Cronaca locale

La passione per le armi, il cancro. Chi ha ammazzato Martina Scialdone

Costantino Bonaiuti, l’ingegnere accusato di aver ucciso con un colpo al petto Martina Scialdone, avvocata di 35 anni, aveva altre 4 armi in casa, tutte legalmente detenute

La passione per le armi, il cancro. Chi ha ammazzato Martina Scialdone

Martina Scialdone, avvocata romana di 35 anni specializzata in diritto di famiglia, sarebbe stata uccisa con un colpo al petto dal suo ex fidanzato, Costantino Bonaiuti, ingegnere 61enne dell’Enav di origine etiope, sindacalista di Assivolo. Lo scorso venerdì sera, l’uomo avrebbe usato la sua pistola calibro 22 per freddare la donna a distanza ravvicinata. Si tratta della stessa arma che lui, da sempre appassionato, utilizzava al poligono di Tor di Quinto per allenarsi, tra l’altro lo stesso luogo in cui si recava a sparare anche Claudio Campiti, il fautore della strage all'assemblea condominiale dello scorso 11 dicembre.

Con Campiti c’è anche un’altra somiglianza: dieci anni fa Bonaiuti si è infatti trasferito nel comprensorio di via Monte Grimano, a pochi metri di distanza dal bar di via Monte Giberto, dove è avvenuta la strage di dicembre, nella quale sono morte quattro donne. Come precedentemente detto, il 61enne è di origini etiopi, padre italiano e madre eritrea, e la sua famiglia è originaria di Asmara. Il padre aveva sposato la donna che aveva 25 anni in meno. La coppia si era trasferita a Roma con i suoi otto figli, tra i quali Costantino.

La tragedia davanti al ristorante

Secondo quanto riportato da RomaToday, gli inquirenti sarebbero ormai certi che a uccidere la donna sia stato proprio il 61enne con quella pistola che aveva deciso di portare all’incontro con l’ex compagna. La giovane professionista aveva infatti voluto chiudere da poco la sua relazione con l’uomo, ma questi non aveva accettato la sua decisione e aveva chiesto un ultimo colloquio con lei, forse per cercare di farle cambiare idea. Quando la donna ha però affermato di non voler riprovarci, l’omicida avrebbe sparato, in strada, all'esterno di un ristorante all'Appio Latino. Da sabato scorso il presunto killer si trova in custodia presso la polizia, dopo essere stato intercettato in zona Colle Salario, all'interno della sua casa sita in via Monte Grimano, e sottoposto a fermo. Nell’abitazione, che condivide con l’ex moglie, sono state trovate altre 4 pistole, tutte regolarmente denunciate. Quando sono arrivati gli agenti, Bonaiuti non ha opposto alcuna resistenza e, dopo aver consegnato l’arma, ha seguito gli uomini in questura.

La diagnosi di tumore

Da quanto emerso, l’uomo aveva ricevuto una diagnosi di cancro ai polmoni, che ha poi coinvolto anche il cervello, e, secondo quanto affermato da alcuni condomini, aveva cambiato carattere, diventando più silenzioso e schivo. La 35enne aveva diradato le sue visite, fino a qualche mese fa, quando aveva deciso di interromperle completamente e chiudere la relazione. Si frequentavano dal 2021. Sembra che Bonaiuti avesse insistito molto per poter avere quell’ultimo incontro con la donna, che aveva accettato di vederlo solo in un luogo affollato. Dopo essersi seduti al tavolo del ristorante avrebbero iniziato a discutere animatamente, attirando l’attenzione anche di altri clienti e dei gestori del locale. Dopo aver cercato di chiudersi in bagno per scappare dal suo ex, la donna era uscita per andare con lui verso la macchina. Improvvisamente il 61enne avrebbe estratto la pistola e, dopo averla puntata contro l’amata, avrebbe premuto il grilletto. Subito dopo è salito a bordo della sua auto ed è tornato a casa. La vittima è morta tra le braccia del fratello.

Quando sono arrivati i soccorsi, per la 35enne non c’era più nulla da fare, se non accertarne il decesso.

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