Cronaca locale

L'assalto armato in casa, poi la reazione contro i rapinatori: choc nel veneziano

Alberto Biondo è stato colpito da un proiettile esploso da uno dei malviventi: operato nella notte a Mestre, ora sta bene

L'assalto armato in casa, poi la reazione contro i rapinatori: choc nel veneziano

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L'assalto armato in casa, poi la reazione contro i rapinatori: choc nel veneziano

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Sono stati attimi di interminabile terrore quelli vissuti dalla famiglia Biondo all'interno della propria abitazione sita nel territorio del comune di Cavallino-Treporti (Venezia), a causa dell'irruzione di una banda di rapinatori armati avvenuta nel tardo pomeriggio della giornata di ieri, domenica 18 febbraio.

A raccontare cosa è accaduto in quei momenti è una delle vittime, il 62enne Maurizio Biondo. La villetta in cui risiede la famiglia, che si trova in una zona abbastanza isolata dinanzi alla laguna di Venezia, viene presa d'assalto da una banda composta da tre rapinatori, che entra in azione intorno alle ore 19.00. Dopo avere manomesso l'impianto di illuminazione esterna per assicurarsi di non essere scoperti, i malviventi accedono al pianterreno della casa, dove risiedono gli anziani genitori di Maurizio Biondo. La madre 80enne di quest'ultimo viene colta di sorpresa e immobilizzata, ma riesce comunque a gridare e a chiedere aiuto al figlio. Le urla attirano l'attenzione degli altri familiari che vivono al piano di sopra: la prima ad accorrere in soccorso dei suoceri è la moglie di Maurizio, che viene tuttavia bloccata sulle scale.

"Lei era qui e gridava", ricorda Maurizio Biondo durante un'intervista concessa all'uscita dell'ospedale di Mestre. "Ho aperto la porta e mi sono trovato di fronte a due incappucciati, che subito mi hanno colpito sulla testa col calcio della pistola", prosegue, "d'istinto li ho presi e ho chiamato mio figlio, che era in bagno: 'Alberto, dammi una mano!'". Il 32enne accorre subito in suo aiuto, e inizia una violenta colluttazione coi rapinatori, evidentemente sorpresi dall'inattesa quanto veemente reazione.

"I due sono rotolati giù dalle scale con mio figlio e sono finiti sul pavimento di sotto", spiega ancora il 62enne ai giornalisti. "Sono corso giù per aiutare mio figlio, che era sotto ai due, e al piano terra c'era un terzo uomo, armato, che aspettava". È quest'ultimo a esplodere un colpo d'arma da fuoco. "Mentre tiravo Alberto, ho sentito un colpo di pistola... Non pensavo fosse vera, ma che si trattasse di una scacciacani...", prosegue Maurizio. Purtroppo non è così, e il figlio viene ferito. Il 62enne continua a lottare come un leone contro i malviventi che stavano riuscendo ad avere la meglio su Alberto, e riesce a liberarlo. "A quel punto i due a terra sono scappati fuori casa, mentre il terzo, con la pistola in mano, è rimasto dentro", ricorda ancora l'uomo."L'ho preso da dietro, d'istinto, l'ho tenuto ma col calcio della pistola mi dava colpi sulla testa. Chiamavo Alberto per darmi una mano ma lui mi ha gridato: "Non ce la faccio, i me gà sparà", ovvero "mi hanno sparato".

A questo punto Maurizio desiste e molla la presa, lasciando libero il rapinatore di andarsene."Ha caricato la pistola e mi ha detto: 'Stai zitto perché ti sparo'. Poi i due fuori sono rientrati a chiamarlo...lui, però, non voleva uscire... Alla fine se ne sono andati", conclude l'uomo.

Gli investigatori sono al lavoro per tentare di individuare i responsabili: ancora non è chiaro se il colpo che ha raggiunto Alberto sia stato esploso intenzionalmente contro di lui oppure se sia partito in modo accidentale oppure erroneo durante uno sparo di avvertimento. Colpito a un ginocchio, il 32enne è stato trasportato in elicottero all'ospedale di Mestre e operato nella notte: ora sta bene.

Medicato anche il signor Maurizio, che ha riportato lesioni alla testa.

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