Milanesi intrappolati nello smog (anche) per colpa di Sala

L’inquinamento non è più imputabile solo alle auto, ma sono diversi i fattori che lo fanno aumentare giorno dopo giorno, nonostante le tante, spesso sbagliate, decisioni della giunta Sala

Milanesi intrappolati nello smog (anche) per colpa di Sala

Milano è una città che corre ed è in continua evoluzione. Non si può cercare di limitare il suo slancio che è un toccasana per aziende, lavoratori e famiglie. Farlo vorrebbe dire mettere in ginocchio persone che hanno già a che fare con il carovita e i problemi quotidiani. Ma il sindaco Giuseppe Sala sembra invece voler colpire i cittadini con varie limitazioni, come appunto l’Area B, la creazione di assurde piste ciclabili e anche la limitazione a viaggiare a 30 km/h su varie strade della città, in continuo aumento. Senza contare che l'inquinamento, invece di azzerarsi, è addirittura aumentato.

Cosa è successo

Diverse le petizioni che in questi mesi sono state presentate contro le limitazioni imposte alla libera circolazione dal Comune di Milano attraverso Area B. Lo scorso novembre il Comitato Stop Area B, il cui responsabile è Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, aveva avanzato un ricorso al Tar della Lombardia chiedendo la sospensione immediata delle misure. Il Tribunale amministrativo non aveva però concesso lo spegnimento delle 188 telecamere disposte in vari punti strategici della città, che quotidianamente controllano (per sanzionare) gli automobilisti che entrano nel capoluogo milanese a bordo di una macchina che non rientra tra quelle approvate dalla giunta Sala. In seguito a questa decisione, il Comitato ha quindi scelto di rivolgersi direttamente al Consiglio di Stato per chiedere lo spegnimento istantaneo delle telecamere dell’Area B.

Di cosa ha davvero bisogno Milano

Il Giornale.it ha interpellato De Pasquale per cercare di capire meglio quali provvedimenti, voluti dal primo cittadino, stiano portando i maggiori problemi agli automobilisti che ogni giorno devono entrare e uscire da Milano. Senza mezzi termini, il politico di Forza Italia ha subito tenuto a sottolineare che, a suo avviso, "tutto il disegno di Sala è sbagliato perché trascura il dato storico che vuole Milano città spugna, che di giorno riceve un milione e oltre di persone che vengono a lavorarci e che poi la sera tornano alle loro abitazioni. Questo è uno dei punti di forza della città che le consente di essere dinamica e ricca. Invece Sala, pur essendo sindaco della città metropolitana, ha sempre trascurato questo punto, non mettendolo nella giusta logica e quindi tutti i provvedimenti che sono stati presi non hanno tenuto conto di ciò. Tenere conto di questo significa per esempio dare importanza a una realizzazione di metropolitane e di trasporto pubblico anche fuori dalla città, mentre invece di questo si sono perse le tracce: con Sala basta guardare il ritardo non solo della M4, ma anche quello spaventoso della M1 che va a Monza. Quest’ultima è una linea che procede di qualche centinaia di metri ogni anno".

L'errore maggiore del sindaco

Secondo De Pasquale "c’è stata anche la totale sottovalutazione della necessità di rafforzare il trasporto pubblico anche in provincia e la totale dimenticanza di realizzazione di parcheggi ai capolinea dei metrò. Da una parte Sala si è completamente dimenticato dell’esistenza dei pendolari, e lo si vede benissimo perché quando ha attivato le telecamere dell’area B la cosa che è saltata subito all’occhio è stata che, nonostante tutte le misure prese in città, la quantità di macchine in entrata è sempre impressionante. Forse è addirittura aumentata rispetto al periodo pre-Covid. Primo fallimento: non comprensione del fenomeno dei pendolari con conseguente congestione del traffico uguale a prima, se non peggio. Peggio perché nel frattempo Sala ha messo in campo tutta una serie di misure per non far usare l’auto che però, ripeto, possono magari essere efficaci per chi abita in centro, ma non lo sono per coloro che abitano fuori e che continuano a venire in auto perché non hanno altri mezzi".

In poche parole, "tutte le idee messe in campo fino a oggi non hanno funzionato. Per dirne una, le ciclabili così come sono state realizzate secondo me non solo non sono un grande stimolo a usare la bicicletta, ma sono addirittura pericolose: sono aumentati gli incidenti di ciclisti e motociclisti perché sono state fatte male".

Un altro punto scottante è quello riguardante i parcheggi. L'esponente di Forza Italia ha inoltre sottolineato che ne sono stati eliminati almeno 12-13mila, senza nel frattempo realizzare un piano di parcheggi sotterranei. De Pasquale ci ha spiegato che quest'ultima decisione è stata anch'essa un elemento negativo perché ha semplicemente congestionato ancor di più la circolazione all’interno della città. Da questo punto di vista è stato inoltre sbagliato sia allargare a dismisura i marciapiedi sia non aver seguito sufficientemente i cantieri. A detta del politico azzurro non ci sarebbe infatti nessuna regia sui cantieri, che "in pratica durano sempre il doppio, il triplo di quello che dovrebbero, perché non c’è nessun controllo sui loro tempi. Questo porta a una gigantesca congestione del traffico".

In ultimo è stato toccato anche il tema scottante dell'inquinamento che per De Pasquale è una visione ideologica dettata dai verdi ma che non ha nessun fondamento scientifico. "Per abbattere l’inquinamento si dovrebbe intervenire su altri fattori che non siano le auto. Nonostante tutti i provvedimenti presi c’è questo problema delle polveri sottili, ma fondamentalmente questo è dovuto a due fatti: il primo è che non si interviene sul lavaggio delle strade, perché comunque quando ci sono tanti giorni di mancata pioggia succede sempre questo perché c’è un ristagno per terra delle polveri che poi sono prodotte dalle auto, dai riscaldamenti... Quello che è sicuro - argomenta De Pasquale - è che ogni volta che in città non piove ci ritroviamo in questa situazione. Il secondo fatto è che mentre il parco delle auto comunque, a prescindere dai provvedimenti del Comune di Milano, oggi è profondamente diverso da quello di 10, 20 o 30 anni fa, invece il parco caldaie è sostanzialmente lo stesso". Il capogruppo di Forza Italia rimane convinto del fatto che ci sia stato da parte della giunta Sala un accanimento contro la libertà di movimento dei cittadini che è stata motivata con l’obiettivo di migliorare l’ambiente. Peccato però che l’ambiente non sia migliorato e che sia in compenso fortemente peggiorata la libertà dei cittadini di usare le auto. "Questo è un altro elemento che fa di Milano una città sempre più per ricchi".

"Milano non è Londra"

Lo scorso mese Sala si è recato in visita a Londra dove ha incontrato anche il suo collega, il sindaco della città londinese Sadiq Khan. I due hanno toccato vari argomenti, tra i quali come affrontare i cambiamenti climatici, contrastare l’inquinamento cittadino e anche rendere più vivibili le aree urbane. All'ingresso del centro lavorativo e finanziario di Londra il limite di velocità è di 20 chilometri all'ora, misura che potrebbe piacere molto al nostro sindaco ma che difficilmente potrebbe essere messa in campo a Milano, dove già i 30 km/h creano non poco disappunto e problemi. A spiegarci la differenza tra le due metropoli è Lorenzo Cochis La Russa, eletto nel Municipio I e capogruppo di Forza Italia. "Milano non è equiparabile a Londra. A parte che Londra è molto più grande, ci sono molti più mezzi pubblici, soprattutto metropolitane, e i cittadini le usano molto di più rispetto a Milano. Ne abbiamo parlato anche in Municipio I riguardo alla zona 30: secondo me in alcuni punti sensibili, come davanti agli ospedali o davanti alle scuole in orari di entrata e uscita dei ragazzi, va bene limitare i chilometri orari a 30 all’ora. Ma tutta la città sarebbe un'idea irrealistica e impensabile. Già adesso non vengono rispettati i 50 km/h, e mettere in tutta Milano i 30 vorrebbe dire mettere in condizione una città di andare lenta, cosa che Milano non può permettersi". Secondo La Russa si tratta di una scelta sempre ideologica per porre in difficoltà chi sceglie l’utilizzo della macchina, considerando che neanche i mezzi pubblici vanno adesso a 30 chilometri orari.

traffico a Milano

Come se non bastasse, "tante riduzioni di carreggiate o ciclabili non sono studiate nella maniera migliore. Noi non siamo contrari alle ciclabili o alle isole pedonali ma dove ce n’è realmente bisogno. Io mi occupo del Municipio I e in Brera hanno totalmente bloccato il Fatebenefratelli mettendo in doppia carreggiata le biciclette, con la pista che poi si interrompe in un certo punto e non è né sicura né utile". In questo modo, prosegue La Russa, "si congestiona il traffico: riducendo le carreggiate le macchine stanno ferme nel traffico, i motori restano accesi per più tempo, e quindi se si guarda anche all’inquinamento non si ha un beneficio".

E sulla scelta di eliminare benzina e diesel dal 2035 per andare solo con l’elettrico, il consigliere di Fdi parla di "scelta miope, che intanto non guarda e non tutela le nostre aziende, e poi si va a colpire le persone meno abbienti che non si possono permettere di sostituire la propria macchina con una elettrica, che al momento sono le più costose". Senza dimenticare che "se si guarda poi l’intero ciclo dell’elettrico, con lo smaltimento di batterie non è vero che inquina meno. Non ci sono studi scientifici che lo giustificano. Mi sembra sempre una cosa più ideologica".

Quando è possibile eliminare i parcheggi dalla strada

Sulla stessa linea anche il presidente Aci, l'avvocato Geronimo La Russa, che a proposito delle zone 30 ha però "apprezzato il passo indietro di Sala perché ha sicuramente ascoltato e anche raccolto il mio invito al buon senso". Anche secondo il presidente Aci le zone 30 sono sicuramente delle zone utili davanti agli ospedali, davanti alle scuole, in alcune vie di quartiere, ma non possono però rappresentare l’intera viabilità di una città grande e importante come Milano, famosa perché fa muovere le persone e le merci velocemente. "Più aumenteremo il trasporto pubblico, in particolare le metropolitane, più sicuramente la città riuscirà a essere fruibile. Registro una continua volontà a eliminare parcheggi dalla strada che può anche essere in alcuni casi una scelta giusta, a patto che, e solo esclusivamente a patto che, vengano costruiti dei parcheggi in struttura, ovvero dei silos, o sotterranei. Così si può creare spazio nelle strade per fare delle ciclabili, a patto che siano vere ciclabili, non promiscue ma ben separate, sicure, studiate, progettate e non delle gimcane improvvisate".

Alla fine "si parla sempre di inquinamento, ma rendere le strade degli ingorghi, restringendo le carreggiate, oltre a essere pericolose creano intoppi e intasamenti che non favoriscono certo la qualità dell’aria e neanche aiutano i cittadini nel muoversi, perché la gente ha bisogno di muoversi". Secondo Geronimo La Russa le persone dovrebbero avere delle valide alternative, come la possibilità di piccoli spostamenti a piedi, per i giovani di andare in bici, il trasporto pubblico sotterraneo, "ma se queste non ci sono, l’auto rimane ed è, dicono i dati non lo dico io, lo strumento principale di libera mobilità. Abbiamo dimostrato che tutte queste scelte sono un po’ demagogiche e non stanno portando una vera qualità dell’aria. In più, per quanto riguarda la qualità dell’aria attuale, si dà sempre la colpa all’auto, ma l’inquinamento deriva da tantissimi fattori, di cui molti non centrano con l’automobile. Il settore dell’automotive ha fatto passi da gigante in termini di tecnologia negli ultimi anni riducendo i consumi e le emissioni in maniera molto rilevante. In proporzione molto di più di tutti gli altri fenomeni inquinanti. C’è anche un tema economico. Il momento non è facile e bisogna venire incontro ai cittadini e non invece vessarli".

L'opinione del tassista: "È un brutto vivere"

OLtre ai politici e ai tecnici abbiamo deciso di dare voce anche a chi, per lavoro, è costretto quotidianamente a fronteggiare tutte le problematiche legate al traffico. Il signor Ubaldo, di professione tassista, ci ha confermato che l'area B voluta da Sala ha creato dei problemi a molti suoi colleghi con le restrizioni fatte su vetture diesel addirittura Euro5, quindi di moderna fabbricazione. "Mentre prima il servizio pubblico aveva una sorta di condono, adesso l’auto pubblica taxi se non rientra in queste normative, che a parer mio sono scellerate, deve essere cambiata da persone che avevano la macchina da soli 4 anni. Prima invece qualcuno la teneva anche 6-7 anni. Un buon numero di colleghi ha quindi dovuto cambiare la propria auto altrimenti non poteva più lavorare. E non si parla di vetture che avevano 30 anni di attività".

Decisione difficile, soprattutto se si pensa che questa categoria si è ritrovata nel periodo del Covid a non poter lavorare per molto tempo. Per due mesi gli introiti sono stati pari a zero. Le auto elettriche nuove, così incentivate teoricamente, non costano meno di 40mila euro, anche se per i tassisti ci sono delle agevolazioni. "Ci sono poi aziende che la macchina te la consegnano dopo 18 mesi, quando la proroga era stata data per sei mesi", ha precisato il professionista. Anche per il signor Ubaldo andare a 30 km/orari a Milano è una assurdità, e il suo timore è che un giorno venga messo un autovelox per fare cassa. Senza contare che avere continuamente l'occhio sul contachilometri è pericoloso.

"Questa giunta vive di populismo e di demagogia, nel senso che ha tutte iniziative volte a creare una sorta di plauso da parte di gente che applaude a prescindere che si tratti di un operato fatto da persone incapaci". Il tassista ha quindi portato un esempio significativo: "In via Saint Bon è stata fatta prima del Covid una ciclabile dove a destra c’è il centro diagnostico e a sinistra la caserma militare di Baggio, che durante il Covid è stata prima hub di tamponi e poi vaccinale. Maran ha però detto che nel centro diagnostico si può fare il parcheggio interno".

"Ma attenzione - osserva Ubaldo - non è solo il problema di chi parcheggia, ma anche mio, tassista, che devo portare magari un anziano che non riesce a camminare. Bastava fare la ciclabile nella via parallela dove non avrebbe creato problemi. Perché non è stata fatta là? Perché faceva meno clamore. Su molte ciclabili - denuncia il tassista - poi sfrecciano le moto e gli scooter, come quella in via Gallarate, e i ciclisti per paura di essere travolti vanno sul marciapiede".

Alla fine il signor Ubaldo ha

ammesso che questo "è un brutto vivere e noi ci barcameniamo per arrivare a fine giornata. E ho sulle spalle 37 anni di lavoro. Chi sta governando adesso a Milano ha reso la città invivibile".

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