Cronaca internazionale

"Prigozhin è ufficialmente morto": ecco la prova definitiva

Prigozhin è ufficialmente morto. Lo conferma la commissione d’inchiesta russa predisposta per indagare sull’incidente aereo avvenuto il 23 agosto

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Evgenij Prigozhin, capo della Wagner e “ex chef” di Putin, è ufficialmente morto. I test del Dna a cui sono state sottoposte le dieci vittime dell’incidente aereo dello scorso 23 agosto confermano che si tratta dei passeggeri elencati sul registro di bordo. Lo comunica la commissione d’inchiesta russa, che non rilascia ulteriori informazioni o commenti.

Il Comitato d’inchiesta predisposto a indagare l’incidente aereo che ha visto precipitare l’aereo Embrear Legacy 600 a bordo del quale c'era non solo Prigozhin, ma anche il co-fondatore e comandante della Wagner, Dmitry Utkin, ha quindi confermato quello che si ipotizzava da mercoledì scorso.

Chi c’era a bordo

Oltre a Prigozhin e Utkin, a bordo c’erano altri cinque uomini della brigata Wagner: quattro erano guardie del corpo, Evgenij Makaryan, Alexander Totmin, Nikolaj Matyuseev e Sergej Propustin. A questi si aggiunge il vicecomandante della Wagner e “controfigura” di Utkin, Valery Chekalov, responsabile, a quanto risulta, degli affari della Wagner.

A bordo c’era naturalmente anche l’equipaggio aereo, composto dal pilota Aleksei Levshin, il copilota Rustam Karimov e Kristina Raspopova, assistente di volo.

Sulla questione del pilota si è aperto uno dei primi filoni d'indagine perché, a quanto risulta, Levshin non risulta essere il pilota personale di Prigozhin. Quello, in realtà, sarebbe Artem Stepanov e la sua assenza quel giorno ha destato non pochi sospetti, tenendo anche presente che una delle teorie è che l’aereo sia precipitato per via di un’esplosione nata da una bomba posta a bordo del velivolo.

L’incidente aereo

L’aereo Embrear, parte della flotta privata del capo della Wagner, era partito dall’aeroporto Sheremetyevo di Mosca ed era diretto verso San Pietroburgo quando è precipitato nella regione di Tver, a nord-ovest della capitale russa.

Subito si sono accavallate le ipotesi. L’Agenzia federale russa per il trasporto aereo ha aperto un’indagine e la Tass ha dichiarato che l’aereo è precipitato dopo circa mezz’ora di volo, prendendo fuoco in seguito all’impatto. Di tutt’altro tono le accuse da parte degli affiliati della Wagner, tra cui il portale Grey Zone. Questo, poco dopo la notizia, ha scritto sui suoi canali: “Il capo del Gruppo Wagner […] è morto a causa delle azioni dei traditori della Russia. È stato abbattuto dal fuoco della difesa aerea del ministero della Difesa russo”. Alle ipotesi dell'avarie e dell'abbattimento si aggiunge, come detto, quella della bomba a bordo del jet.

Oltre al giallo delle cause dell’incidente, sono stati diverse le voci che hanno dubitato del fatto che Prigozhin fosse realmente morto a bordo dell’aereo. Fra queste anche il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock che ha definito le informazioni come “inattendibili” e il portavoce per gli Affari Esteri della Commissione europea, Peter Stano.

Ora, con l'arrivo dei risultati del test del Dna, qualsiasi dubbio sembrerebbe eliminato.

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