Cronaca giudiziaria

"Lobby nera" di Milano verso l'archiviazione: resterà solo il fango

Dopo oltre un anno di indagini e di fango mediatico, la procura di Milano si appresta a chiedere l'archiviazione per il caso della "Lobby nera"

"Lobby nera" di Milano verso l'archiviazione: resterà solo il fango

Dopo lunghe indagini - e molte accuse - la procura di Milano si avvia a chiedere l'archiviazione per la cosiddetta "Lobby nera", la presunta organizzazione che coinvolgerebbe esponenti di Fratelli d'Italia e anche della Lega. Il tutto era partito da un'inchiesta giornalistica del sito internet Fanpage.it e ora, a distanza di oltre un anno, il caso si avvia a una conclusione.

L'istanza, una volta vistata dall'aggiunto Maurizio Romanelli, sarà inoltrata all'ufficio gip di Milano. Tra le persone indagate inizialmente dai pm Giovanni Polizzi e Piero Basilone, che nel frattempo è diventato procuratore a Sondrio, c'erano anche l'eurodeputato di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza, e l'esponente della destra radicale milanese, Roberto Jonghi Lavarini. A questi due nomi si erano aggiunti, tra gli altri, anche Chiara Valcepina, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, l'eurodeputato leghista, Angelo Ciocca, e il consigliere regionale, ex Lega, Massimiliano Bastoni. Erano in tutto 8 le persone al centro dell'indagine, finite nel calderone mediatico per settimane. Per tutti loro l'accusa è di finanziamento illecito e riciclaggio. Accusa che presto potrebbe essere archiviata.

Nelle indagini erano state effettuate perquisizioni, in particolare a carico di Jonghi Lavarini, Rotunno e Panchulidze. Questi ultimi due sono amici e collaboratori del "Barone nero", soprannome affibbiato a Jonghi Lavarini. In particolare, l'indagine che è stata aperta a seguito dell'inchiesta di Fanpage.it puntava a verificare se le parole dei protagonisti, filmati a loro insaputa dai cronisti di Fanpage, descrivevano realmente un presunto "sistema" di finanziamenti "in nero" che avrebbe funzionato davvero in altri casi.

I video filmati all'insaputa dei presenti erano numerosi, ottenuti grazie a un giornalista di Fanpage che per mesi ha lavorato come "infiltrato" nelle fila della destra lombarda.

Tutto il materiale ottenuto da Fanpage era finito al vaglio della procura di Milano, che ha effettuato anche accertamenti col supporto della Guardia di finanza, fino all'istanza di archiviazione.

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