Cronaca internazionale

"10 punti dietro a Trump": il sondaggio che condanna Biden

La strada verso le elezioni Usa diventa tutta in salita per il presidente Biden: secondo l'ultimo sondaggio Trump guida con un vantaggio di dieci punti

"10 punti dietro a Trump": il sondaggio che condanna Biden

A poco meno di un anno dalle elezioni Usa, i sondaggi restituiscono continuamente un andamento ballerino delle preferenze degli elettori americani, sia all'interno dei partiti, che tra i principali sfidanti. A proposito di quella che viene ancora data come la battaglia principale, ovvero quella tra Joe Biden e Donald Trump, il primato che l'incumbent sembrava mantenere fino all'estate sembra scemare man mano che il presidente si appresta ad affrontare l'annosa vicenda dell'impeachment. Le numerose gaffe, che non sono mancate nelle ultime ore, poi, non fanno che accrescere il sospetto che il presidente possa ormai essere inadatto alla riconferma per superati limiti di età.

Elezioni Usa: cosa dice l'ultimo sondaggio

Secondo l'ultimo sondaggio condotto da Washington Post-Abc News, Biden sarebbe indietro di 10 punti rispetto a Trump (42% a 52%) se le elezioni Usa si svolgessero nelle prossime ore. Una novità che sposta severamente il baricentro della campagna delle primarie che promette scintille, un'eccezione rispetto a tutti gli altri sondaggi che hanno indicato per tutta l'estate un testa a testa. Dalla rilevazione emerge come il presidente continui a perdere terreno mentre aumenta l'insoddisfazione per la sua gestione dell'economia e dell'immigrazione (si veda il caso di New York nel caos), ma anche a proposito della vicenda Ucraina: un crescente numero di americani sostiene che Washington stia facendo troppo per aiutare Kiev e riarmare il suo esercito.

Restano un punto fermo delle doléances le diffuse preoccupazioni per la sua età avanzata. Più di 3 democratici su 5 e indipendenti di orientamento democratico affermano che preferirebbero un candidato diverso dal presidente uscente. Ma i consiglieri di Biden sostengono che resti comunque il democratico più forte per il 2024 e l'unico credibile, malgrado tutto, visti gli altri due candidati dichiarati.

Quanti, invece, desiderano un sostituto dell'ultima ora suggeriscono (l'8%) la vicepresidente Kamala Harris, (l'8%) il senatore Bernie Sanders o semplicemente (il 20%) "qualcun altro" perchè stanchi delle solite figure. Trump ora è in una posizione forte a livello nazionale nonostante debba affrontare molteplici beghe penali: tuttavia, l'impeachment di Biden è un punto a suo favore, un elemento imprevisto che ha livellato, anche se solo in parte, il pedigree elettorale di entrambi.

Trump risulta favorito dal 54% dei repubblicani e degli indipendenti di orientamento repubblicano, rispetto al 51% registrato nel mese di maggio. Il governatore della Florida Ron DeSantis si attesta secondo con il 15%, in calo rispetto al 25% di maggio. Dietro di loro, solo fanalini di coda, anche notori: nessun altro repubblicano raggiunge la doppia cifra. Trump è in testa ai suoi rivali repubblicani anche nei recenti sondaggi statali, che probabilmente offrono indicatori più affidabili rispetto ai sondaggi nazionali sull'andamento della corsa repubblicana nei prossimi mesi.

L'impeachment eventuale frena la corsa di Biden alle elezioni Usa

Nel medesimo sondaggio gli elettori sono stati chiamati a esprimersi anche sulla vicenda impeachment, nonostante al momento l'iter sia agli albori. Anche qui la forbice a danno del presidente uscente è a suo sfavore: il 58% degli intervistati sostiene che vada trattato nonchè perseguito come tutti gli altri cittadini. Si riduce, invece, al 32% la percentuale di coloro i quali ritengono che Biden sia ingiustamente vittimizzato dagli avversari politici.

L'opinione pubblica sembra essere equamente divisa sull'opportunità che il Congresso avvii la procedura di impeachment prima che sia scaldino ulteriormente i motori per le elezioni Usa, con 7 Repubblicani su 10 a sostenere la procedura; sull'altro fronte, 8 democratici su 10 si dichiarano contrari, bollando il processo come "politico". Anche per questo, l'approvazione complessiva resta più o meno al livello di maggio (37%) ma più bassa rispetto a febbraio, quando era al 42%. Il sondaggio, inoltre, rileva che il tasso di disapprovazione di Biden si attesta al 56%, un dato in linea con i sondaggi recenti e che sembra mandare in fumo quel buon credito che i dem avevano guadagnato lo scorso anno dopo le elezioni di metà mandato.

Anche la bidenomics bocciata dagli elettori Usa

Nella stessa analisi è stato chiesto se, guardando indietro, i cittadini americani approvassero ex post l'operato di Trump come presidente. Il risultato è stato 48% di disapprovazione e 49% di assoluto sostegno alle politiche della Casa Bianca pre-2021. Gli Americani sembrano soprattutto rimpiangere la gestione dell'economia da parte del tycoon, puntando il dito contro la bidenomics: l'elettorato non perdonerebbe al presidente in carica sebbene quest'ultimo abbia passato le ultime settimane a promuovere e difendere la sua strategia: basso tasso di disoccupazione, la spesa per le infrastrutture, la lotta al cambiamento climatico e gli investimenti relativi al settore green.

Elementi che negli Stati Uniti non tutto l'elettorato sembra apprezzare, anche alla luce delle elargizioni a favore di Kiev: i timori per l'inflazione che mangia il potere d'acquisto di milioni di famiglie americane spinge il gradimento per le politiche economiche attuali al 30%, il punto più basso della sua presidenza. Un fattore che porta 3 intervistati su 4 a bocciare lo stato dell'arte dell'economia americana, nonostante il tasso di disoccupazione sia rimasto sotto il 4% per buona parte dell'anno.

A seguire, il 57% dei cittadini bolla come negative le politiche per l'occupazione. La presidenza Biden riceve anche la bocciatura sul mercato di gas ed energia (per l'87% i prezzi, ormai, sono da capogiro) ma soprattutto sui prezzi dei generi alimentari (91% di giudizi negativi) che colpiscono soprattutto le famiglie monoreddito che vivono sotto la soglia di povertà.

Tutti temi sui quali il Gop promette di dare battaglia alle elezioni Usa, tra un anno, e per tutta la durata delle primarie.

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