Cronaca locale

Sala finto ambientalista finisce bacchettato anche da Giovanni Storti

La giunta Sala vuole cementificare un'area verde e storica per realizzare un palazzo da adibire a museo della Resistenza, ma i cittadini non sono d'accordo

"Ascolti i cittadini". Giovanni Storti contro Sala in difesa del glicine di Milano

Beppe Sala si è probabilmente dimenticato di aver fatto un intero primo mandato a Milano, con conseguente campagna elettorale, incentrato sull'idea di una città green. Se ne dev'essere sicuramente scordato, altrimenti non si spiega il motivo per il quale ha deciso di cementificare un'area verde del quartiere Sarpi – Garibaldi per realizzare un nuovo palazzo che dovrebbe ospitare il museo della Resistenza. Un'area che oggi è presa in cura, tra gli altri, dal circolo dei Combattenti e Reduci dei bastioni di porta Volta, un'istituzione storica della città, un circolo ricreativo divenuto il punto di riferimento per il quartiere.

Sono loro che, da alcuni anni, si prendono cura anche del glicine di 80 anni che le ruspe del sindaco vogliono far sparire insieme a tutto il resto, circolo incluso, per realizzare la cosiddetta "Piramide”, edificio firmato dallo studio tedesco Herzog & De Meuron. La petizione per fermare il Comune ha raggiunto e superato le 50mila firme ed è sceso in campo anche Giovanni Storti, dello storico trio comico milanese Aldo, Giovanni e Giacomo, per fare il suo appello.

"Perché costruire, perché aumentare ancora il cemento?", si chiede l'attore in un video pubblicato sul suo seguitissimo profilo Instagram, che fa della sostenibilità ambientale e dell'ecologia il suo principale argomento di discussione tra i follower. "C'è un glicine magnifico, che ha quasi 80 anni, e un giardino magnifico di tigli dedicato a Lea Garofalo", prosegue Storti, ricordando la dedica alla donna che si è battuta contro la mafia pagando il prezzo più caro. E si rivolge proprio al sindaco Beppe Sala e alla sua giunta, ricordando loro che hanno il compito di amministrare la città anche secondo il volere dei cittadini che hanno dato il mandato elettorale: "Se 50mila cittadini vogliono usufruire di questo già piccolo spazio verde, perché non ascoltarli? Lasciate la decisione anche a loro".

Quindi, l'attore aggiunge: "Ora si sono inventati una costruzione e vogliono tagliare i due tigli e lasciar cadere questo glicine che ha quasi 80 anni. Perché signor sindaco? Giunta, perché aumentare il cemento? Lasciate la decisione de cittadini e fategli godere quel poco di verde in questa zona".

La domanda che si pone Storti è quella che si fanno tantissimi milanesi, soprattutto perché di palazzi in disuso che potrebbero essere recuperati per realizzare il museo della Resistenza ce ne sono diversi in città. Perché sacrificare un'area verde per costruirne un altro? Dov'è finito lo spirito green, se c'è mai stato, del sindaco?

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