Cronaca internazionale

"Tanti hanno perso tutto". La testimonianza del frate a Marrakesh

Fra Manuel Corullon, della parrocchia dei Santi Martiri di Marrakesh, racconta i drammatici momenti del sisma e anche di come la piccola comunità cristiana della città si sta attivando per fornire aiuto alle persone più colpite

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Si continua a scavare in Marocco. Ore di angoscia e speranza per i soccorritori e per chi attende di avere notizie delle persone rimaste sotto le macerie. I morti sono già oltre i 2100, con altrettanti feriti. Ma la tragica conta delle persone che non ce l'hanno fatta troppe allungarsi nel corso delle prossime ore. Gli escavatori raggiungono con difficoltà i villaggi di montagna e tante case, di fango e pietra, sono state spazzate via dalla furia delle scosse che hanno fatto tremare la catena dell'Atlante e il sud del Marocco.

Tra le città più colpite Marrakesh, uno dei luoghi più famosi del Paese, dove siamo riusciti a contattare padre Manuel Corullon, frate francescano della parrocchia dei Santi Martiri, che da molti anni vive in Marocco.

"Noi siamo nel centro della città e abbiamo sentito tremare tutto... Poi alle 4:30 di sabato una seconda scossa terribile" ci racconta il frate. "La nostra casa parrocchiale e la chiesa sono costruite in pietra e hanno resistito al terremoto, ma tante case sono crollate".

La comunità cattolica di Marrakesh è composta in larga parte di residente stranieri che vivono in Marocco, studenti e lavoratori dell'Africa subsahariana, ma anche dei migranti che percorrono la rotta che dal cuore dellì'Africa tenta di arrivare in Europa attraverso il Paese devastato dal sisma. "Tanti migranti stanno venendo in chiesa perché sono rimasti senza un tetto dove dormire. La Caritas parrocchiale si sta organizzando anche su questo frangente", racconta. È una comunità giovane, ci spiega padre Corullon, con circa 500 e 600 persone che assistono alla messa della domenica in un Paese a larghissima maggioranza musulmana. In tutto sono circa 1.500 i cittadini cristiani di Marrakesh, cui si aggiungono appunto i migranti ma anche i turisti che affollano la perla del Marocco.

Per i cittadini di Marrakesh che hanno perso la casa, ora c'è bisogno di tutto. "La nostra priorità è la distribuzione di cibo e di acqua potabile" ci dice il frate francesco, "ma servono anche vestiti. Tanta gente ha perso tutto e sta per strada senza nulla con cui cambiarsi". Queste ore servono alla parrocchia e alla Caritas per organizzarsi e avviare la sua opera di aiuto.

"Per la nostra comunità ma anche in tutti i quartieri più lontani, senza alcuna distinzione, per cristiani e musulmani" sottolineare padre Corullon.

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