Cronaca giudiziaria

Ferragni, la mossa della procura di Cuneo: cosa succede all'inchiesta

La competenza territoriale sul caso dei pandori Balocco dovrà essere stabilita dal procuratore generale della Cassione: è "disputa" tra Cuneo e Milano

Ferragni, la mossa della procura di Cuneo: cosa succede all'inchiesta

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Pandoro gate, Cuneo chiede gli atti a Milano: sul caso Ferragni deciderà il pg di Cassazione

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L'indagine sul caso dei pandori Balocco e Chiara Ferragni è arrivata al punto in cui una sola procura deve proseguire l'approfondimento. Sia Milano che Cuneo rivendicano la titolarità dell'inchiesta: la procura lombarda è andata avanti con l'indagine, ha fatto acquisire i documenti presso le tre aziende coinvolte e per prima ha modificato il fascicolo in truffa aggravata da minorata difesa ma ora quella piemontese vorrebbe proseguire per competenza territoriale.

La procura di Cuneo ha ufficialmente chiesto a quella di Milano la trasmissione degli atti ma, com'era ampiamente prevedibile, il procuratore di Milano, Eugenio Fusco, che finora ha fatto gran parte del lavoro, ha attivato la "disputa" sulla competenza territoriale affidando, come dispone l'articolo 54 bis del codice di procedura penale, la questione al procuratore generale della Corte di Cassazione. Una procedura standard in casi come questi in cui due procure rivendicano la titolarità, il cui unico arbitro può essere il procuratore di Cassazione.

I tempi per dirimere la disputa non sono certi: è probabile che la vicenda non sia immediata ma è altrettanto certo che non servano mesi per stabilire quale delle due procure dovrà procedere con l'indagine. Tutto ruota attorno al cosiddetto "ingiusto profitto", che è uno dei pilastri sui quali si basa l'ipotesi di reato di truffa, che viene contestato sia a Ferragni che ad Alessandra Balocco, ad dell'azienda dolciaria. Secondo la procura di Cuneo, questo si sarebbe sviluppato a Fossano, dove ha sede la Balocco, mentre per la procura meneghina la competenza è legata all'influencer, multata dall'Antitrust, che ha ricevuto circa un milione di euro come cachet per sostenere la campagna solidale dei pandoro "Pink Christmas".

Entrambe le posizioni possono essere accolte e smentite, pertanto solamente il procuratore generale, una volta assunte le necessarie informazioni, può dirimere la questione con "decreto motivato" e assegnare l'inchiesta. La questura che verrà incaricata dovrà ricevere con effetto immediato tutti gli atti e procedere. Questo passaggio è fondamentale, perché senza l'attribuzione di competenza non è possibile iniziare con le convocazioni dei protagonisti.

Intanto Ferragni ha ripreso a sponsorizzare i prodotti del suo brand e, in parallelo, sta provando a ripulire la sua immagine utilizzando i figli e il cane per la "good reputation" che portano gli animali e i bambini sui social.

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