Scena del crimine

Satanismo e crimine: “Non confondete satanismo acido e movimento religioso

L'ombra del satanismo fa capolino in molti fatti di cronaca. A volte dietro esso c'è un movimento religioso criminale: "Il satanismo acido è contro la religione di massa e i suoi valori"

Satanismo e crimine: “Non confondete satanismo acido e movimento religioso”

Che cos’è il satanismo, qual è la sua storia e quali sono le forme, criminali e non criminali, che ha assunto: è questo, in brevissimo, il contenuto dell’ampio e dettagliatissimo volume “Dagli antichi altari al culto di Satana - Analisi storica, simbologica e cronistica degli aspetti legati alla criminologia esoterica” (I Quaderni del Bardo) di Antonia Depalma e Vincenzo de Lisio. I due studiosi ripercorrono storia e simboli del culto di Satana nel mondo, affrontando temi filosofici e citando casi di cronaca passati alla storia.

Il satanismo, nella cronaca, è spesso un’ombra che aleggia sul mistero e sullo strano: talvolta ha realmente a che fare con gravissimi reati - emblematica la vicenda delle Bestie di Satana - altre volte è un “capro espiatorio” come nella vicenda dei West Memphis Three che ha ispirato una storyline di Stranger Things.

Ma quando il movimento religioso diventa un movimento religioso criminale va analizzato in sé per sé. “Si annoverano nella fattispecie quelle che chiameremmo sottoculture violente, che tendono all’adozione di atteggiamenti che hanno a che fare con l’aggressività e che prevedono nel codice d’onore il ricorso alla violenza, talvolta utilizzata anche durante un’iniziazione”, spiega a IlGiornale.it una degli autori, Antonia Depalma.

Depalma, qual è il rapporto tra crimini e satanismo?

“Bisogna partire dal presupposto che non esiste una sola tipologia di satanismo e il culto prescinde dai crimini. Tra le tipologie di satanismo però ve n’è uno definito ‘acido’, che nulla condivide con la mera spiritualità. Il satanismo acido è infatti molto vicino alla sub-cultura delinquenziale: potremmo definirlo come un movimento deviante, al quale vanno ad aderire persone che, opponendosi alla religione di massa e quindi ai correlati valori che ne derivano, pongono in essere dei fatti contrari alle norme imperative e al buon costume”.

Quali sono le forme del satanismo acido?

“Si annoverano nella fattispecie quelle che chiameremmo sottoculture violente, che tengono alla tolleranza e all’adozione di atteggiamenti che hanno a che fare con l’aggressività e che prevedono nel codice d’onore il ricorso alla violenza, talvolta utilizzata anche durante un’iniziazione. Tra i reati compiuti dal satanismo acido c’è il vilipendio dei luoghi di culto, solitamente cristiani, o il vilipendio di tombe e salme. Tuttavia purtroppo non sono rari atti crudeli nei confronti di animali”.

Qual è la situazione in Italia?

“I gruppi italiani, con l’eccezione di casi limite, non sono annoverabili nel satanismo acido. Attualmente esistono 10 grandi gruppi, tra cui è l’Unione Satanisti Italiani guidata da Jennifer Crepuscolo: sul loro sito si contano 6mila iscritti, che crescono fino ai 70mila di TikTok. Ma si tratta di realtà non violente, che si manifestano in un’intimità spirituale”.

Nel libro è dedicato un capitolo ai crimini di parte della scena metal finnica nei primi anni ’90: chiese bruciate, strani suicidi, omicidi. Quali furono le caratteristiche del fenoneno?

“Il fenomeno prese il nome di Black Metal Inter Circle e fu caratterizzato da uno stile deviante che venne ribattezzato dai media come Black Metal Mafia. Alcuni tra i protagonisti ebbero il loro ‘centro’ in un negozio di dischi di Oslo, all’interno del quale venivano esposte le reliquie-trofeo provenienti dai reati di profanazione commessi dai membri del Black Metal Inter Circle: fu stimata la profanazione di 15mila tombe cristiane".

E poi?

“In un caso fu bruciata un celebre edificio di culto cristiano, che si rifaceva agli antichi edifici vichinghi. Gli inquirenti fecero subito il punto della situazione, ma attribuirono genericamente le colpe al satanismo. Fu una coincidenza, perché la data coincideva sì con 666, il numero della Bestia, ma anche con un episodio della storia vichinga: il responsabile, una volta a processo, si scoprì essere un edonista, non un satanista, stando alla definizione del Cesnur, che identifica l’edonismo tra le nuove religioni”.

Crede che nel passato e nel presente ci siano stati o ci siano pregiudizi o poca informazione nei confronti del satanismo?

“I pregiudizi più comuni sono legati all’acidismo criminale e alla confusione tra anti-cristianesimo e satanismo. Tuttavia non è raro che la richiesta di adozione di un gatto fatta da un satanista venga respinta, perché il culto è lo stereotipo connesso con il sacrificio dei gatti. Nella storia ci sono stati e ci sono ancora sacrifici di gatti, ma non hanno connessione con il satanismo. Si dovrebbe guardare alle persone oltre allo stereotipo”.

E cosa pensa del pregiudizio che lega alcuni generi musicali ai movimenti satanici criminali o in generale a crimini violenti?

“C’è un genere che viene definito musica del diavolo per l’eccessiva vocalizzazione e per i suoni duri con il quale si esprime e che presenta diversi sottogeneri. Ma tuttavia i pregiudizi sono più ‘antichi’: basti pensare all’album del Led Zeppelin che conteneva Stairway to Heaven, che fu accusata di contenere messaggi subliminali se ascoltato al contrario. E ci fu anche il caso dei West Memphis Three, tre adolescenti che furono accusati ingiustamente di presunti omicidi rituali e ritenuti dalla legge colpevoli, anche se di fatto non c’erano prove a loro carico”.

E in Italia?

“Satana funge talvolta da capro espiatorio in alcuni casi di cronaca: a Lecce nel 2001 due 14enni cercarono di uccidere una coetanea durante un rituale, affermando di essere stati guidati da Marilyn Manson. La ragazzina svenne, fu creduta morta e i due scapparono.

Ma di fatto Manson ha sempre affermato di non credere in Satana”.

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