Cronache

La rabbia del papà: "Mattia poteva essere salvato"

Il papà di Mattia si è rivolto a un avvocato per presentare un esposto in procura

La rabbia del papà: "Mattia poteva essere salvato"

Il papà di Mattia, il bambino di 8 anni disperso durante l’alluvione nelle Marche e il cui corpo è stato ritrovato senza vita dopo una settimana, si è rivolto a un avvocato per presentare un esposto in Procura. Tiziano Luconi non vuole che altri bambini, nel 2022, muoiano come suo figlio, che poteva essere salvato.

L'uomo ha spiegato al Corriere di aver sentito improvvisamente il bisogno di chiamare un suo amico avvocato: “Presenteremo un esposto in Procura: perché non è possibile nel 2022 morire per una pioggia. Non voglio che succeda mai più, non voglio che altri Mattia vengano sacrificati in questo modo, che altri genitori piangano la morte dei propri figli. Chiedo: perché l'allerta non è scattata? Ad Arcevia, a Cantiano, già dalle 19.20 stavano sott'acqua”. Al momento sono due le inchieste in corso per appurare cosa sia successo e chi siano i colpevoli del mancato allarme. Il papà del piccolo Mattia si chiede adesso perché quella tragica sera nessuno abbia alzato il telefono per allertare la popolazione, visto che in Giappone, quando arriva uno tsunami, ci sono delle persone incaricate di utilizzare i megafoni per avvertire la popolazione.

"Allora torniamo a 30 anni fa"

Luconi ha poi continuato la sua polemica:“Allora torniamo a 30 anni fa, quando i contadini si pulivano il fiume da soli, con la motosega tagliavano le piante secche e se le portavano a casa col carretto. Adesso ci sono i consorzi, gli enti, ci chiedono pure una tassa per la pulizia del fiume. Quest'anno, io ho versato 32 euro per il mio fazzoletto di terra affacciato sull'acqua, eppure da due anni nel Nevola c'era una catasta di tronchi secchi. Se li davano ai contadini ci avrebbero fatto la legna e non sarebbe stato male, visto il caro energia...”. Rabbia e dolore si mescolano in questo uomo che ha perso la persona per lui più importante in un modo assurdo. Anche perché, come lui stesso ha ammesso, se giovedì 15 settembre, giorno dell’alluvione, qualcuno lo avesse avvisato in tempo del pericolo, non avrebbe mai fatto uscire Mattia e la mamma di suo figlio, Silvia, dalla sua casa alle otto di sera per fare ritorno a San Lorenzo in Campo.

Pensa a quanto avrà sofferto il suo Mattia

Anche la sua ex moglie è straziata dal dolore ma allo stesso tempo indignata per quanto avvenuto. Il giorno del ritrovamento di loro figlio, mamma e papà erano insieme e stavano seguendo le ricerche. Improvvisamente il telefonino di Luconi ha squillato e il tenente dei carabinieri di Trecastelli lo ha avvertito del ritrovamento, pregandolo di non raggiungerli. Il papà aveva sperato che il corpo del suo bambino non venisse più trovato. E invece adesso pensa a suo figlio e si sente male. Pensa a quanto avrà sofferto quella sera, quando è stato strappato dalle braccia della sua mamma dalla forza della corrente, proprio lui che aveva il terrore dei temporali.

È stato Luconi a dare la tragica notizia alla ex moglie. Dopo aver parlato con il tenente ha cercato di non dire nulla ma poi ha sentito sgretolarsi il cuore e si è fatto forza. Entrambi si sentono bene solo vicino alla fattoria degli animali dove si recavano con il figlio. “Mattia è ancora con me e con Silvia. È dentro di noi e faremo di tutto per tenerlo vivo nel ricordo di tanta gente.

Dopo 12 anni di kickboxing e 5 di arti marziali, una cosa l'ho imparata: mai arrendersi, anche se finisci al tappeto devi rialzarti. Io ora sono al tappeto ma in nome di Mattia mi rialzerò”, ha assicurato Luconi.

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