Cronaca nera

"Fate schifo". La mamma di una delle bimbe violentate a Caivano

Le due cuginette, violentate dal branco nel quartiere "Parco Verde", ora sono in una casa famiglia

"Fate schifo". La mamma di una delle bimbe violentate a Caivano

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"Fate schifo". La mamma di una bimbe violentate sull'"inferno" di Caivano

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A poche ora della diffusione della notizia, in una intervista al quotidiano Il Messaggero, ha la forza di parlare la mamma di una delle cuginette, di 10 e 12 anni, abusate lo scorso luglio nel difficile quartiere del Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli. Le due bambine, violentate da un branco composto da un branco circa 15 ragazzini, ora si trovano in una casa famiglia e, per questo allontanamento, è ancora più forte il dolore delle loro rispettive famiglie. “In questo momento voglio solo due cose: che mia figlia torni da me, perché non sopporto la sua mancanza. E poi chiedo giustizia: chi ha fatto tutto questo male paghi le sue colpe e non resti impunito”.

La mamma di una delle due bambine, è distrutta dal dolore. Nella sua casa, riporta il quotidiano campano, è un via vai di parenti e amici venuti a dare conforto a questa famiglia. In queste ore le restano accanto il marito e i due figli maschi. Ieri ha incontrato anche l'avvocato Angelo Pisani, che l'assiste nei risvolti giudiziari del caso. “Sono sicura che mia figlia starà peggio di me, e io mi sento di morire, la rivoglio vicino a me. Pur sapendo i rischi che si corrono vivendo qui, in questo ambiente, non avrei mai potuto immaginare che fosse potuto succedere questo, che si fosse arrivati a tanto, che qualcuno potesse riuscire ad aggredirla fin sotto casa”. E ancora. “Lei è la mia vita. Da parte mia non è mai mancata alcuna attenzione, ho sempre avuto lo scrupolo anche di controllare le sue amicizie, e persino il modo di vestirsi, quando usciva. La donna continua a credere nella giustizia, seppure con la rabbia e il dolore dentro. “Devono essere puniti tutti. Una cosa è certa: io non riesco più a sopportare l'idea di dover continuare a vivere in questo posto. Qui c'è un inferno, e serve solo tanta luce”.

Si rivolge ai carnefici di sua figlia: "Guardatevi allo specchio e accorgetevi di quanto fate schifo e quanto siete vigliacchi". Per la donna è ancora presto per parlare di perdono. “Non riesco nemmeno a pensarci in questo momento. Ecco perché spero che possano pentirsi e che paghino, anche per evitare che altri facciano come loro”.

E alle mamme come lei, che hanno figli piccoli, consiglia: “Innanzitutto di andare via da questo schifoso inferno che non lascia via di scampo a nessuno”. Intanto, però, dalla relazione consegnata dagli assistenti sociali ai magistrati della Procura che hanno disposto l'allontanamento in una struttura protetta della bambina, emerge un duro atto di accusa nei suoi confronti. “Noi, io e mio marito con i miei altri due figli non abbiamo colpe. In questo degrado umano e sociale abbiamo fatto sempre il possibile per il bene di mia figlia, queste sono accuse che non meritiamo”. E conclude: “Io devo andare via dal Parco Verde: per il bene e futuro di mia figlia e per la nostra famiglia. E lo farò.

Ma per evitare che si ripetano tali orrori tutti dovrebbero andar via di qui”.

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