Politica estera

Dalla legionaria Schiff al trafficante di armi: chi sono i 25 italiani sulla lista nera di Putin

In una lista divulgata dagli attivisti di Mediazone, i nomi di 25 italiani finiti fra i più di 92mila nomi di ricercati dal Cremlino, tra personaggi noti e illustri sconosciuti

Dalla legionaria Schiff al trafficante di armi: chi sono i 25 italiani sulla lista nera di Putin

Ascolta ora: "Dalla legionaria Schiff al trafficante di armi: chi sono i 25 italiani sulla lista nera di Putin"

Dalla legionaria Schiff al trafficante di armi: chi sono i 25 italiani sulla lista nera di Putin

00:00 / 00:00
100 %

Una lista di nemici della Russia e del Cremlino, con oltre 90mila nomi di uomini e donne ritenuti pericolosi per Mosca: è questo il frutto di una ricerca degli attivisti anti-Putin di Mediazona, che sono riusciti a scaricare la lista qualche giorno fa senza farsi intercettare dall'intelligence russa. Il lungo elenco ora fa il giro del mondo, e la notizia diventa di quelle cariche a pallettoni dopo la morte di Alexei Navalny.

La lista dei nemici di Putin: oltre 90mila nomi

Proprio da questa lunga raccolta di profili era emerso pochi giorni fa il nome della premier estone Kaja Kallas, "rea" di eccessivo sostegno a Kiev ma soprattutto di attentare-secondo il Cremlino- all'integrità della storia e della cultura russa. Ebbene, in questa lunga lista di ricercati veri e propri, vi sarebbero i nomi di ben 25 italiani. Fra loro alcuni nomi noti ma anche illustri sconosciuti come tal Renzo Folco, 73enne vicentino con numerosi contatti in Bielorussia, al momento di difficile reperitbilità; ma vi figura anche la pilota Giulia Schiff, balzata agli onori della cronaca per aver denunciato atti di nonnismo all'interno dell'accademia di Pozzuoli, e poi volata in Ucraina, divenendo per Mosca una vera epropria foreign fighter.

Tra gli ostracizzati anche Rosario Salvatore Aitala, giudice della Corte Penale Internazionale, "colpevole" del mandato di arresto per Putin per crimini di guerra. Accanto a loro manager (tra cui Giovanni Di Massa, il manager, della Iss International fermato a Mosca lo scorso anno in possesso di mefredone), imprenditori, esponenti di Casa Pound: alcuni di loro sono nomi conosciuti alla Digos, altri invece-oltre a figurare anonimi-sembrano non aver mai avuto nessun problema con la giustizia.

L'estrapolazione dei nomi dei 25 italiani: perchè Putin li vuole?

Estrapolare i nomi italiani dal lungo elenco non è stato semplice. Il merito è dell'esperto di cyber propaganda Alessandro Orlowski, che è riuscito a trovare le giuste traslitterazioni dal cirillico. Ricavare i nominativi dei nostri connazionali non è stato facile, ha dichirato Orlowski, poichè ha richiesto l'utilizzo di un programma speciale, non essendo presente alcun motore di ricerca all'interno della lista. Sono tutti uomini, eccezion fatta per la Schiff, con data di nascita compresa tra il 1951 e il 2002. Apparentemente, nessun filo rosso mette insieme tutti e 25 i nominativi, ognuno dei quali avrà "guadagnato" la propria iscrizione nel database per ragioni differenti, certamente legate a qualche forma di idiosincrasia da parte di Mosca per le proprie posizioni o attività.

Chi sono gli italiani ricercati dal Cremlino

Fra i nominativi che richiamano alcuni ricordi di cronaca alla mente, quello di Ubaldo Procope, antiquario veronese-esperto di icone russe- che esattamente dieci anni fa era stato trattenuto per dieci lunghe ore all'aeroporto di Mosca-Domodevo a causa di un problema di perizie legate a delle icone acquistate regolarmente a Mosca. Scorrendo ancora la lista, spunta il nome di Vittorio Dordi, classe 1965 e originario della bergamasca. Le notizie, a questo proposito, retrodatano al periodo tra il 2007 e il 2009, quando l'uomo viene citato a proposito di un traffico di centomila armi automatiche russe dall’Italia all’Iraq per alimentare la guerriglia: Dordi sfuggi al blitz che portò all'arresto di 17 persone, poichè si trovava in Congo.

Due anni dopo il suo nome, figura in un altro caso di traffico internazionale di armi, quando Dordi era titolare in Italia di un azienda di "fornitura di impianti", la Textile srl, ed era direttore generale della Gold Rock Trading ltd con sede a Cipro, finendo inquisito per traffico di armi destinate a foraggiare conflitti africani.

Fra gli ultimi in elenco anche Kevin Chiappalone, classe 2002, simpatizzante di Casa Pound che fece scalpore nell'estate del 2022 per essersi arruolato nella Brigata internazionale ucraina, finito poi nel registro degli indagati dalla Procura di Genova per via della legge che dal 1995 impedisce agli italiani di arruolarsi per conto di potenze straniere.

Commenti