Cronaca internazionale

Ecco chi è Yolanda Diaz, il ministro spagnolo che attacca la Meloni

Yolanda Diaz, ministro del Lavoro spagnolo, sogna di diventare "il primo premier donna" del suo Paese. Comunista di lungo corso, ha annunciato la sua candidatura alle prossime elezioni politiche

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Ministro del Lavoro e vicepresidente del governo spagnolo. Sono queste le due cariche istituzionali ricoperte da Yolanda Diaz, 51 anni, finita sotto la luce dei riflettori italiani per aver attaccato Giorgia Meloni. Diaz, vecchia iscritta al Partito Comunista iberico, ha annunciato la sua candidatura alle prossime elezioni politiche nazionali, cullando il sogno di diventare la "prima donna premier della Spagna". Ha inoltre lanciato Sumar ("aggiungere/unire" in spagnolo), una coalizione di sinistra radicale che sta guidando, nel tentativo di fare breccia nell’elettorato rosso.

Le battaglie di Diaz

Diaz, è una comunista di lungo corso. Si è battuta per ripristinare le protezioni sul posto di lavoro in Spagna, diventando così la politica più popolare del Paese. Con Sumar sta cercando di sfruttare quella popolarità per rivitalizzare la sinistra spagnola, al fine di scalzare il primo ministro Pedro Sanchez, del Partito socialista spagnolo dei lavoratori (PSOE), di centro-sinistra.

Avvocato del lavoro della Galizia e membro di base del Partito Comunista Spagnolo (PCE), a ben vedere Diaz non godeva di un alto profilo a livello nazionale prima di assumere il suo ruolo ministeriale, nel gennaio 2020, all’interno del secondo governo Sanchez.

Durante la pandemia di Covid-19, si è resa protagonista della negoziazione del regime di congedo, che ha garantito i salari di 3,5 milioni di lavoratori in un momento complicatissimo.

In seguito, alla guida del ministero del Lavoro, ha fatto approvare una riforma che limita il contratto a tempo determinato. Ha inoltre introdotto una legge per tutelare i rider, ovvero i fattorini che effettuano consegne a domicilio attraverso piattaforme quali Deliveroo e Glovo.

Cuore rosso

Politicamente parlando, il cuore di Diaz è "rosso fuoco". E non potrebbe essere altrimenti, data la sua storia. È nata a Fene il 6 maggio 1971, e viene da una famiglia di rinomati sindacalisti di Galizia, attivi nella militanza anti-franchista. Sia suo padre che suo zio erano sindacalisti clandestini e membri del Partito Comunista spagnolo durante la dittatura di Franco, mentre lei, quando aveva appena quattro anni, ricorda di aver ricevuto un bacio sulla mano dall’allora leader comunista Santiago Carrillo.

Si è iscritta al Partito Comunista in tenera età. Si è quindi laureata in giurisprudenza presso l'Università di Santiago de Compostela (USC), e, dopo tre master post laurea, ha iniziato a lavorare in uno studio legale, registrandosi poi come avvocato e aprendo un proprio studio specializzato in diritto del lavoro.

Nel 2003 è entrata nella politica istituzionale, diventando membro del consiglio comunale di Ferrol. Da qui in poi è partita una lenta ma costante scalata che l’ha portata, il 13 gennaio 2020, a diventare ministro del Lavoro nel secondo governo Sanchez.

La nuova anima della sinistra spagnola

Díaz ha inserito la lotta contro il lavoro precario in cima alla sua agenda. Ha preso parte alla trattativa che ha portato all'aumento del salario minimo a 950 euro, oltre alla deroga al licenziamento per congedo medico, tanto per citare altri risultati da lei ottenuti. Con Sumar, che attualmente dovrebbe ottenere tra il 15 e il 16,5% dei voti, punta a sorpassare Sanchez da sinistra.

In campo internazionale non è conosciuta dal grande pubblico. La polemica con Meloni ha contribuito a offrirle notorietà mediatica oltre i confini spagnoli.

Nel suo intervento alla sessione plenaria del Congresso dei deputati, in risposta alla deputata di Vox, Ines Canizares, Diaz ha infatti accusato il partito rivale di voler "limitare il diritto di sciopero e di contrattazione collettiva", di "privatizzare le pensioni" e di "tornare ai contratti spazzatura", come "sta facendo il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni".

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