Cronaca locale

"Simboli contrari a mia fede". E l'islamico danneggia il cimitero

Il responsabile, un 20enne di origini tunisine, ha rovinato 18 tombe nel Cimitero monumentale del Verano

"Simboli contrari a mia fede": e l'islamico danneggia il cimitero a Roma

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"Simboli contrari a mia fede": e l'islamico danneggia il cimitero a Roma

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Sono ben diciotto le sepolture danneggiate all'interno del Cimitero monumentale del Verano (Roma) dal responsabile, un tunisino di 20 anni particolarmente ostile alla simbologia cristiana: "Sono musulmano, questi simboli contrari alla mia fede mi danno fastidio", avrebbe riferito lo straniero ai carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo che lo avevano arrestato per il suo sacrilego atto di vandalismo, stando a quanto riferito da Repubblica.

L'episodio risale alla mattina del 9 giugno, quando il tunisino senza fissa dimora è stato ancora una volta sorpreso a danneggiare delle tombe. A far scattare l'allarme alcuni visitatori, i quali, impauriti, hanno contattato immediatamente il personale addetto alla sicurezza della direzione del camposanto. I dipendenti hanno inoltrato la segnalazione alle forze dell'ordine, e in breve sul posto sono giunti i carabinieri di via dei Volsci.

Dopo aver accertato il danneggiamento di sei sepolture, i militari hanno provveduto a far scattare le manette ai polsi del 20enne, così come già fatto appena due giorni prima, quando le tombe prese di mira dal tunisino senza fissa dimora erano state 12. Tra statue funebri decapitate, tombe scoperchiate e distruzione di suppellettili sono 18 in tutti i sepolcri rovinati dal responsabile.

Il secondo arresto in appena 48 ore, dunque, col nordafricano che era già stato colto con le mani nel sacco dal personale addetto alla sicurezza del cimitero. Raggiunto il Cimitero monumentale del Verano, gli uomini dell'Arma avevano arrestato l'extracomunitario, portandolo in caserma per effettuare le operazioni di identificazione e incriminazione. Finito dinanzi al giudice per le indagini preliminari, il giovane straniero era stato sottoposto a obbligo di firma, provvedimento evidentemente non sufficiente a farlo desistere dai suoi intenti.

Il nuovo episodio, infatti è avvenuto appena 48 ore dopo il primo. Tratto nuovamente in arresto, il tunisino è stato accusato di danneggiamento aggravato e sottoposto a processo per direttissima, a seguito del quale il giudice, per la seconda volta, ha determinato la misura dell'obbligo di presentazione in caserma.

Più che comprensibile l'amarezza dei familiari dei defunti, i quali temono che il giovane possa nuovamente tornare a delinquere nel camposanto.

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