Cronaca internazionale

Le certificazioni mancanti e i problemi sul Titan: cosa sappiamo sul sommergibile

Le ricerche stanno ora proseguendo in un'area in cui i sonar hanno riscontrato dei rumori ritmati

Le certificazioni mancanti e i problemi sul Titan: cosa sappiamo sul sommergibile

Proseguono senza sosta le ricerche del sottomarino Titan, di cui si è persa ogni traccia nelle acque dell'Oceano Atlantico mentre, nel corso della serata di domenica 18 giugno, si inabissava per raggiungere il relitto del Titanic a 3.800 metri di profondità. Una vera e propria corsa contro il tempo, dato che restano ancora poche ore di ossigeno a disposizione: la stima degli esperti riferisce come orario limite mezzogiorno di domani, giovedì 22 giugno.

I rumori in mare

Al momento gli uomini impegnati nell'operazione di soccorso stanno concentrando i propri sforzi in un'area in cui alcuni sonar sono riusciti a captare un rumore ritmico di colpi che ha fatto subito pensare a una presenza umana. L'ammiraglio John Mauger, comandante della Guardia Costiera Usa, non vuole alimentare false speranze e resta cauto. "Non conosciamo la fonte di questo rumore, ma abbiamo condiviso questa informazione con gli esperti", ha affermato, ricordando anche che "c'è molto metallo e diversi oggetti nell'acqua intorno al sito". I due mezzi telecomandati che al momento stanno effettuando le ricerche sono stati dirottati proprio in quell'area, con l'obiettivo, ha specificato Mauger, di identificare la provenienza del rumore.

Problemi pregressi

Stando a quanto riferito dal New York Times, la compagnia OceanGate ricevette diversi richiami relativi alla sicurezza dei passeggeri, prima ancora di dare avvio al suo progetto di effettuare viaggi turistici verso il Titanic. Questi avvisi arrivarono ancor prima della consegna del Titan nel gennaio del 2018, sia da parte di esperti interni all'azienda che esterni ad essa.

David Lochridge, direttore delle operazioni marittime di OceanGate, si occupò di redigere un documento particolarmente duro in cui dichiarava la necessità di effettuare ulteriori test sul sommergibile, sottolineando "i potenziali pericoli che sarebbero potuti sorgere per i passeggeri del Titan una volta raggiunte profondità estreme". Dopo due mesi la compagnia fu "sommersa" di avvisi del genere, provenienti da leader del settore, esploratori di acque profonde e oceanografi esperti: questi misero in guardia l'ad Stockton Rush circa la sua scelta di partire per l'impresa senza effettuare le tradizionali valutazioni di sicurezza sul mezzo. Lo stesso Rush è ora uno dei cinque dispersi nella missione partita domenica scorsa e, stando a quanto riferito dall'azienda, stava prestando servizio come pilota.

Lo scontro

Il rifiuto di far ispezionare il Titan fu ritenuto grave da Lochridge, con cui la OceanGate, per nulla intenzionata a pagare società esterne per tale valutazione, entrò in contenzioso. Nel documento consegnato in tribunale, Lochridge denunciò il fatto di aver appreso che l'oblò che consente ai passeggeri di vedere all'esterno dell'imbarcazione era certificato solo per reggere fino a una profondità di 1.300 metri, ovvero molto meno di quella a cui si trova il Titanic (3,800 metri sotto la superficie dell'Atlantico)."I passeggeri paganti non sarebbero a conoscenza di questo fatto e non sarebbero informati di questo progetto sperimentale", hanno scritto i legali di Lochridge in una dichiarazione depositata in tribunale. Attaccato, almeno ufficialmente, per aver diffuso dati della OceanGate all'esterno della società, l'esperto fu silurato e denunciò il licenziamento illegittimo, raggiungendo poi un accordo economico con la controparte a fine 2018.

Come detto, tuttavia, Lochridge non fu l'unico a criticare l'approccio della società, che ricevette una lettera di avviso firmata da 38 esperti nel settore delle imbarcazioni sommergibili, tutti membri del comitato Manned Underwater Vehicles della Marine Technology Society. In questa si parlava di una "preoccupazione unanime" sul modo in cui il Titan era stato sviluppato e sulle missioni pianificate verso il relitto del Titanic. "Sebbene ciò possa richiedere tempo e spese aggiuntivi", scrivevano i firmatari,"è nostra opinione unanime che questo processo di convalida da parte di terzi sia una componente fondamentale nelle misure di sicurezza disposte a tutela di chi viaggia nei sommergibili". Rush avrebbe replicato sostenendo che tutti quei controlli standard del settore stavano soffocando l'innovazione.

Uno dei firmatari della lettera, Bart Kemper, dichiarò in un'intervista che OceanGate aveva potuto evitare il rispetto delle leggi statunitensi operando in acque internazionali, dove le regole della Guardia Costiera non potevano essere applicate.

L'ex editorialista tecnologico del New York Times David Pogue filmò nel 2022 un servizio a bordo del sottomarino per Cbs, riferendo che prima di iniziare il viaggio gli fu fatta firmare una liberatoria:"'Questo natante', c’era scritto, 'non è stato approvato o certificato da nessun organismo di regolamentazione e potrebbe provocare lesioni fisiche, traumi emotivi o la morte'".

E comunque, in tutto, quello di domenica era appena il terzo viaggio del sommergibile Titan, che ebbe dei problemi tecnici nel 2021, come riferito dalla stessa OceanGate. "Durante la prima immersione verso il Titanic, il sommergibile ha riscontrato un problema con la batteria e ha dovuto essere collegato manualmente alla sua piattaforma di sollevamento", scrisse il consulente legale e operativo della compagnia David Concannon in un documento depositato presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti.

"Il sommergibile ha subito danni modesti all'esterno", aggiunse, cosa che costrinse OceanGate ad annullare la missione in modo da poter effettuare le riparazioni del caso.

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