Cronaca internazionale

Lo strazio estremo, un inferno per i genitori di Indi Gregory

Sono in attesa i genitori della minuscola Indi, anche se le attese sono fatte per augurarsi qualcosa. Quest’attesa rende ogni respiro un atto razionale

Lo strazio estremo, un inferno per i genitori di Indi Gregory

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Una delle prime cose che diventa chiara quando ci si ritrova genitore, ben prima di quando si riesca a capire "come" essere genitore, è il concetto di inferno. All’inizio perdi il corpo, che smette di essere tuo e diventa la casa di qualcun altro, poi sono i pensieri a essere presi in ostaggio: da lì spariscono un sacco di cose che ingombrano, se ne vanno e fanno spazio. E poi arriva il terrore. Quelle di prima, capisci, erano solo paure. Adesso, immaginando, il sangue si fa ghiaccio liquido. Non importa più cosa ti possa succedere, l’importante è che non "gli" succeda.

Come si può pensare di dover stare davanti a un figlio, immobili, mentre si prende il tempo per morire? È l’inferno dei genitori di Indi dalle undici (inglesi) di ieri mattina. In quella stanza di morte e luci livide, le vetrate inutilmente aperte su un mondo che tanto lì non può entrare e il tempo scandito dal rumore dei monitor che tormenta i timpani come fitte e poi scende a paralizzare tutto il resto. In piedi, seduti, inginocchiati, sdraiati su quel corpo piccolo sistemato dentro al vestito bello ad aspettare che non si gonfi più di respiro. Ad aspettare di doverlo vedere immobile.

È iniziato l’ultimo viaggio di Indi sotto alla coperta decorata che avrebbe dovuto tenerla al caldo e non aspettare che diventasse fredda. Negli otto mesi della sua esistenza è stato tutto un calvario per lei mamma e papà, ma queste ultime ore, ad accarezzarla aspettando che passi di là, che non ci sia più... È questo l’inferno. Stare davanti al letto di un figlio a guardarlo morire, per ore, per giorni. Senza potersi squarciare per passargli vita, cedergli il respiro, cavarsi il cuore per sistemarglielo dentro e farlo funzionare, tanto noi non ce ne faremo mai più niente. Senza riuscire a farlo alzare da quel letto che non lo restituirà rigenerato ma se lo prenderà, se lo inghiottirà senza restituirlo.

Sono in attesa i genitori della minuscola Indi, anche se le attese sono fatte per augurarsi qualcosa. Quest’attesa rende ogni respiro un atto razionale. Nell’inferno di un genitore si guarda un figlio morire senza poter fare niente. Assolutamente niente. Tranne che baciarlo.

Si bacia in tanti modi, loro la staranno baciando con tutto.

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