Cronaca giudiziaria

Stephan morto alle terme, l'accusa del bagnino: "Per non pagare gli straordinari..."

Il giovane bagnino, interrogato dagli inquirenti, ha rilasciato una dichiarazione scioccante: "Entro le 20 bisognava chiudere, perché non venivano pagati straordinari"

Stephan morto alle terme, l'accusa del bagnino: "Per non pagare gli straordinari..."

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Proseguono le indagini sulla morte del piccolo Stephan, il bambino russo che ha perso la vita a soli otto anni dopo essere stato letteralmente inghiottito dal bocchettone di scarico di una delle piscine delle Terme di Cretone a Palombara Sabina dove si trovava insieme alla famiglia. Col procedere dell'attività investigativa stanno emergendo ulteriori dettagli circa la drammatica vicenda, dettagli che gelano il sangue. Fra i tanti interrogativi, c'era quello sulla pulizia anticipata della piscina, segnalata da diversi clienti del complesso termale. A distanza di giorni, ecco arrivare una possibile spiegazione.

"Non volevano pagarci gli straordinari"

"I gestori volevano svuotare in fretta le vasche per non pagarci gli straordinari", questa, secondo quanto riportato da Il Messaggero, sarebbe stata la spiegazione di uno dei soggetti indagati. Interrogato sui fatti, un bagnino di diciotto anni, iscritto al registro degli indagati insieme ad altre tre persone che operano nella struttura, ha spiegato che le operazioni di svuotamento delle vasche erano state accelerate a causa delle pressioni dei gestori del complesso termale. Questi, infatti, volevano far presto per evitare di pagare gli straordinari. Non solo. Il giovane ha ammesso di non aver mai visto la griglia di protezione sul bocchettone. Griglia che, se presente, avrebbe potuto evitare la tragedia. Tale versione, ovviamente, deve essere verificata.

Al momento sono quattro le persone sotto alla lente d'ingradimento degli inquirenti, mentre proseguono le perizie tecniche sulla sicurezza dello stabilimento. Il complesso termale di Cretone resta sotto sequestro, a disposizione dei carabinieri della Compagnia di Monterotondo e degli ispettori della Asl. Fondamentale ora comprendere per quale ragione la griglia non fosse presente. È possibile che la protezione sia stata rimossa proprio per velocizzare lo svuotamento della vasca? Un'ipotesi che fa rabbrividire.

Le persone indagate

Fra gli indagati, dunque, c'è il giovane bagnino di diciotto anni, che quel 17 agosto è stato fra i primi a tuffarsi in acqua per tentare di salvare la vita al piccolo Stephan. Stando a quanto emerso, era stato proprio lui ad attivre il sistema di svuotamento delle vasche. Il ragazzo è ora difeso dall'avvocato Alessandro Palombi. Gli altri tre indagati, invece, sono i due amministratori della società che gestisce il complesso termale (fra questi, uno è responsabile della sicurezza), e un altro bagnino.

"Quando ho avuto l'ok per azionare lo svuotamento in piscina non c'era nessuno. Tutte le persone erano al bar e comunque fuori dai cordoni di protezione", ha riferito il diciottenne agli inquirenti. "Probabilmente per velocizzare i tempi la griglia di protezione non veniva usata. Avrebbe, ovviamente, rallentato lo svuotamento. E invece entro le 20 bisognava chiudere, perché non venivano pagati straordinari", ha spiegato, come riportato da Il Messaggero.

L'autopsia di Stephan

L'autopsia effettuata ieri sul corpo di Stephan ha confermato che il bambino è morto per annegamento. Questo il risultato dell'esame eseguito presso l'Istituto di medicina legale della Sapienza. Riscontrate anche delle piccole fratture, che si sarebbero originate solo dopo il decesso.

Rimane da capire come mai il minore si trovasse in acqua. Stephan si era rituffato, oppure era caduto?

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