Cronaca internazionale

Tensione nel Baltico: i caccia della Nato intercettano i jet russi

Gli F-16 belgi e i Mirage 2000 francesi si sono alzati in volo, supportati dai Jas 39 Gripen svedesi, in risposta all'avvicinamento allo spazio Nato di velivoli militari russi

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Gli aerei della Nato hanno intercettato alcuni velivoli militari russi che si stavano avvicinando allo spazio aereo dei Paesi Baltici. Lo scramble, cioè l'atto di far decollare un caccia intercettore per identificare una minaccia nemica, ha visto il coinvolgimento degli F-16 del Belgio e dei Mirage 2000 francesi, entrambi impegnati in una missione operativa proprio nella regione minacciata dal Cremlino, insieme ai Jas 39 Gripen svedesi. La notizia è stata riportata dal Comando aereo della Nato. Ricordiamo che, da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, episodi del genere – pericolosissimi per la facilità con la quale potrebbero innescare un incidente e quindi esacerbare le tensioni - si sono più volte ripetuti nei cieli dell’Europa settentrionale e orientale.

Scramble nel Baltico: aerei Nato in volo

In ordine cronologico, l’ultimo scramble è avvenuto nel Baltico, non distante dallo spazio aereo controllato dai Paesi Baltici. Sappiamo poco di quanto avvenuto, comprese le esatte dinamiche e le manovre dei velivoli coinvolti. Secondo quanto riferito dall’Alleanza atlantica, gli F-16 belgi e i Mirage 2000 francesi si sarebbero alzati in volo, supportati dai Jas 39 Gripen svedesi, in risposta ad una sortita russa.

"Primo scramble: gli F-16 belgi e i Mirage 2000 francesi, attualmente in missione di controllo aereo della Nato nei Paesi Baltici, e i Jas 39 Gripen svedesi, hanno effettuato un decollo di emergenza quando i caccia russi si sono avvicinati allo spazio aereo alleato. L'intercettazione è stata coordinata dal controllo aereo della Nato e della Svezia", ha scritto su X il Comando aereo della Nato, pubblicando tre immagini.

Tra l’altro, gli F-16 e i Mirage 2000 sopra citati hanno appena sostituito Eurofighter Typhoon dell’Aeronautica Militare presso la base aerea lituana di Siauliai, dove, fino allo scorso primo dicembre, il contingente italiano era incaricato di assicurare il servizio di difesa aerea dei Paesi Baltici. Dopo un mandato durato quattro mesi – caratterizzato da 35 alpha scramble e dall’intercettazione di 60 velivoli non identificati - l’Italia ha passato il timone a Belgio e Francia. Che hanno subito avuto un gran lavoro, a giudicare da quanto avvenuto poche ore fa.

Le precedenti tensioni ad alta quota

È impossibile elencare tutti i precedenti noti di scramble e intercettazioni effettuate dalla Nato. Certo è che, ogni volta che i mezzi del Cremlino prendono una traiettoria che indica una tangenza (violazione) con i confini dell’Alleanza atlantica, o che si avvicinano in zone off limits, ecco scattare il comando di decollo rapido degli aerei addetti alle operazioni di polizia e difesa dei confini dei paesi della stessa Nato.

Lo scorso ottobre, uno Ilyushin Il-38 russo è stato rilevato nei pressi della portaerei britannica HMS Queen Elizabeth al largo della costa settentrionale della Norvegia. Il velivolo di Mosca è stato intercettato da un gruppo di F-35 britannici e F-35A norvegesi che lo hanno scortato e allontanato dalla zona sensibile. Soltanto due settimane prima, due cacciabombardieri italiani F-35A erano decollati dalla base aerea di Malbork, in Polonia, per intercettare e far rientrare altrettanti Su-30 russi che si erano avvicinati, senza alcun avvertimento, al limite del confine polacco.

A luglio, invece, la Royal Air Force britannica (Raf) aveva fatto sapere che i suoi Eurofighter Typhoon in Estonia erano stati mobilitati per intercettare un aereo Tu-214 dell'aeronautica russa scortato da due jet Flanker Su-30M. Adesso, sempre a quelle latitudini, è avvenuto l’ultimo scramble, a quanto pare andato a buon fine.

E, soprattutto, senza incidenti.

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