I bambini di Bibbiano

Bibbiano, quegli esorcismi sulla minore per convincerla di falsi abusi sessuali di gruppo

Secondo la procura, la compagna di Foti anche lei psicoterapeuta a Bibbiano, "fomentava i racconti inerenti incredibili omicidi plurimi e riti sessuali di gruppo su bambini da parte di uomini mascherati"

Bibbiano, quegli esorcismi sulla minore per convincerla di falsi abusi sessuali di gruppo

A Bibbiano gli psicologi di Claudio Foti effettuavano esorcismi sui bambini per convincerli di a confessare di aver subito abusi mai avvenuti. Storie dell’orrore raccontante ai piccoli per inculcare nella mente dei bimbi di aver subito abusi, in passato, da parte dei propri genitori. Storie inventate ad arte e raccontate ad una minore per incutere paura alla vittima e arrivare a convincerla di doversi liberare di finti ricordi sepolti in una parte della loro mente che la piccola avrebbe manifestato in atteggiamenti aggressivi verso i suoi coetanei.

Nell’avviso di chiusura delle indagini preliminari, consegnato dalla procura di Reggio Emilia il 13 di gennaio, sui casi dell’inchiesta “Angeli e Demoni” spuntano nuovi dettagli agghiaccianti sulle sedute di psicoterapia tenute da Nadia Bolognini. Psicologa che operava a Bibbiano per la Hansel e Gretel e ex compagna del guru torinese, Claudio Foti. Bolognini, avrebbe cercato di sviare le indagini relative al procedimento a carico di un papà accusato di maltrattamenti nei confronti di una delle sue figlie durante le sedute di psicoterapia effettuate con la minore, presunta abusata, alterando “lo stato psicologico ed emotivo della predetta”.

Meschini giochi psicologici per plagiare la mente della vittima messi in atto in maniera costante ad ogni incontro per più di un anno. Precisamente dal settembre del 2017 a dicembre del 2018. La psicologa, amica di Foti e Anghinolfi, voleva convincere a tutti i costi la bambina di aver subito atti sessuali da parte del padre e persino da un gruppo di amici di lui. Per farlo, aveva messo in piedi tecniche di persuasione più vicine a riti di stregoneria che non alle regole terapeutiche riconosciute dall’Ordine degli psicologi. Bolognini, sostiene la procura, “convinceva e ribadiva più volte e con convinzione alla bambina che all’interno del suo corpo, a seguito degli abusi e dei maltrattamenti assertivamente subiti, si era creata una doppia personalità malvagia che riusciva a prendere il sopravvento sulla “parte buona” inducendola a compiere atti aggressivi e ingiuriosi nei confronti dei coetanei; effettuava, inoltre, anche una sorta di atto esorcistico in cui tentava di interloquire con tale entità malvagia presente nella bambina, chiedendo che quest’ultima autorizzasse “fisicamente” la bambina a rispondere alle sue domande muovendo una parte del corpo".

Un teatrino messo in atto per intrappolare la minore nelle convinzioni dei “demoni” e portare il procedimento penale a carico del padre innocente ad un finale catastrofico che avrebbe, con ogni probabilità, privato per sempre la piccola dell’amore dei suoi genitori naturali. Un’assurdità che, ormai un ventennio fa, portò decine di famiglie della Val d’Enza a finire vittime di uno dei più grandi scandali giudiziari italiani. L’inchiesta su "I Diavoli della Bassa". Gli episodi di quello scempio, poi ripresi dal giornalista Pablo Trincia attraverso il suo podcast Veleno, oggi sembrano essere stati d’ispirazione alle assurde credenze degli indagati di Bibbiano. Non solo perché ancora una volta si sono compiuti atti atroci per strappare i bambini dalle proprie famiglie accusando ingiustamente decine di persone innocenti di aver compiuto uno degli atti più riprovevoli che esistano nei confronti di bambini indifesi, ma anche perché, pure a Bibbiano si era arrivati a parlare di finte sette sataniche di pedofili.

Aleggiava tra i professionisti del settore, nel paesino della Val D’Enza, la storia dei satinasti che abusavano i piccini. A raccontarlo sono state alcune assistenti sociali che, attraverso le loro testimonianze in aula di tribunale, hanno ammesso di essere state plagiate attraverso le storie dell’orrore raccontate, con convinzione, della capa dei servizi sociali, Federica Anghinolfi (ora indagata). La conferma della comune e malata convinzione la ritroviamo anche tra le righe dei capi d’accusa in cui la procura trascrive, a titolo esemplificativo, alcuni incontri tra Nadia Bolognini e una minore in cura presso di lei. “Fomentava i racconti riportati alla terapeuta dall’affidataria, inerenti incredibili omicidi plurimi e riti sessuali di gruppo su bambini da parte di uomini mascherati, amici del padre, avvenuti la notte di Halloween (con il sangue dei bambini sarebbero stati poi truccati i bambini presenti ai fatti, i quali venivano poi accompagnati in giro presso altre abitazioni per il consueto rito “dolcetto scherzetto”). A queste storie inventate la psicologa attribuiva la prova degli abusi subiti dalla bambina. Erano questi, secondo Bolognini, i momenti atroci che la piccina nascondeva nella propria memoria. La riprova “di ciò che di sadico e tremendo la bambina aveva vissuto in passato, ormai in parte dimenticato”.

Dopo aver raccontato le oscenità del gruppo di pedofili ecco che la psicologa passava allo step successivo e “ribadiva sistematicamente alla bambina del pregiudizievole vissuto presso l'abitazione dei relativi genitori, sottolineando che la sua era una ‘famiglia di merda’”.

Ora, la compagna di Foti dovrà rispondere a ventuno capi d’accusa tra cui, la frode processuale.

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