Cronaca giudiziaria

La figlia vive "all'occidentale". E il padre la massacra di botte: condannato

Un 54enne magrebino è stato condannato a Firenze per maltrattamenti. L'uomo avrebbe picchiato per anni la moglie e i figli, accanendosi sulla figlia in quanto giudicava la sua condotta di vita "troppo occidentale" secondo i suoi canoni

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Non gradiva in particolar modo la condotta di vita della figlia, giudicandola "troppo occidentale". Ed avrebbe anche impedito ai familiari di parlare italiano, prendendo a calci e pugni soprattutto la moglie e la giovane erede quando queste ultime non obbedivano ai suoi ordini. Protagonista della vicenda che arriva da Firenze è un uomo di 54 anni originario dell'Africa del Nord, il quale nelle scorse ore è stato condannato in primo grado ad otto anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia. Secondo quanto riporta oggi il quotidiano Il Tirreno, il cittadino straniero avrebbe instaurato in famiglia un vero e proprio clima di terrore per oltre tre lustri, visto che i fatti contestati si sarebbero svolti in un corposo arco temporale che va dal 2004 al 2020.

Stando all'accusa, il maghrebino avrebbe vessato sistematicamente i componenti del proprio nucleo familiare, dalla consorte ai figli: avrebbe più volte messo loro le mani addosso, per i motivi più disparati. In base a quanto ricostruito, lo straniero non voleva ad esempio che la coniuge lavorasse. E l'avrebbe massacrata di botte in più occasioni, anche durante la gravidanza. L'ira del cinquantaquattrenne magrebino si sarebbe riversata anche sulla figlia: in occasione del suo tredicesimo compleanno l'avrebbe infatti picchiata con un manico di scopa, accusandola di essere andata fuori a festeggiare la ricorrenza con gli amici invece di rimanere nel loro appartamento a fare le faccende di casa. Anche alla luce delle sue convinzioni religiose, il padre non apprezzava inoltre l'atteggiamento della figlia, che a suo avviso preferiva vivere seguendo i canoni occidentali. Ed è stata proprio la giovane, tre anni fa, a far emergere il quadro di violenze e sopraffazione vigente da tempo, raccontando tutto alla polizia di Stato.

Tutto è iniziato in questo caso nell'ottobre del 2020, quando durante l'ennesima aggressione il cittadino straniero avrebbe preso a calci la moglie, minacciandola poi con un coltello da cucina. E la ragazza, stanca evidentemente della situazione, sarebbe intervenuta in soccorso della madre, consentendole di fuggire di casa e di chiamare le forze dell'ordine. Nemmeno l'arrivo degli agenti avrebbe tuttavia impedito al magrebino di minacciare le due donne. "Ti ammazzo", "appena va via la polizia ti ammazzo" e "se vado in carcere ti ammazzo", le frasi che avrebbe rivolto loro. Le indagini sono iniziate a seguito della denuncia della giovane, portando alla luce quasi due decenni di maltrattamenti.

E il tribunale di Firenze ha ritenuto l'imputato colpevole, assolvendolo dalle altre accuse di violenza sessuale e tentato omicidio.

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