Cronaca internazionale

Paradisi tropicali e villeggiature ai margini dell'Europa: le strane vacanze dei russi

I cittadini russi stanno trascorrendo la loro estate dove passaporto e circuiti bancari non rappresentano un problema e le sanzioni occidentali vengono ignorate. Si tratta di milioni di euro di introiti. Ma mentre qualcuno li rimpiange altri li accolgono controvoglia.

Paradisi tropicali e villeggiature ai margini dell'Europa: ecco dove vanno in vacanza i russi

In Ucraina la guerra va avanti, o meglio, si è attestata sul fronte orientale dove una logorante guerra di posizione miete vittime ogni giorno tra russi e ucraini, militari e civili. Ma distanti dal conflitto, oltre i confini della Federazione, centinaia di migliaia di cittadini russi stanno cercando destinazioni turistiche che consentano di evadere non solo la monotonia, ma anche le sanzioni che li confermano ospiti non più graditi dall'attacco sferrato all'integrità territoriale Ucraina. Tra di loro si nasconde anche chi cerca qualcosa di diverso, un rifugio di lungo termine, dove aspettare al sicuro la "fine del conflitto".

Così, mentre il rublo si indebolisce e l'economia russa che nonostante il default auspicato fin dall'inizio del conflitto affronta i suoi problemi e non crolla, la media borghesia si trasferisce delle sue dacie sul mare, magari nell'ambita Sochi dove dimora anche Putin, e i più facoltosi decollano alla volta di mete esotiche e assolate. Mete che certificano di avere ancora il piacere di accogliere i villeggianti russi: gli stessi che per almeno due decenni hanno frequentato le sofisticate capitali del Vecchio continente, le spiagge italiane e francesi, le isole greche, e ogni altro piccolo paradiso occidentale.

Non sono molti, ma nel Mediterraneo e in Asia, alcune realtà sono ancora "disposte ad accettare il denaro" dei russi, ricordano sul sito d'approfondimento dell'omonimo argomento Politico, che non perde l'occasione di sottolineare come questo mercato estremamente redditizio possa causare problemi diplomatici su vari livelli: dalle tensioni con il vicino d'ombrellone in spiaggia alla politica interna e estera, dato quanti non concedono più alla Russia lo status di stato-paria.

Le mete preferiti dai russi in Europa

Secondo le analisi dei flussi pubblicate da Politico sono almeno 7 milioni i russi che si sono già messi in viaggio o puntano a visitare entro l'anno la Turchia. Stato ripetutamente introdotto dalla carta stampata come realtà geografica "a cavallo tra Oriente e Occidente", e partner strategico che ha sempre preoccupato la Nato a causa della sua dualità nei confronti degli alleati dell'Alleanza Atlantica e nei confronti di Mosca: a cui Washington non ha mai smesso di guardare come avversaria essenziale. Il sultanato di Recep Tayyip Erdogan, riconfermato presidente della Turchia, ha concesso fin dal primo momento il proprio sostegno formale a Kiev nel respingere l'invasione russa, allineandosi con la Nato, ma allo stesso tempo si è rifiutato di imporre sanzioni a Mosca.

Per tale ragione Ankara può ancora permettersi di accogliere i vacanzieri russi e il loro denaro: compresi i beni di valore che essi cercano di spostare all'estero. La Turchia è infatti una delle poche destinazioni europee a non aver chiuso i suoi aeroporti ai voli provenienti dalla Russia, offrendo attraverso i suoi operatori voli diretti che per poche centinaia di euro posso portare da Mosca ad Antalya e Bodrum. Le entrate del turismo in Turchia sono cresciute di "oltre un quarto", raggiungendo i 21,7 miliardi di dollari secondo statistiche recentemente pubblicate.

Attualmente ben 145.000 russi hanno un permesso di soggiorno che consente loro di rimanere in Turchia, garantendo un rifugio sicuro dalla guerra - dove si stanno colpendo anche bersagli anche sul territorio russo - dall'instabilità politica e dal rischio della coscrizione obbligatoria per i giovani che da tempo temono di ricevere una chiamata per essere "addestrati a combattere". È proprio in Turchia, in località turistiche come Antalya, frequentata sia da russi che da ucraini fuggiti dalla guerra, che sono state registrate le prime tensioni tra villeggianti e ospiti a lungo termine che rischiano, presto o tardi, di essere espulsi dalla generosa per ragioni prettamente legate alla politica interna turca: in rispetto delle promesse elettorali nel contrasto dell'immigrazione.

Anche l'ambita e divisa isola di Cipro è da molti anni rinomata meta di villeggiatura per i moscoviti e per i russi medi in generale, e nonostante la tassa di 80 euro per i visti imposta quest'anno, il divieto di voli commerciali diretti e il prezzo dei voli che dalla Russia devono comunque fare scalo - in Armenia o in Turchia - non è riuscita ad inibire il flusso dei vacanzieri russi; sebbene tali decisioni, secondo i funzionari locali, abbia già causato la perdita di 600 milioni di introiti ad essi strettamente legati.

Nota per essere uno stato avvezzo nell'emissione dei cosiddetti "passaporti d'oro" - ossia uno di quegli stati dell'Unione Europea che concedono la cittadinanza a coloro che investono una somma superiore ai 2,5 milioni di euro nel Paese - Cipro è tra le mete più ambite dai russi che vogliono allontanarsi dalla Federazione e godersi il mare del Mediterraneo. Tuttavia, una lista di oligarchi che non possono e non potevano essere esentati dalle sanzioni hanno costretto il governo cipriota a ritirare ben 222 passaporti. Compresi quelli ottenuti da numerosi miliardari che un tempo facevano la fortuna di località d'élite in Costa Smeralda, Versilia e Costa Azzurra.

In ultimo è la Georgia, ex-stato satellite sovietico del Caucaso proteso verso la Nato, ad attirare i vacanzieri russi che nutrono una grande fascinazione per quella terra verde che è da sempre considerata linea di demarcazione tra Europa e Asia ed era rinomata "destinazione di villeggiatura" per i compagni sovietici prima e per la nuova classe media russa poi. Lì i russi affollano da decenni le spiagge che affacciano del Mar Nero tanto quanto la capitale Tbilisi e le migliori località di montagna. Secondo le stime solo nel 2022 più di 1,1 milioni di vacanzieri russi hanno visitato il Paese che ha stretto forti rapporti con l'economia dell'Ue, non disdegnando allo stesso tempo crescenti relazioni con il Cremlino. Nel 2021 erano appena 200mila i russi che visitavano la Georgia in un anno.

Secondo un sondaggio condotto in marzo soltanto il 4% delle persone intervistate su un piccolo segmento si è definito a favore dei vacanzieri russi - e sempre per via delle somme di denaro spese; mentre un georgiano ogni tre intervistati ha affermato che i visitatori russi "dovrebbero essere banditi fino a quando Mosca non rinuncerà al controllo delle regioni occupate dell'Abkhazia e dell'Ossezia meridionale". Le tensioni in aumento in queste ampie aeree non vanno infatti sottovalutate a livello di rapporti internazionali e future escalation, tralasciando per un istante il focus turistico dell'analisi.

Anche Asia e Medio Oriente

Se a Occidente le mete sono ridotte, ad Oriente l'offerta per i vacanzieri russi è ovviamente più ampia, e conta tra le mete più ambite la Thailandia che concede un mese di viaggio senza visto, registrando un incremento del 1.000% di turisti provenienti dalla Russia solo nell'ultimo anno. Dati di Bloomberg. Secondo quanto riportato infatti, negli ultimi 6 mesi sono 791.574 russi che si sono recati nel paradiso dell'Estremo oriente molto ambito da europei e americani.

In Thailandia è stato registrato inoltre un gran numero di acquisti di ville e appartamenti nel mese di gennaio, molti dei quali acquisiti da cittadini con passaporto russo, che vengono ritenuti rifugi esotici dove "aspettare la fine della guerra". Al fine di rafforzare i rapporti con Regno di Thailandia, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov si recato a Bangkok nel mese di luglio, sottolineando "l'importanza di rafforzare la cooperazione nel commercio e negli investimenti" con il Paese che in seguito ad una forte e recente industrializzazione è diventato una delle maggiori potenze a medio reddito che affacciano sul Pacifico.

Un altro forte incremento, al sicuro da sanzione e pressioni estere, viene registrato negli Emirati Arabi Uniti, dove la tentacolare Dubai, parco giochi per i milionari di tutto il mondo, sta accogliendo come in passato i ricchi viaggiatori russi che hanno dovuto dire addio ad altre mete dello stesso livello - almeno per il momento.

Meta perfetta per spendere ingenti somme di denaro, Dubai ha assistito, quale principale polo d’attrazione, all’ondata di espatriati russi che si sentono più al sicuro dalle opinioni tranchant dispensate altrove da stampa e opinione pubblica sempre più diffusamente anti-russe. Gli Emirati Arabi Uniti stanno ampliando da qualche tempo i loro legami commerciali con le aziende russe che hanno stabilito filiali o si sono direttamente trasferite nella potenza del Golfo, che non disdegna le acquisizioni di petrolio a basso prezzo, almeno fino a quando la pressione dei partner occidentali non si farà insostenibile. Il raffreddamento dei rapporti tra gli Emirati e Mosca potrebbe condurre alla stretta per gli espatriati che dovrebbero così rinunciare ad un rifugio dorato in Medio Oriente.

Il delicato equilibrio della Crimea

La penisola di Crimea, annessa da Mosca nel 2014, è da sempre meta turistica ambita dai russi che hanno acquistato seconde case e regolarmente prenotato pacchetti vacanze per godersi un periodo di villeggiatura sulle costa del Mar Nero. La prossimità del conflitto, gli annunci di una possibile offensiva ucraina che punti a rioccupare la Crimea e il sabotaggio di strutture militari e civili come il ponte automobilistico e ferroviario di Kerch - attaccato ripetutamente forze ucraine al fine di interrompere i convogli militari russi e dimostrare la propria capacità nel colpire bersagli chiave - ha allontanato la grande maggioranza dei turisti che hanno abbandonato in blocco l'idea di trascorrere le proprie vacanze in Crimea.

Dove i proprietari di attività recettive affermano quanto la "situazione" sia "più grave di quanto il governo sia disposto ad ammettere".

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