Cronaca locale

Doveva esser allontanato dall'Italia. Ecco chi è il nigeriano che ha stuprato una 18enne

L’arresto è avvenuto dopo quasi due mesi di indagini. Il nigeriano risulta essere clandestino e con una condanna scontata per violenza sessuale e rapina

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Una caccia all'uomo durata quasi due mesi. Giorni di intenso lavoro da parte della per individuare il responsabile della violenza ai danni di una giovane. Alla fine, però, l’attività investigativa ha dato i suoi frutti. Gli agenti della Squadra mobile e del commissariato di Anzio-Nettuno hanno individuato e fermato nello scalo ferroviario di Aprilia colui che è ritenuto essere il responsabile dello stupro della 18enne avvenuto la sera dello scorso 12 maggio nella zona di Anzio 2, il quartiere popolare situato alla periferia della cittadina laziale. L'indagato, trasferito in carcere, sarò ascoltato dal gip di Velletri nell'ambito dell'interrogatorio di convalida del fermo.

L’uomo forse sapeva di essere ricercato dalle forze dell’ordine. E così, probabilmente, aveva deciso di far perdere le proprie tracce. Come? Lasciando il piccolo comune per raggiungere Roma. Tentativo inutile. Il 32enne nigeriano, risultato essere clandestino e già con una condanna scontata per violenza sessuale e rapina, non è riuscito a prendere il treno diretto nella Capitale.

Un lavoro non facile, quello della polizia. Gli agenti hanno ascoltato la giovane e utilizzato le immagini di alcune telecamere presenti in quel tratto di strada. Pezzo dopo pezzo si è ricostruito il puzzle. Ma, spiega il Corriere della Sera, a incastrare lo straniero, ospite in passato di un centro d’accoglienza in Sicilia e ritenuto colpevole di un’aggressione a sfondo sessuale, è stato l’esame del Dna. La scientifica aveva individuato tracce biologiche del violentatore non solo sugli indumenti della giovane ma anche nella baracca situata nei pressi di un area boschiva. Gli elementi sono stati successivamente confrontati con il profilo biologico del fermato.

Lo stupro del nigeriano e le urla della ragazza

Lo stupro sarebbe avvenuto intorno alle 23. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti la giovane, una cittadina italiana di origini romene, era scesa da un bus e stava rientrando a casa a piedi quando nella zona di Corso Italia, piazza di spaccio e frequentata da clochard, era stata avvicinata dal nigeriano. Quest’ultimo l’avrebbe trascinata in una baracca fatiscente nascosta dalla vegetazione. Dopo averla immobilizzata, l'aggressore avrebbe abusato della ragazza. La vittima ha iniziato a urlare chiedendo aiuto. L'aggressore sarebbe, poi, fuggito via scavalcando la recinzione in filo spinato che delimita l'area non prima di aver anche derubato la giovane. La ragazza, sotto choc, è stata soccorsa da un passante che ha poi chiamato il 118. I sanitari intervenuti hanno trasferito la giovane al Pronto soccorso per tutte le cure del caso.

Gli elementi utili alle indagini

Gli investigatori della IV sezione della Mobile, specializzata in reati con violenze di genere, ritengono che la violenza non sarebbe stata pianificata dal nigeriano che, evidenzia ancora il Corriere, nel 2016 era stato arrestato per aveva picchiato, rapinato e stuprato una donna. Per quei fatti lo straniero aveva scontato una pena.

In realtà il nome del nigeriano era stato fin da subito inserito tra quello di alcuni sospettati, in quanto assiduo frequentatore della baracca. Un altro elemento utile alle indagini è venuto dal racconto della ragazza. Quest’ultima aveva descritto i tatuaggi dell’uomo e la sua particolare camminata.

Il 32enne dovrà rispondere di violenza sessuale, lesioni e rapina.

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