Cronaca locale

Quattro volte in ospedale, muore una volta dimesso. Si muove la procura

Aperta un'indagine sul caso di Matteo Bertoldo, 38enne morto dopo essersi recato quattro volte in pronto soccorso a causa di una ciste

Quattro volte in ospedale, muore una volta dimesso. Si muove la procura

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Si reca ben quattro volte in ospedale per chiedere aiuto a causa di una cisti inguinale infetta ma, una volta dimesso, muore per una grave emorragia: questa la drammatica storia Matteo Bertoldo, 38enne di Piovene Rocchette (Vicenza). Sul caso, la procura della Repubblica ha deciso di aprire un'inchiesta.

Il dramma

Secondo quanto riportato dai quotidiani locali, il calvario di Matteo è cominciato una settimana fa. Dopo aver accusato dei fastidi provocati da una cisti inguinale, il giovane aveva deciso di recarsi al pronto soccorso dell'ospedale Santorso per essere visitato. Dal momento che in attesa c'erano più di 10 persone, il 38enne si era visto costretto a rinunciare e a tornare indietro, rimandando il suo problema. Il giorno successivo, Matteo si era quindi ripresentato al nosocomio, riuscendo a far esaminare la sua cisti. Medicato e rassicurato sulle proprie condizioni, era quindi tornato a casa e aveva ripreso la sua vita, tornando anche a lavoro.

Poi, il crollo. Martedì scorso, infatti, la cisti si è infiammata, tanto da provocare un'abbondante emorragia. Il 38enne non ha potuto fare altro che rivolgersi ancora una volta all'ospedale, dove la fuoriuscita di sangue è stata tempestivamente arrestata. Risolto il problema, l'uomo è stato dimesso e rimandato a casa. Cosa può essere successo dopo? Questa è una domanda a cui gli inquirenti incaricati di condurre le indagini dovranno dare una risposta.

Tre giorni dopo le dimissioni, infatti, Matteo ha cominciato a stare male. La cisti ha ripreso a sanguinare, provocando una nuova emorragia. Il 38enne è riuscito a contattare il 118 per chiedere aiuto, ma quello verso il nosocomio è stato purtroppo il suo ultimo viaggio. Caricato in ambulanza dai soccorritori, il giovane è deceduto durante il trasporto. Per lui non è stato possibile fare nulla, inutili i tentativi di rianimazione effettuati dai medici.

Le indagini

Una morte inaccettabile per la famiglia di Matteo, che pretende risposte. Sul caso, l'Ulss ha deciso di avviare un'indagine interna, e anche la procura si sta muovendo, dato che i parenti del giovane hanno presentato un'esposto. La procura della Repubblica di Vicenza ha infatti disposto l'autospia sul corpo del 38enne nella speranza di risalire alle cause del decesso.

"Nessuno è qui per puntare il dito, lo dico con forza, ma la vicenda porta con sé dei legittimi oltre che comprensibili dubbi.

I medici e tutto il personale sanitario svolgono un lavoro prezioso e difficilissimo, talvolta sotto organico, ma non c'è in questo la volontà altra che non sia quella di fotografare un dato di fatto del tutto evidente: quello che invece non sappiamo, è cosa avesse Matteo e se si sarebbe potuto ragionevolmente fare di più per evitare il tragico epilogo che tutti conosciamo", ha dichiarato all'Eco Vicentino l'avvocato Andrea Massalin.

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