Cronaca locale

Il quartiere trasformato in discoteca (a cielo aperto): (mala)movida e degrado a Milano

I residenti del quartiere Lazzaretto sono stanchi di non riuscire a dormire la notte a causa della musica del rumore che vanno avanti anche fino alle 5 del mattino

Il quartiere trasformato in discoteca (a cielo aperto): (mala)movida e degrado a Milano
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Siamo a Milano, e quella che di giorno sembra una normale strada cittadina, uguale a molte altre, di notte si trasforma in una discoteca a cielo aperto. Stiamo parlando di via Lecco, in zona porta Venezia, quartiere centralissimo del capoluogo lombardo. Una volta sceso il tramonto, la via diventa un ritrovo per centinaia di giovani che ballano, suonano e urlano. Qui lo spaccio di droga va avanti fino a tarda notte. I residenti sono stanchi di questa situazione a loro dire invivibile e chiedono al sindaco Beppe Sala, ancora una volta, di intervenire. Il primo cittadino sembra, però, fare orecchie da mercante, preferendo attuare ordinanze già viste, che in passato erano risultate inefficaci.

Una discoteca a cielo aperto

Il Comitato del Lazzaretto ha inviato un esposto alle istituzioni, e nello specifico al sindaco Sala, all'assessore allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro Alessia Cappello, all'Assessore allo Sport, Turismo e Politiche Giovanili Martina Riva, all'Assessore alla Sicurezza del Comune di Milano Marco Granelli, al Prefetto di Milano Renato Saccone, al Questore di Milano Giuseppe Petronzi, e al Comandante della polizia Locale di Milano Marco Ciacci. Nel documento il Comitato chiede alle istituzioni come sia possibile montare in sospensione una gigantesca palla da discoteca alle 23:00 di notte ignorando le più elementari norme di sicurezza a tutela delle persone. Già, perché nella notte di venerdì 7 luglio, tra via Lecco e Via Panfilo Castaldi, è successo anche questo, come testimonia un video che sta facendo il giro dei social. La zona, già resa impraticabile dalla miriade di gente presente, è stata ancor più resa impervia dall'arrivo di una mega palla da discoteca che con un camion è stata issata.

L'ira dei residenti

"Non sappiamo davvero cos'altro aspettarci..", raconta al Giornale.it Elena Montafia. "Ogni giorno veniamo a sapere di furti, scippi, spaccio, di una città sempre meno sicura e vivibile - denuncia - poi leggiamo i titoli su Sala che esce vincitore da un sondaggio. Sono notizie che offendono la sensibilità di tantissimi cittadini milanesi sempre più preoccupati e molto delusi dalle scelte di chi ci amministra". Siamo andati a fare un giro nella via dello scandalo e ci siamo resi conti che sembra una reinterpretazione di Dr Jekyll and Mr Hyde: di giorno è una normalissima strada, magari un po' trafficata e con furgoni in doppia fila, abbastanza normale a Milano, mentre di sera inizia il suo tragico cambiamento. Quelli che fino a poche ore prima erano semplici dehors con tavolini e sedie occupati da persone tranquille che magari vogliono solo gustare un caffè, improvvisamente si trasformano in piattaforme per dei dj set.

I residenti sono ovviamente stanchi di non poter chiudere occhio di notte e di dover accettare tutto questo. Maurice Spier, che abita al primo piano di un palazzo, ha spiegato cosa sta accadendo, ma prima di tutto ha voluto fare una precisazione: "C'è un punto che magari sembra semantico ma che per noi è sostanziale: non esiste la buona o la malamovida, esiste essenzialmente l'assenza delle regole. Punto. Lo so che poi l'Amministrazione ci ricama sopra, ma la verità è che c'è un'assenza di regole". Il residente, nonché uno dei portavoce del Comitato del Lazzaretto, ha poi continuato sottolineando come un danno alle persone non sia giustificabile in alcun modo né con le questioni di socialità né con quelle di carattere economico. In questo caso si tratta di un danno alla salute. Sono ormai sei anni che il Comitato denuncia questa situazione che continua comunque a peggiorare e che a questo punto è arrivata al limite del tollerabile.

Una denuncia lunga sei anni

Entro fine anno dovrebbe arrivare il regolamento del Comune con tanto di zone rosse, quali i Navigli, Corso Como e la stessa via Lecco. In queste aree non dovrebbero essere autorizzate aperture di nuovi bar e ristoranti e potrebbe anche partire una riduzione degli orari dei dehors. Ogni caso verrà comunque valutato ad hoc attraverso rilevazioni acustiche e interventi della polizia locale. Un po' tardi forse. Il nostro interlocutore ha dato la notizia in anteprima che a settembre il Comitato del Lazzaretto farà una conferenza stampa proprio per smontare tutto questo. Prima però ha fatto una precisazione. "Si tratta di una delibera di indirizzo, quindi della giunta, che nasce come risoluzione definitiva della cosiddetta malamovida in seguito a una sentenza della Cassazione. Che lo facciano adesso è abbastanza singolare, visto che noi come Lazzaretto sono sei anni che denunciamo, e già la tempistica del Comune è sospetta. Comunque -ha continuato Spier- se si va a vedere il contenuto della delibera, non aggiunge nulla di nuovo a quello che era già stato fatto e che è risultato fallimentare". Si parla anche di regole più stringenti sui dehors, peccato però che "siano già state fatte nel 2021 e non siano mai state applicate".

Non si può vivere con 80 decibel

Secondo Spier, di origini olandesi, da parte della giunta Sala si tratta solo di propaganda, pensata forse per cercare di bloccare delle class action dei cittadini. Fino a qualche anno fa la zona di cui stiamo parlando, una delle più belle di Milano, era ben diversa, anche se aveva comunque i suoi problemi. Ma la situazione "è sfuggita di mano. Hanno pensato di stimolare la movida senza pensare alle possibili conseguenze. Nessuno può vivere con 80 decibel sotto casa, nelle camere da letto. A nessuno deve essere impedito di entrare a casa proprio e di venire minacciato perché osa lamentarsi". A volte fino alle 4-5 del mattino non si riesce a chiudere occhio anche perché, come ci è stato spiegato, ci sono varie componenti che si sommano tutte: ci sono i ragazzi che prendono da bere e festeggiano magari i compleanni, poi ci sono i locali che fanno musica a palla senza vincolo di orario, e infine c'è anche la microcriminalità che si insinua dove ci sono folle di persone. In una situazione del genere fa anche ridere l'ordinanza sul vetro che non viene comunque rispettata.

"Io se non dormo muoio. Mi ammalo e poi muoio", ha sentenziato il portavoce del Comitato. Proprio sulla base di questo, agli assessori Cappello e Granelli è stato chiarito che questa situazione tocca la salute dei residenti e delle loro famiglie. Nessun incontro invece con il sindaco Sala che non ha mai nominato né incontrato i rappresentanti del Comitato: "Hai voglia a parlare con lui di questo problema, non credo neppure gli interessi". Una cosa è certa, ovvero che i cittadini non intendono fermarsi e vogliono anzi andare fino in fondo. Questo punto ci è stato confermato anche da un altro residente, Maurizio Sala, che vive in zona dagli anni '80, e che ha dovuto recentemente cambiare gli infissi insonorizzando la casa, nonostante abiti al quinto piano. Ovviamente tutto ciò ha un costo non indifferente.

Una "città ristorazione"

"Vedere la via, residenziale, come una discoteca a cielo aperto, denota una situazione critica per chi ci abita. Qualche mese fa abbiamo fatto la perizia fonometrica in vari appartamenti e abbiamo visto che al primo piano, al secondo e al terzo è invivibile", ha spiegato il residente che ha sottolineato come questo non sia più un tema del singolo cittadino ma di tutta la città. Lazzaretto e via Lecco sono un caso estremo, ma ci sono molte altre zone che soffrono. Praticamente sta diventando una 'città ristorazione', come l'ha definita il nostro informatore. In via Lecco tutto inizia il giovedì sera e va crescendo nei giorni seguenti, fino ad arrivare al clou durante il fine settimana quando c'è 'festa grande'. Gli unici giorni sopportabili e normali sono il lunedì e il martedì. Dipende anche dal periodo: questo estivo, con le alte temperature, è il peggiore. "Con un bar ogni 10 metri, ognuno con una decina di avventori che chiacchierano e basta, moltiplicato per la lunghezza della via che è di 200 metri...si capisce il frastuono. Il problema sarebbe nato con l'espansione dei dehors, in quanto questi, per la loro struttura tecnica, spostano il traffico dall'interno all'esterno dei locali. Tutto ciò che una volta avveniva dentro, contenuto e contenibile tra 4 mura grazie anche alla possibile insonorizzazione, adesso avviene all'aperto".

Un degrado per il quartiere

A parlare è comunque una persona che si dice innamorata da sempre di questa zona e che non si sposterebbe per nulla al mondo. Quello che fa rabbia è vedere il quartiere degradato: "Improvvisamente questa magia di quartiere si è persa. È anche una perdita culturale. Qui c'è una chiesa bellissima". La chiesa in questione è la Chiesa di San Carlo al Lazzaretto, un monumento ottogonale ricco di storia, reso famoso da Alessandro Manzoni che qui ambientò il 36esimo capitolo de "I Promessi Sposi". Maurizio Sala, che lavora nella Comunicazione, ha poi tenuto a sottolineare che nel quartiere vivono anche medici e insegnanti che hanno magari più bisogno di lui di dormire e non ci riescono. A volte è capitato che lui stesso scendesse verso le 2-3 di notte e chiedesse di abbassare musica e rumore. Ma spesso non è servito, perchè sembra quasi mancare la concezione che quello sia uno spazio pubblico e non privato per fare festa. "Eppure il modo di intervenire ci sarebbe: ci sono le leggi, ci sono i regolamenti di occupazione del suolo pubblico, per stabilire le dimensioni dei dehors, per misurare le infrazioni sonore, il regolamento del codice della strada che dice quanto spazio deve essere lasciato sui marciapiedi per far passare le persone...c'è già tutto, basta solo mettere in atto le leggi". In ultimo, il cittadino ci ha raccontato che sua moglie ha schivato una bottigliata mentre stava portando a spasso il cane. Adesso scende lui invece al posto della consorte, ma questo "non è giusto".

La causa contro il Comune di Milano

Lo scorso 13 luglio si è tenuta presso il Tribunale di Milano la prima udienza della causa civile promossa dai cittadini di Lazzaretto-Melzo contro il Comune di Milano. È stato confermato il presupposto di legittimità ed è così iniziato un processo fondamentale per affermare la prevalenza di un incomprimibile diritto, quello alla salute, tutelato dalla Costituzione attraverso l’articolo 32.

Si tratta di un percorso dai tempi lunghi, ma che rappresenta la strada maestra per ridare vivibilità a un quartiere devastato dalla progressiva espansione della malamovida e dignità ai diritti delle persone che lì abitano.

Obiettivi certamente non conseguibili attraverso la recente delibera di Giunta che pone sullo stesso piano valoriale le esigenze di socialità, gli interessi economici e i diritti fondamentali dei cittadini residenti.

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