembra. Sulla sua pericolosità sociale, il giudice ha chiesto tuttavia un'integrazione, formulando il quesito allo psichiatra che ora avrà altri venti giorni per dare una risposta anche sotto questo aspetto. Per affrontare un processo, Galea dovrebbe sottoporsi a quanto pare ad una cura farmacologica adeguata, essendo l'incapacità rilevata comunque reversibile se curata medicalmente.

Nella famiglia della donna c’è però un precedente di infermità mentale: nel 2014 (sempre nella medesima cittadina delle Marche) la sorella gemella Consuelo venne infatti prosciolta in tutti e tre gradi di giudizio dopo aver ucciso la madre a colpi di pistola giocattolo. Lo psichiatra dovrà come detto valutare anche la pericolosità dell'arrestata, come richiesto in aggiunta dal giudice. In sede di interrogatorio di garanzia, Galea aveva comunque dato una propria versione dei fatti, dicendo in sostanza di aver spinto via Baldoni per difendersi da un tentativo di approccio sessuale. La prossima udienza è stata fissata per il prossimo 15 dicembre, quando dovrebbe essere presentata anche la relazione psichiatrica completa. E secondo quel che riporta AnconaToday, non è escluso che anche la quarantanovenne, alla luce dell'accertamento psichiatrico, possa alla fine essere prosciolta per infermità mentale.

Come già avvenuto alla sorella.

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