Cronaca internazionale

"Siamo pronti a tutto": il sindacalista che fa tremare Biden

Il potentissimo sindacato "Uaw", guidato dal combattivo Shawn Fain, chiede salari migliori e una settimana lavorativa di 32 ore: appoggio a Joe Biden in fase di stallo

Chi è Shawn Fain, il sindacalista che fa tremare Biden

Ascolta ora: "Chi è Shawn Fain, il sindacalista che fa tremare Biden"

Chi è Shawn Fain, il sindacalista che fa tremare Biden

00:00 / 00:00
100 %

Nuova grana per il presidente Joe Biden. L'inquilino della Casa Bianca, che ha un indice di gradimento di appena il 42% secondo l'ultimo sondaggio Gallup, si è descritto durante le celebrazioni del Labor Day del 4 settembre come "il presidente più pro-sindacato della storia americana", rivendicando i successi della sua Bidenomics. In un discorso alla Sheet Metal Workers' Local 19 di Filadelfia, ha attaccato l'ex presidente e rivale, Donald Trump, sottolineando che quando che quando alla Casa Bianca c'era il suo predecessore, i posti di lavori "andavano in Cina. Ora li stiamo riportando a casa. Quando c'era il mio predecessore, le vostre pensioni erano a rischio. Abbiamo contribuito a salvare milioni di pensioni con il vostro aiuto".

Eppure, come nota la Cnn, mentre Biden è sostenuto dai massimi leader sindacali e ha ricevuto l’appoggio di alcuni dei più grandi sindacati dopo aver annunciato la sua corsa alla rielezione – tra cui l’Afl-Cio, il Service Employees International Union e la International Brotherhood of Electrical Workers – la sua posizione pare essersi indebolita tra la base. In particolare, l'influente United Automobile, Aerospace and Agricultural Implement Workers of America (più noto come Uaw) che conta più di 400.000 membri attivi e oltre 580.000 pensionati in Usa, Canada e Porto Rico, deve ancora appoggiarlo e minaccia uno sciopero per il 14 settembre che rischia seriamente di mettere in difficoltà l'amministrazione Biden.

Chi è Fain, il sindacalista che minaccia lo status quo

Biden ha fino a questo momento cercato di minimizzare la questione, spiegando di non essere preoccupato. "Non credo che accadrà", ha detto il presidente Usa. Dichiarazioni che hanno fortemente indispettito il presidente della Uaw Shawn Fain che si è detto "scioccato" dai commenti di Biden. "Anche se apprezzo l'ottimismo del presidente Biden, spero che i 'Big Three' facciano sul serio e inizino a contrattare in buona fede. Siamo pronti a fare tutto il necessario per ottenere la nostra parte di giustizia economica e sociale per i nostri membri", ha affermato Fain. Il sindacalista 55enne -che ha iniziato a lavorare nel 1994 come elettricista nello stabilimento Stellantis Kokomo Casting Plant - è stato eletto direttamente dai membri della Uaw lo scorso aprile. Un'ascesa che, come spiega il Wall Street Journal, ha colto di sorpresa l'intera industria automobilistica.

Fain sta negoziando nuovi contratti di lavoro per circa 146.000 lavoratori delle "Big Three", General Motors, Ford Motor e Stellantis. I contratti esistenti scadono il 14 settembre: se non si raggiungerà un accordo entro quella data, ha minacciato Fain, verrà indetto uno sciopero per tutte e tre le case automobilistiche. Fain ha imposto un cambio radicale rispetto ai predecessori, e ora spinge per un aumento retributivo del 46% e per una settimana lavorativa ridotta a 32 ore.

Nei giorni scorsi l'agguerrito sindacalista ha presentato denunce al National Labor Relations Board sostenendo che Gm e Stellantis avevano "negoziato in malafede", cosa che secondo i documenti da lui presentati costituisce una "pratica di lavoro sleale". Inoltre, l'influente sindacato da lui guidato ha avanzato una serie di richieste che includono il recupero di benefit a cui i lavoratori hanno rinunciato nel corso degli anni per aiutare le aziende a sopravvivere. Secondo le case automobilistiche le proposte di Fain sono "eccessive" e "dannose" per la loro capacità di competere con rivali non sindacalizzati come Tesla.

Appoggio in fase di stallo

Lo Uaw ha sostenuto Joe Biden nel 2020, ma al momento ha deciso di non appoggiare alcun candidato in vista delle elezioni presidenziali del 2024. Fain ha infatti spiegato che un eventuale endorsement dovrà essere "guadagnato" e verrà ufficializzato "quando sarà il momento giusto e riterremo che i candidati abbiano dimostrato e dato risultati per le esigenze dei nostri iscritti e della classe operaia". L'appoggio dei sindacati è fondamentale per i candidati alla Casa Bianca: secondo l'ultimo sondaggio Gallup, il 72% degli americani è dalla parte degli sceneggiatori cinematografici che stanno scioperando, mentre il 67% sostiene gli attori in sciopero.

E se i membri della United Auto Workers scioperassero contro le tre grandi aziende automobilistiche questo mese per salari più alti e una settimana lavorativa di 32 ore, suggerisce l'indagine Gallup, godranno del sostegno del 75% dell'elettorato statunitense.

Commenti