Cronaca internazionale

Usa, storico sciopero dell'auto: la rivolta dei lavoratori contro i "Big Three"

La mobilitazione della United Auto Workers in tre stabilimenti di General Motors, Ford e Stellantis. Il sindacato: "È una battaglia dei lavoratori contro i ricchi"

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"Stasera, per la prima volta nella nostra storia, colpiremo tutti e tre i Big Three contemporaneamente". Inizia così, con le parole in un webcast del presidente della United Auto Workers (Uaw) Shawn Fain, quello che è già stato definito il più grande sciopero della storia dell'auto in America. Poco dopo la mezzanotte, i lavoratori hanno incrociato le braccia in tre grandi stabilimenti. Uno per ciascun colosso dell'auto: General Motors, Ford e Stellantis.

I tre siti interessati sono stabilimenti di assemblaggio a Wentzville (Missouri) per General Motors, a Wayne (Michigan) per Ford e Toledo (Ohio) per Stellantis. Il totale degli iscritti alla Uaw è di circa 150mila lavoratori, quindi lo stop sarà, almeno inizialmente, molto limitato. Tuttavia, Fain ha fatto sapere di prevedere un ampliamento delle agitazioni per massimizzare la pressione sulle aziende. A poco è valso l'intervento di Joe Biden, che in serata aveva intrattenuto un colloquio telefonico con il leader del sindacato per tentare di scongiurare lo sciopero.

L'obiettivo delle proteste è ottenere un aumento dei contratti collettivi fino al 40% - che secondo il sindacato sono gli aumenti medi ricevuti dai Ceo delle imprese - e benefit come una settimana lavorativa di 32 ore, più periodi pagati per assenze familiari, miglioramenti sanitari e la fine del ricorso al lavoro temporaneo e non garantito. "È una battaglia dei lavoratori contro i ricchi, di chi ha e chi non ha, con la classe di miliardari contro tutti gli altri", ha incalzato Fain.

Il sindacato ha finora respinto tutte le contro-proposte formulate dalle tre case automobilistiche. In un comunicato diffuso subito dopo l'annuncio dello sciopero, Ford ha affermato di essere "assolutamente impegnata a raggiungere un accordo che premi i dipendenti e tuteli la nostra capacità di investire nel futuro nel mezzo della trasformazione dell'industria" verso i veicoli elettrici. General Motors si è detta delusa dallo sciopero e ha aggiunto che continuerà "a contrattare in buona fede". Stellantis da parte sua ha annunciato che adotterà "decisioni strutturali adeguate per proteggere le operazioni in Nord America".

Uno studio pubblicato dall'Anderson Economic Group ha previsto che un blocco di 10 giorni della produzione dei giganti dell'auto costerebbe all'economia americana più di 5 miliardi di dollari, con effetti a cascata su fornitori e consumatori a causa di nuove impennate nei prezzi delle vetture.

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