Cronache

Tenta di uccidere un connazionale all'hub di Bologna: pachistano in carcere

Il pachistano, che resterà dietro le sbarre, respinge ogni accusa affermando di avere agito per leggittima difesa: sarebbe stato il connazionale, ad oggi ancora in ospedale, ad averlo aggredito strangolandolo. La versione da lui fornita non avrebbe però fatto cambiare la decisione del giudice, che ha confermato il fermo in carcere

Tenta di uccidere un connazionale all'hub di Bologna: pachistano in carcere

Rimarrà dietro alle sbarre il pachistano di 31 anni che nella notte di sabato aveva aggredito un suo connazionale armato di forbici, a seguito di un furioso litigio avvenuto all’interno dell’hub di Bologna in cui entrambi erano ospiti.

I due avevano fatto ritorno insieme nel centro di via Mattei in tarda serata. La lunga lite si è accesa poco dopo, e si è conclusa in piena notte col grave ferimento della vittima, colpita per ben due volte al collo con l’arma improvvisata. Dopo l’intervento dei poliziotti, il ferito è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Maggiore di Bologna, dove si trova tuttora ricoverato al’interno del reparto di Rianimazione. Il 31enne, trovato nascosto sotto ad un brandina, è stato invece arrestato con l’accusa di tentato omicidio.

Secondo quanto riportato da “BolognaToday”, l’avvocato Macchiavelli, che difende l’aggressore, ha dichiarato che il suo cliente respinge ogni accusa. Il 31enne, inoltre, afferma di avere agito per legittima difesa, sostenendo che a dare inizio alla rissa fosse stato prioprio il suo connazionale. Quest’ultimo, completamente ubriaco, lo avrebbe infatti assalito, stringendogli con forza le mani attorno al collo. Sempre stando a quanto riferisce l’indagato, l’altro pachistano avrebbe da tempo manifestato un temperamento violento e proprio per tale ragione era stato trasferito in un’altra stanza dell’hub bolognese.

Malgrado le scuse accampate dal 31enne, il Gip Aldo Resta ha comunque deciso di convalidare l’arresto, ed il pakistano resterà in carcere. Numerose dinamiche, infatti, devono ancora essere chiarite.

Intanto la situazione relativa al centro di via Mattei continua sempre più ad aggravarsi, e l’episodio del tentato omicidio è stato soltanto la punta dell’iceberg. Da tempo, infatti, si parla di loschi affari organizzati all’interno della struttura ma attuati al di fuori delle mura. Tale stratagemma è stato adottato in modo da non portare gli agenti ad indagare all’interno delle stanze degli ospiti ed a non far rischiare loro, in caso di colpevolezza, la perdita dello status di rifugiati.

Come riportato da “Il Resto del Carlino” , i traffici illeciti riguarderebbero lo sfruttamento della prostituzione ed il mercato della droga.

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