Cronaca nera

Uccise la sorella Alice, Alberto Scagni aggredito in carcere dal compagno di cella

Le sue condizioni non sono gravi e la prognosi è di 7 giorni. Lo scorso 29 settembre era stato condannato in primo grado a 24 anni e sei mesi per l'omicidio della sorella

Uccise la sorella Alice, Alberto Scagni aggredito in carcere dal compagno di cella

Ascolta ora: "Uccise la sorella Alice, Alberto Scagni aggredito in carcere dal compagno di cella"

Uccise la sorella Alice, Alberto Scagni aggredito in carcere dal compagno di cella

00:00 / 00:00
100 %

Alberto Scagni è stato picchiato da un compagno di cella, nel carcere di Marassi, a Genova. L’episodio risale allo scorso sabato, ma solo oggi è stato reso noto.

Secondo la ricostruzione della polizia penitenziaria, il quarantaduenne, che il 29 settembre scorso è stato condannato a 24 anni e 6 mesi di reclusione per l'omicidio della sorella Alice, accoltellata il primo maggio 2022 sotto la sua abitazione nel quartiere di Quinto, nel levante genovese, sarebbe stato colpito più volte dal suo compagno di cella, un cittadino rumeno in carcere per furto, rapina, porto d'armi e lesioni, proveniente da Aosta. I due avrebbero litigato e l’uomo avrebbe colpito Scagni a pugni, infierendo su di lui anche quando era a terra quasi privo di sensi. A mettere fine all'aggressione, un agente, intervenuto sul posto.

Scagni è stato assistito dal personale sanitario del penitenziario e ha riportato lesioni giudicate guaribili in sette giorni. È stato trasferito poi in una cella singola. "Un altro caso che evidenzia la perdurante emergenza penitenziaria, sotto gli occhi di tutti tranne che del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e del governo Meloni, fatta di sovraffollamento detentivo (Marassi conta 700 detenuti), insufficienza degli organici del personale, inadeguatezza di tecnologie ed equipaggiamenti e disorganizzazione imperante", sottolinea il segretario della Uilpa polizia penitenziaria, Fabio Pagani.

Quanto all’omicidio, quel giorno di maggio di due anni fa Alberto era particolarmente agitato, aveva chiamato più volte i genitori chiedendo loro dei soldi e durante una delle conversazioni telefoniche aveva minacciato di uccidere sia loro sia la sorella, che abitava con il marito e il loro bambino di appena un anno. I genitori, allarmati, avevano allertato le forze dell’ordine, che però non avevano ritenuto opportuno inviare una pattuglia sotto casa di Alice. Quando la donna è scesa in strada con il cane per la consueta passeggiata serale, si è ritrovata davanti il fratello, animato dalle peggiori intenzioni. Dopo una lite furiosa, sentita dalla gente del quartiere e dal marito di Alice, l’uomo ha accoltellato la donna, lasciandola esanime sull’asfalto per poi essere fermato pochi minuti dopo dalle forze dell’ordine.

A fine settembre, la Corte d'assise, presieduta dal giudice Massimo Cusatti, ha ritenuto Alberto Scagni seminfermo di mente, da qui la decisione di condannarlo in primo grado a 24 anni e sei mesi di reclusione.

Stando ai suoi genitori, Graziano Scagni e Antonella Zarri, l’uomo, invece, sarebbe totalmente incapace di intendere e di volere, quindi avrebbe ucciso la sorella, che tanto aveva amato, senza un movente.

Commenti