Cronaca locale

"Cosa faremo se ci sfratteranno...": il diktat dell'imam

L'imam della comunità islamica di Firenze ha chiesto l'ennesimo rinvio dello sgombero dell'immobile in cui ha attualmente sede la moschea (previsto per il 27 aprile). E nel caso in cui la proprietà non accettasse la proposta, ha comunque invitato i fedeli ad accedere al luogo di culto

"Cosa faremo se ci sfratteranno...": il diktat dell'imam

L'operazione che porterà all'acquisto dell'immobile da adibire a nuova moschea non è ancora stata completata. L'imam della comunità islamica di Firenze ha quindi chiesto alla proprietà dell'attuale sede una proroga sino al prossimo novembre, chiedendo quindi un passo indietro sullo sfratto previsto per dopodomani. E nel caso in cui la proprietà dello stabile non dovesse concederla, ha invitato apertamente i fedeli a recarsi lo stesso nell'attuale luogo di culto per le 8 di giovedì. Questi gli ultimi sviluppi della "questione moschea" a Firenze, con l'imam Izzedin Elzir che si è di fatto detto pronto al braccio di ferro e ha indirettamente confermato come la comunità islamica non abbia adesso la minima intenzione di abbandonare il luogo che ospita preghiere e cerimonie religiose. Il tutto, a dispetto dei tentativi di sgombero bloccati sul nascere sin dallo scorso anno, da quando cioè la società proprietaria dell'edificio aveva esternato la volontà di rientrare in possesso del bene.

La comunità islamica continua in buona sostanza ad usufruire dell'immobile, pur non avendone nei fatti più il diritto. La Lega aveva inoltre già espresso seri dubbi circa il successo dell'ennesimo tentativo di sgombero fissato da settimane per il 27 aprile, "pungendo" l'amministrazione comunale di centrosinistra guidata dal sindaco PD Dario Nardella. E i sospetti del Carroccio stanno sin qui rivelandosi fondati: nelle scorse ore Elzir, a margine delle celebrazioni per la fine del Ramadan, ha fatto sapere come i fedeli non siano ancora pronti a lasciare la struttura: servono ancora altri sei o sette mesi, a suo avviso. E pur dicendosi disposto a corrispondere alla proprietà parte del canone d'affitto in anticipo (rassicurando circa l'intenzione di abbandonare l'immobile entro il 1 novembre prossimo) più che una proposta è sembrato un vero e proprio diktat.

Già, perché il leader degli islamici residenti nel capoluogo toscano ha comunque invitato i fedeli a presentarsi alla moschea il giorno dello sfratto. Anche nell'ipotesi in cui la proprietà decidesse di rifiutare l'offerta. "Abbiamo di nuovo la questione dello sfratto e noi abbiamo chiesto un rinvio di altri sei mesi per trovare un’alternativa. Se ci verrà concessa, ne saremo felici - le parole pronunciate dall'imam alle Cascine, riportate dal quotidiano La Nazione - altrimenti, invitiamo alla moschea tutti i fratelli e tutti i fiorentini alle 8 del mattino. Siamo per la legalità e il proprietario ha il diritto ad avere il suo locale. Ma questa situazione deve correre parallela con un’altra legalità: la libertà di professare la propria religione". Leggendo fra le righe, la posizione della comunità islamica appare insomma chiara: lascerà lo stabile solo quando avrà acquistato l'immobile che dovrà ospitare la nuova moschea.

Con buona pace della proprietà.

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