Cronaca internazionale

Ecuador nel caos, bande armate in azione. Irruzione in uno studio tv. Proclamato stato di emergenza

Dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di decretare lo stato di emergenza, alcune organizzazioni di narcotrafficanti hanno scatenato una dura rappresaglia in tutto il territorio nazionale

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Ecuador nel caos, rivolta armata, caos e saccheggi. Proclamato stato di emergenza

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Tensione alta e paura in Ecuador. Un gruppo armato ha fatto irruzione nello studio della tv pubblica TC Televisión di Guayaquil, prendendo alcuni ostaggi. Dopo poco il blitz è fallito, con la liberazione degli ostaggi. È solo uno dei numerosi episodi di violenza avvenuti nel Paese, che hanno provocato la morte di almeno 10 persone e il ferimento di altre tre. Il presidente Daniel Noboa con un decreto ha dichiarato lo stato di emergenza con il coprifuoco nelle ore serali, l'esercito nelle strade e ordinando la "neutralizzazione" dei gruppi criminali coinvolti.

A fare da scintilla è stata l'evasione dal carcere di Adolfo Macias, conosciuto come Fito, a capo della più pericolosa banda di narcotrafficanti del Paese, Los Choneros, composta da circa 8mila persone. In carcere spadroneggiava, un po' come Pablo Escobar in Colombia negli anni ’90: feste, fuochi d'artificio, trattamenti di favore. La sua fuga ha dato il via a una serie di rivolte in tutto il Paese: non è da escludere che fosse organizzata, per ostacolare le ricerche e gettare l'Ecuador nel caos. In alcune prigioni alcuni agenti di polizia sono stati presi in ostaggio. Uno di loro obbligato a leggere un messaggio per il presidente Noboa: "Hai dichiarato guerra e avrai la guerra".

A cosa si riferiscono i narcotrafficanti con le parole "hai dichiarato guerra"? Noboa è stato eletto dopo una campagna elettorale costellata dalla violenza, culminata con l'assassinio di un candidato alla presidenza, Fernando Villavicencio. Aveva promesso il pugno di ferro contro la criminalità organizzata e una volta eletto ha iniziato a comportarsi in coerenza con il suo programma, scatenando la reazione stizzita dei criminali, che gliel'hanno giurata.

Il sindaco di Guayaquil, Aquiles Alvarez, ha fatto sapere che ci sono stati diversi attacchi armati in città, con rapine, sparatorie e saccheggi di attività commerciali. Il caos regna sovrano ed è difficile arginarlo. Anche altre città sono finite al centro degli scontri, tra cui la capitale Quito, dove sono stati esplosi alcuni colpi d'arma da fuoco contro i veicoli, uccidendo cinque persone e ferendo uno studente. Un gruppo armato, invece, si è introdotto in un magazzino di pezzi di ricambio uccidendo tre persone.

Forte preoccupazione degli Stati Uniti. Il Dipartimento di Stato fa sapere di essere "estremamente preoccupato" per la violenza in Ecuador che ha portato il presidente del Paese a dichiarare lo stato di emergenza e a schierare militari nelle strade. "Estremamente preoccupato per le violenze e i rapimenti di oggi in Ecuador", ha scritto su X il massimo diplomatico statunitense per l'America Latina, Brian Nichols, aggiungendo che i funzionari americani "rimarranno in stretto contatto" con lo staff del presidente Noboa.

L'ambasciata italiana

In un post su 'X' l'ambasciata italiana in Ecuador ha informato i cittadini italiani presenti nel Paese che sta seguendo "con la massima attenzione gli sviluppi della situazione in corso".

Per qualsiasi situazione di emergenza si raccomanda di utilizzare il seguente numero di telefono: +593 (0) 999 780 861.

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