Cronaca internazionale

Morto Kevin "Condor" Mitnick: l'hacker più ricercato di sempre

Il pirata informatico statunitense è stato sconfitto da una serie di complicazioni mediche legate ad un tumore al pancreas: aveva 59 anni

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Addio all’hacker più ricercato di sempre. Kevin Mitnick è morto domenica 16 luglio all’età di 59 anni: il re dei pirati informatici – soprannominato “Condor”, riferimento al film "I tre giorni del Condor" – si è spento a seguito di una serie di complicazioni mediche legate a un tumore al pancreas. La patologia gli era stata diagnosticata più di un anno fa, riporta il New York Times, ed era sottoposto a cure continue presso il Centro medico dell’Università di Pittsburgh. Pubblicata da SecurityWeek, la notizia è stata confermata da un necrologio pubblicato al Dignità Memorial di Las Vegas.

Kevin Mitnick, l'hacker più ricercato al mondo

La prima impresa è datata 1975, ad appena dodici anni: il futuro “Condor” riuscì ad hackerare il sistema di trasporto pubblico di Los Angeles per poter viaggiare gratuitamente su qualunque bus. Poi nel 1979 si introdusse nella rete di computer della DEC per copiare il software per l’azienda. Condannato nel 1988 – un anno di carcere e tre anni di libertà vigilata – Mitnick violò i computer della Pacific Bell, diventando così latitante. Status che non gli impedì di proseguire la sua attività: rubò migliaia di file di dati e numeri di carte di credito dai computer di tutti gli Stati Uniti. Nel suo mirino anche le reti telefoniche nazionali, arrivando a vandalizzare i sistemi informatici governativi, aziendali e universitari. Gli investigatori dell’epoca lo definirono l’hacker“più ricercato” al mondo.

Al termine di una caccia all’uomo durata più di due anni, Mitnick fu catturato dall’Fbi nel febbraio del 1995 e accusato di frode informatica e telematica. “Presumibilmente aveva accesso a segreti commerciali aziendali del valore di milioni di dollari. Era una minaccia molto grande”, le parole all’epoca dell’ex assistente procuratore degli Stati Uniti Kent Walker. Nel 1998, in attesa della sentenza, un gruppo di sostenitori del "Condor" sequestrò per diverse ore il sito web del New York Times, costringendolo a chiudere. L’anno seguente si dichiarò colpevole di quattro capi di imputazione per frode telematica, due capi di imputazione per frode informatica e uno per intercettazione illegale di comunicazioni via cavo: condanna a 46 mesi di carcere e divieto di utilizzare computer o cellulari senza il permesso dell’agente di sorveglianza per i tre anni successivi al suo rilascio.

Il ritorno in libertà e la nuova vita

Tornato in libertà nel 2000, Mitnick ha abbandonato il mondo dell’hacking per iniziare una nuova carriera come consulente per la sicurezza – ha fondato la Mitnick Security Consulting LLC – ma anche come scrittore e publick speaker. Il suo “L’arte dell’inganno” del 2003 è diventato un best seller, seguito nel 2006 da “L’arte dell’intrusione”. Come consulente, ha agito per sensibilizzare le istituzioni e i cittadini sul pericolo rappresentato dai pirati informatici, fornendo un contributo significativo per il miglioramento della sicurezza.

Mitnick è stato “protagonista” anche sul grande schermo: nel 2000 uscì il film “Takedown”, ispirato alla sua figura, mentre nel 2016 ha preso parte al documentario “Lo and Behold - Internet: il futuro è oggi” di Werner Herzog.

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