Cronaca locale

"Solo mal di testa". Dimesso due volte dall'ospedale, muore a 40 anni per aneurisma

Chiuse le indagini, la procura della Repubblica di Padova punta il dito contro Luigi Davì e Virginio Brazzale

"Solo mal di testa". Dimesso due volte dall'ospedale, muore a 40 anni per aneurisma

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"Solo mal di testa". Dimesso due volte dall'ospedale, muore a 40 anni per aneurisma

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Si stringe il cerchio intoro ai presunti responsabili della morte di Andrea Naliato, autotrasportatore di 40 anni di Arre: la procura della Repubblica di Padova, a conclusione delle indagini, ha individuato due dipendenti dell'ospedale di Schiavonia, ovvero il radiologo Luigi Davì e il medico del pronto soccorso Virginio Brazzale.

In realtà, inizialmente, il pm Silvia Golin, aveva iscritto in tutto sei persone nel registro degli indagati, contestando loro il reato di omicidio colposo. Tuttavia, dopo il responso degli esami autoptici condotti dal medico legale Antonello Cirnelli e dai consulenti Mangiafico e Costigliola, e quindi dopo la chiusura delle indagini, il numero dei presunti responsabili si è ridotto a due. A rischiare il rinvio a giudizio per gli errori che sarebbero stati da loro commessi sono quindi i due medici sopra indicati.

Cosa accadde

Per comprendere cosa accadde ad Andrea è necessario riavvolgere il nastro fino al 26 ottobre del 2022, quando l'autotrasportatore, a causa di una tremenda emicrania, chiese di essere accompagnato alla guardia medica di Conselve (Padova). Il medico di servizio lo visitò e gli prescrisse di assumere dei farmaci per regolare la pressione saguigna.

Ciò nonostante, tuttavia, quel mal di testa lacerante non voleva saperne di lasciarlo in pace, per cui due giorni dopo, ovvero il 28 ottobre, l'uomo decise di recarsi diretamente in ospedale, raggiungendo il pronto soccorso del nosocomio di Schiavonia. Dopo avere effettuato una Tac, il personale medico decise di consigliare l'assunzione di un'altra serie di medicinali regolatori della pressione del sangue. Ancora una volta, purtroppo, le cure proposte non ebbero riscontro, e Andrea, una volta tornato a casa, vide riacuttizzarsi quella terribile emicrania.

Il 40enne tornò al pronto soccorso dell'ospedale di Schiavonia il 31 ottobre: ancora una volta fu sottoposto a una Tac e gli fu prescritta l'assunzione di farmaci contro l'ipertensione. Dopo la nuova dimissione i dolori aumentarono in modo esponenziale, fino a giungere al tragico epilogo del 2 novembre, quando l'uomo ebbe un malore a casa. Dopo aver contattato il 118 per richiedere l'invio di un'ambulanza, la compagna dell'autotrasportatore riuscì a rianimarlo. Trasportato all'ospedale Civile di Padova, Andrea fu ricoverato d'urgenza, ma purtroppo dopo soli due giorni arrivò il decesso a causa di un'emorragia cerebrale.

Le accuse

La procura della Repubblica di Padova contesta a Luigi Davì di aver commesso un grave errore fornendo una diagnosi sbagliata, ovvero non rilevando l'evidente aneurisma cerebrale (di 6/7 millimetri) dell’arteria comunicante anteriore destra. Nella sua relazione, il medico legale Cirnelli ricollegò il caso con quello di Sharon Stone, che guarì dopo un intervento chirurgico: ciò significa, in sostanza, che anche Andrea si sarebbe potuto salvare, specie de Davì avesse provveduto a far analizzare le immagini a un altro collega per avere un confronto.

A Virginio Brazzale il pm contesta di non aver analizzato con la dovuta attenzione la mancata risposta alla terapia consigliata dopo il primo ricovero e di aver tenuto in scarsa considerazione le indicazioni di un collega neurologo.

Oltre ciò, come sarebbe stato doveroso, non provvedette né a programmare un ricovero né a ricercare il parere di specialisti, limitandosi a dimetterlo in codice bianco come semplice "paziente iperteso".

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