Cronaca locale

Muore a 40 anni al Policlinico di Palermo. "Uccisa da un batterio killer"

Il 19 luglio a Cinzia Guerrera, 40 anni, era era stato rimosso un tumore benigno. La Procura di Palermo ha aperto un'inchiesta

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Solo pochi giorni fa, il 19 luglio, aveva subito un intervento chirurgico al Policlinico di Palermo Paolo Giaccone per l’asportazione di un tumore benigno. L’operazione sembrava essersi conclusa con successo, tant’è che la paziente, Cinzia Guerrera, 40 anni, dopo due giorni era stata trasferita nel reparto degenti. Proprio qui ha iniziato a stare male, con febbre superiore ai 41 gradi, per poi perdere la vita il 25 luglio. A ucciderla potrebbe essere stata un’infezione batterica che la paziente potrebbe aver contratto in ospedale.

Sotto choc per il lutto inaspettato, il marito della donna ha denunciato la struttura ospedaliera e il pm della procura di Palermo, Monica Guzzardi, ha aperto un procedimento penale per l’ipotesi di reato di omicidio colposo, al momento contro ignoti, disposto l’autopsia, già effettuata, e un’indagine sull’impianto di filtrazione dell’aria.

Come ha raccontato il marito ai poliziotti del commissariato Oreto Stazione, lo scorso giugno la donna aveva iniziato ad accusare problemi alla vista. Ricoverata al Policlinico Paolo Giaccone, gli esami diagnostici avevano evidenziato un tumore benigno, un meningioma, alla testa, nell’area dei lobi frontali.

Il 17 luglio si era sottoposta a un intervento chirurgico per la rimozione della massa tumorale e, dopo essere rimasta due giorni in osservazione nel reparto post-operatorio di terapia intensiva di Neurochirurgia, era stata trasferita nel reparto ordinario di degenza. Qui si stava riprendendo quando, in maniera del tutto inaspettata, ha iniziato a stare male con febbre alta e comportamenti anomali che avrebbero costretto i medici a sedarla.

Domenica 23 luglio il suo quadro clinico è improvvisamente precipitato. Purtroppo per lei non c’è stato niente da fare: martedì è entrata in coma e deceduta poco dopo.

Stando alle prime indiscrezioni, i familiari della vittima, distrutti dal dolore, avrebbero subito chiesto spiegazioni al personale medico e un chirurgo avrebbe detto loro che a causare la morte della paziente potrebbe essere stato un batterio devastante, contratto in ospedale, che le avrebbe causato danni cerebrali irreparabili.

Assistito dall’avvocato penalista Danilo Spallino, il marito non sa darsi pace e ha deciso di andare a fondo per capire cosa potrebbe avere ucciso la moglie. L’uomo, che si è rivolto allo Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, nell’esposto ha fatto presente che un medico gli avrebbe riferito che il giorno dell’intervento chirurgico in sala operatoria l’aria condizionata non avrebbe funzionato per un guasto del sistema. Oltre a questo, c’è il sospetto che non funzionasse neanche l’impianto di filtrazione e sanificazione dell’aria, fondamentale per evitare contaminazioni batteriche.

Ora bisogna aspettare alcuni giorni prima di conoscerne l’esito dell’autopsia e sapere come sia morta questa donna che di lì a poco sarebbe stata dimessa.

Su richiesta dell’avvocato Spallino, il Pm ha anche disposto un'indagine volta ad accertare il corretto funzionamento dell’impianto di filtrazione e aerazione, con particolare riferimento alla sala operatoria e al giorno dell’operazione chirurgica.

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