Cronaca locale

"Avevano già ucciso". Così i pitbull hanno sbranato Francesco Pio a Eboli

Mentre la procura della Repubblica di Salerno indaga per verificare se ci sono responsabilità oggettive per la morte del bambino di 13 mesi, emergono nuovi riscontri sulla terribile vicenda

"Avevano già ucciso". Così i pitbull hanno sbranato Francesco Pio a Eboli

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Il giorno dopo il tragico episodio di Eboli, in provincia di Salerno, dove due pitbull hanno ammazzato Francesco Pio D'Amaro, un bimbo di 13 mesi, strappandolo dalle braccia dello zio, si stenta ancora a credere a ciò che è successo. Il dramma si è consumato nella mattinata di ieri in pochi minuti: prima la furiosa aggressione dei cani al piccolo e i vani tentativi della madre Paola Santoro e degli zii di fermare le belve inferocite, poi la presa di coscienza. Per Francesco Pio non c'è stato nulla da fare, il suo cuore ha smesso di battere nel momento in cui uno dei due pitbull lo ha azzannato.

L'inchiesta

Sono trascorse ventiquattro ore e nessuno riesce a darsi pace in città. Mentre la procura di Salerno indaga per scoprire se ci sono responsabilità oggettive per la morte del bambino, emergono alcuni retroscena inquietanti che rendono ancora più amara l'intera vicenda. Sembrerebbe, dai primi riscontri, che a gennaio scorso i due pitbull avessero aggredito e ucciso il proprio padre. Un episodio che, se fosse confermato, aprirebbe nuovi scenari. Gli animali, in quel caso, avrebbero già mostrato il loro lato violento e questo presupponeva maggiore attenzione nella custodia da parte della proprietaria, la vicina di casa e amica di famiglia dei Santoro. La donna, quando ha saputo della morte di Francesco Pio, si è sentita male. Ospitava nella casa confinante con la sua la madre del piccolo, che aveva avuto questo bambino da una relazione con un immigrato marocchino. Il precedente compagno, con cui Paola ha altri due figli, l'aveva successivamente riconosciuto.

Il giallo della custodia dei cani

Dalle testimonianze raccolte dai carabinieri sembrerebbe che i pitbull fossero tenuti quasi sempre legati, cosa che evidentemente non è si è ripetuta nella giornata di ieri, ma le dichiarazioni del sindaco di Eboli Mario Conte hanno insinuato più di un dubbio. Il primo cittadino, che si è recato sul posto appena ha appreso la notizia, ha dichiarato che i cani, attualmente custoditi in un canile di Pignataro Maggiore, nel Casertano, erano sempre liberi di circolare nel giardino. "Forse - ha dichiarato al Corriere della Sera la zia del bimbo, Milena Santoro - i cani hanno pensato che il bambino fosse un pericolo poiché non lo avevano mai visto. I pitbull erano già chiusi in stanza quando sono arrivata. Non ho neanche visto il piccolo. Mia sorella mi ha raccontato che i cani l'hanno attaccato direttamente".

Il racconto del nonno

Il nonno, Francesco Santoro, ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano la Repubblica. Lui è stato un testimone oculare. Rientrando dal lavoro è rimasto fuori al cancello chiuso a chiave, ma ha assistito alla terribile scena."Mio figlio - ha detto - quello che aveva il bambino in braccio, quando ha visto i cani agitati, ha alzato il piccolo per sottrarlo ai pitbull, ma uno di loro ha tirato la coperta del bambino e mio figlio è caduto ed è caduta anche mia figlia che si è ferita a una gamba".

Ora, si attende l'esame autoptico per avere ulteriori informazioni su come è morto il piccolo, mentre il sindaco ha fatto sapere che il Comune pagherà le spese del funerale e sarà vicino alla famiglia con gli assistenti sociali.

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