Cronaca nera

Insulti e complotti sui social, Gino Cecchettin è stufo: "Ora denuncio"

Il legale della famiglia di Giulia Cecchettin annuncia querele, due già partite: troppa diffamazione e teorie del complotto sui social

Insulti e complotti sui social, Gino Cecchettin è stufo: "Ora denuncio"

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Il papà di Giulia Cecchettin contro diffamazioni e teorie del complotto. Capita spesso che il fenomeno, che ha interessato personaggi famosi nel campo dell'arte e dello spettacolo, colpisca anche chi, suo malgrado, è finito alla ribalta delle cronache per un evento luttuoso o criminale. Come appunto Giulia, la 22enne veneta uccisa forse nella notte tra l’11 e il 12 novembre scorsi (in attesa dei riscontri autoptici), reato per cui è accusato il suo ex, il coetaneo Filippo Turetta.

Per chi è vicino alla famiglia di Gino Cecchettin il fenomeno non è solo estraneo, ma anche abbastanza assurdo. Come il presunto black humor di chi diffondeva le foto di Giulia da viva all’interno di un bagagliaio, all’indomani del ritrovamento del suo corpo in un canalone nei pressi del lago di Barcis. O come i gruppi Facebook che inneggiavano a Turetta.

Le querele

Stefano Tigani, avvocato di papà Gino, ha diffuso un comunicato in cui spiega: “A seguito di numerose segnalazioni giunteci da molti cittadini e apprese anche direttamente, il signor Gino Cecchettin, mio tramite, comunica che ogni attività diffamatoria e denigratoria posta in essere nei propri confronti e nei confronti della propria famiglia troverà pronta reazione a termini di legge. È spaventoso dover vedere simili azioni in una tragedia di queste dimensioni e nel dolore che questa famiglia sta vivendo ed è pertanto doveroso, per il signor Cecchettin, assumere ogni iniziativa conseguente”.

A Repubblica Tigani ha aggiunto che alle prime querelene seguiranno altre. Stiamo raccogliendo la documentazione, è impossibile star dietro a tutto. Però ora basta, era doveroso segnalare quei messaggi. Quasi tutte le persone, e i loro profili, sono da individuare. Ora lasciamo lavorare la Polizia postale”.

Le teorie del complotto

Sempre Repubblica sottolinea come lo stesso Gino Cecchettin è al centro di una teoria del complotto, secondo cui l’uomo avrebbe utilizzato i social per promuovere la propria azienda.

Libero fa di più e riporta il nome di account o gruppi in cui si sarebbe diffuso il complottismo, a partire da Mary Only Truth, in cui ci sarebbero sostenitori di QAnon, per cui la bara di Giulia sarebbe stata insolitamente troppo lunga per contenere il suo corpo minuto.

Sul proprio canale Telegram lo scrittore e comico Andrea Tosatto scrive invece: “La storia dell’omicidio di Giulia non sta in piedi così come viene raccontata. La narrazione fa acqua da tutte le parti! Non c’è un video, un’immagine. Il video che inchioderebbe Turetta non ce lo mostrano. C’è un ragazzo che avrebbe fatto una mattanza. Una ragazza morta per shock emorragico. Dov’è il sangue? In macchina niente sangue. Turetta si sarebbe fatto qualche migliaia di chilometri in macchina. I benzinai non lo hanno visto pieno di sangue? Dove ha dormito? Dove ha mangiato? Non pigliamoci per il cu…”. Naturalmente questa teoria non tiene conto che ci sono delle indagini serrate in corso, per cui si tace su molti dettagli per evitare che le stesse indagini siano "inquinate".

E ancora c’è chi passa al setaccio un presunto atteggiamento sereno di papà Gino, confondendo in realtà la dignità di un uomo a cui è stata uccisa una figlia meravigliosa, o della nonna Carla Gatto, “rea” di aver assolto a impegni presi per la presentazione del suo libro scritto in tempi assolutamente non sospetti, ovvero in piena pandemia.

Altri complottismi riguardano Elena Cecchettin: secondo alcuni, altri non sarebbe che il fratello minore di Giulia - la cui immagine ovviamente è tutelata in quanto 17enne - innamorato di Turetta e killer della stessa sorella.

Secondo altri, Elena - che indossava in alcune interviste in tv una felpa di un marchio, molto diffuso tra gli sbatter, che utilizza il logo di un pentacolo - sarebbe dedita alla magia nera, utilizzando Turetta come "burattino" per uccidere la sorella attraverso un rituale.

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