Cronaca giudiziaria

"Informazioni fuorvianti". Batosta su Frontex: cosa può cambiare nell'inchiesta su Cutro

Il perito nominato dalla procura di Crotone ha steso un documento di oltre 60 pagine in cui evidenzia che i dati comunicati da Frontex all'Italia non sono stati corretti

"Frontex diede informazioni fuorvianti". Cosa può cambiare nell'inchiesta su Cutro

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"Frontex diede informazioni fuorvianti". Cosa può cambiare nell'inchiesta su Cutro

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Continua il lavoro della procura di Crotone in merito alla tragedia di Cutro dello scorso febbraio, in cui morirono decine di migranti a causa dello scontro del caicco con una secca a ridosso della spiaggia. L'Adnkronos è entrata in possesso della perizia richiesta dalla procura di Crotone per fare chiarezza su quanto avvenuto poco prima del naufragio. A pagina 9 del documento, come riporta l'agenzia di stampa, il perito prescelto, l'ammiraglio Salvatore Carannante, scrive: "Le informazioni fornite da Frontex sulla rotta e sulla navigazione sono state molto approssimative se non fuorvianti".

Il riferimento è alle comunicazioni che l'agenzia europea ha fornito alle autorità italiane lo scorso 26 febbraio, quando il barcone carico di migranti era stato intercettato durante la navigazione da un aereo di Frontex. Secondo i periti, infatti, "le prime richieste di soccorso lanciate dai migranti si attestano alle 4.12 del 26 febbraio" e questo nella ricostruzione fatta dai consulenti dimostra che Frontex non avrebbe agito in maniera corretta. Nella perizia, poi, si legge ancora: "Un altro dato certo su cui si è potuto fare affidamento, nel corso della redazione della presente relazione per potere rispondere compiutamente al quesito formulato dal pm Pasquale Festa, sono i dati registrati dal radar di sorveglianza in dotazione alla Gdf ubicato in località Isola di Capo Rizzuto".

Ma nel documento visionato dall'Adnkronos emerge che il velivolo Eagle 1 in uso all'agenzia europea aveva individuato un barcone la sera precedente il naufragio alle 22.26 e lo aveva indicato come "possible migrant vessel". La comunicazione era stata inviata al Frontex Situation Center di Varsavia che alle ore 23.02 aveva informato le autorità italiane, nello specifico l'International Coordination Centre Rome di Pratica di Mare, il National Coordination Center presso il Viminale e l'ltalian Marittime Rescue Coordination Centre. Nella perizia si legge che in questa comunicazione Frontex ha informato l'Italia che sul ponte era presente una sola persona, con possibili altre persone sotto il ponte indicate da una significativa risposta termica dai boccaporti.

Aggiungendo che la barca aveva buona galleggiabilità, che non c'erano giubbotti di salvataggio visibili, che il mare era forza 4 e che erano state rilevate telefonate satellitari verso la Turchia.

Secondo i calcoli effettuati successivamente dall'ammiraglio nominato come perito dalla procura di Crotone, "la rotta media seguita dall'imbarcazione in questo lasso di tempo era di 325 e non 296 come indicato nel rapporto di missione" di Frontex. Se avesse seguito la rotta indicata dall'agenzia, il caicco, prosegue l'ammiraglio, "sarebbe giunta a Capo Rizzuto, ovvero in una posizione di circa 8 miglia nautiche più ad est dal luogo dove sono stati poi trovati i rottami del relitto"

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