Cronaca nera

Quella coltellata fatale e poi la morte di Giulia in meno di mezz'ora

Nel corso dell'autopsia sono stati prelevati i tessuti per compiere indagini istologiche e gli esami tossicologici: gli inquirenti vogliono capire se la Cecchettin sia stata stordita con la droga

Quella coltellata fatale e poi la morte di Giulia in meno di mezz'ora

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L'autopsia eseguita sul corpo di Giulia Cecchettin ha permesso di stabilire il luogo e il momento della morte della ragazza. Filippo Turetta l'ha uccisa nell'area industriale di Fossò, a sei chilometri da casa sua, poco dopo le 23.40 di sabato 11 novembre. Nel momento in cui la Fiat Punto nera del giovane non compare più nelle immagini delle telecamere della zona, alle 23.50, Giulia era già deceduta, per le coltellate e le lesioni subite nella seconda fase dell'aggressione di Filippo, documentata proprio dalle telecamere alle 23.40 di quel sabato e già descritte nell'ordinanza di custodia del giudice per le indagini preliminari, basate sulle immagini della videosorveglianza di uno stabilimento industriale. Letale per la ragazza sarebbe stata una coltellata sul lato sinistro del collo, "dai margini netti", che non le ha lasciato scampo dopo questa seconda aggressione (la prima fase era avvenuta nel parcheggio di Vigonovo, venticinque minuti prima).

Il decesso per choc emorragico

La studentessa 22enne è morta per choc emorragico. All'Istituto di medicina legale di Padova è quasi notte, ma le luci dell'obitorio sono ancora accese: da dodici ore i periti della procura e i consulenti delle parti stanno analizzando il corpo di Giulia Cecchettin, a venti giorni dalla morte, affinché si possano definitivamente mettere a fuoco i dettagli di quella maledetta sera dell'11 novembre, quando Filippo Turetta l'ha aggredita, picchiata e accoltellata più volte. I periti si sono concentrati sulla coltellata profonda alla base del collo, potenzialmente letale. "Il periodo della morte della ragazza è circostanziato", ha spiegato uno dei periti, mentre l'esame necroscopico va verso la conclusione. Un periodo "circostanziato" che ricondurrebbe alla seconda fase dell'aggressione a Giulia, quella avvenuta nella zona industriale di Fossò, dove alle 23.40 di sabato 11 novembre le telecamere di sicurezza dello stabilimento della Dior hanno ripreso la parte più brutale della violenza di Filippo che, come ricorda l'ordinanza del gip, ha caricato il corpo inerme di Giulia nell'auto, probabilmente nel sedile posteriore.

L'autopsia

Nella lunghissima autopsia, tuttora in corso, il medico legale Guido Viel, incaricato dalla procura di Venezia, sta scrivendo le risposte a tutti i quesiti formulati dai magistrati. In estrema sintesi: quante coltellate sono state inferte alla ragazza, dopo che l'esame esterno ne ha accertate almeno una ventina; se le ventisei ferite sono state provocate da un coltello (ne sono stati trovati due: uno con una lama di ventuno centimetri e il manico spezzato nel parcheggio dove è avvenuta la prima aggressione vista da un testimone, un altro, di dodici centimetri, nella Fiat Punto di Filippo fermata in Germania, oppure da entrambi) o anche dai calci e dai pugni inflitti dal ragazzo. Bisognerà poi capire se Filippo, con alcune di quelle coltellate, abbia infierito su Giulia quando lei era ancora in vita. Non ultimo (accertamenti che vanno sempre svolti in questi casi spiegano gli anatomopatologi) se vi siano tracce di abusi e se le analisi genetico-forensi escluderanno che sulla scena del crimine fossero presenti altre persone. Non solo. Sul corpo è stata eseguita anche una Tac, per stabilire l'importanza delle lesioni traumatiche subite da Giulia alla testa, quando, inseguita da Filippo, aveva battuto il capo sul marciapiede a Fossò.

Gli esami tossicologici per capire se Giulia è stata drogata

Sono stati prelevati, poi, i tessuti per compiere indagini istologiche e gli esami tossicologici: gli inquirenti vogliono capire se Giulia sia stata stordita con la droga. Nell'ordinanza di custodia del gip di Venezia, che riportava i dati dell'esame esterno del medico legale, fatto il 19 novembre a Barcis, si diceva che l'omicidio è stato perpetrato "mediante plurimi colpi di arma bianca, con tentativo di difesa da parte della vittima". Giulia presentava infatti tagli alle mani e agli avambracci. Ma è su due di queste lesioni d'arma bianca che si è concentrato in particolare l'esame autoptico: la lesione al "collo" nella "regione latero-cervicale sinistra" e "cervicale posteriore", dai "margini netti". E quella sulla spalla, "al confine tra la regione sopraclavicolare sinistra e la regione trapezoidale omolaterale". Un difficile lavoro di ricostruzione degli ultimi momenti di vita di Giulia, insomma, per il quale il medico legale Guido Viel, conosciuto per la meticolosità e la precisione del proprio operato, sta lavorando da ieri, assieme ai consulenti delle parti, per i Cecchettin, Stefano D'Errico, direttore di Medicina legale dell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina, e l'entomologo forense Stefano Vanin, oltre all'esperta Monica Cucci per la difesa di Turetta.

Poi, quando tutto sarà finito, finalmente Giulia sarà restituita alla famiglia, per l'ultimo saluto.

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