Cronaca internazionale

Abu Mazen choc sugli ebrei. E Parigi gli ritira la medaglia

Il 26 agosto scorso il presidente palestinese ha affermato che Hitler non odiava gli ebrei in quanto semiti ma per il "loro ruolo sociale di usurai". Secca la reazione del comune di Parigi

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Arrivano le prime conseguenze politiche alle parole pronunciate nei giorni scorsi dal presidente palestinese Abu Mazen. Il comune di Parigi, così come annunciato nelle scorse ore dal primo cittadino Anne Hidalgo, ha deciso di revocare al leader dell'Anp la Grand Vermeil. Ossia la più alta onorificenza che la capitale parigina assegna alle persone che si distinguono in ambito politico, culturale o sociale.

Abu Mazen, secondo Hidalgo, non può più essere annoverato nella lista di coloro che in passato hanno ricevuto il più importante riconoscimento concesso dalla capitale francese. A pesare per l'appunto sono state le frasi del presidente palestinese, secondo cui l'Olocausto non è stato figlio dell'antisemitismo ma, al contrario, una reazione al ruolo sociale degli ebrei. Per Hidalgo, un'espressione del genere è "contraria ai nostri valori universali".

La decisione del comune di Parigi

Il sindaco della capitale francese ha affidato le motivazioni della sua scelta a una lettera rivolta allo stesso Abu Mazen. "Le frasi da lei pronunciate - si legge - sono contrarie ai nostri valori universali e alla verità storica della Shoah". Nella missiva, Anne Hidalgo ha voluto sottolineare la portata storica dell'olocausto sia in Europa che nella stessa Parigi.

"Lei ha giustificato lo sterminio degli ebrei d'Europa nella Seconda guerra mondiale - si legge ancora nella lettera indirizzata al leader dell'Anp - con una manifesta volontà di negare il genocidio di cui furono vittima le popolazioni ebree d'Europa da parte del regime nazista e dei suoi alleati. La Shoah fa parte anche della storia di Parigi".

"Nella nostra città - conclude Hidalgo- durante la Seconda guerra mondiale, decine di migliaia di bambini, donne e uomini di confessione ebraica hanno subito retate, sono stati deportati e poi sterminati nei campi della morte". La decisione del sindaco di Parigi è stata subito commentata positivamente da diverse personalità ebraiche della capitale francese. A partire dal rabbino capo di Francia, Haim Korsia, il quale ha ringraziato pubblicamente su X/Twitter Anne Hidalgo per la decisione presa.

Analoga posizione è stata presa anche dal presidente del Crif, il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia, Yonathan Arfi. "Questa importante decisione onora Parigi - ha scritto sempre su X il numero uno del Crif - e il costante impegno della città contro l'antisemitismo".

Le possibili conseguenze delle parole di Abu Mazen

Le frasi "incriminate" sono state pronunciate da Abu Mazen lo scorso 26 agosto durante un Comitato rivoluzionario di Al Fatah, il partito fondato dal suo predecessore Yasser Arafat. In particolare, il leader palestinese ha negato l'origine semita degli ebrei in Europa e quindi, di conseguenza, l'esistenza di un'ideologia antisemita da parte di Adolf Hitler.

"Tutti sanno che nella Prima guerra mondiale Hitler era un sergente - ha dichiarato nel raduno del comitato del partito - Combatteva gli ebrei perché si occupavano di usura e di traffici monetari. A suo parere erano impegnati in sabotaggi, e perciò li odiava. Ma un punto deve essere chiaro: non aveva a che vedere con semitismo o antisemitismo".

Il gesto del comune di Parigi ha carattere simbolico, ma con delle potenziali conseguenze politiche. La scelta di Hidalgo potrebbe infatti essere emulata anche da altri enti nel Vecchio Continente e da alcuni governi. Lo spettro per Abu Mazen è adesso legato a un possibile progressivo isolamento politico.

Da Ramallah, sede dell'Autorità Nazionale Palestinese, per il momento non sono emersi commenti né alle scelta del comune di Parigi e né alle varie reazioni registrate in Europa dopo le parole di Abu Mazen.

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