Cronache

Massacrarono il mediatore culturale: 4 immigrati subito messi in libertà

Finiti in manette dopo aver sequestrato e picchiato un mediatore culturale pakistano per ottenere il “pocket money”, i quattro stranieri vengono rimessi in libertà dal giudice. Perderanno il diritto all’accoglienza ma resteranno in Italia, dato che le loro richieste di asilo sono ancora valide

Massacrarono il mediatore culturale: 4 immigrati subito messi in libertà

Sono arrivati questa mattina alcuni aggiornamenti circa l’episodio di violenta aggressione avvenuta nel centro di accoglienza gestito dalla coop “I Girasoli”, a Carate Brianza.

Come i lettori de “Il Giornale” ricorderanno, lo scorso giovedì quattro richiedenti asilo avevano sequestrato un mediatore culturale pakistano della struttura. L’uomo era stato minacciato e barbaramente pestato perché i suoi aguzzini, tre nigeriani ed un gambiano, esigevano il loro “pocket money”. Un diritto, a detta dei quattro, negato ai 23 ospiti del centro per l’intero mese di dicembre.

Divenuto oramai un capro espiatorio, il pakistano era stato picchiato, legato e chiuso per mezzora all’interno di un bagno. I carnefici lo avevano poi trascinato nel giardino della struttura, dove le violenze erano proseguite sotto gli occhi indifferenti degli altri extracomunitari residenti nella struttura di via Angelo Viganò. Nessuno avrebbe mosso un dito per fermare la barbarie.

L’arrivo dei rappresentanti delle forze dell’ordine aveva riportato la calma, ma solo dopo una lunga trattativa. I quattro aggressori erano finiti in manette con l’accusa di sequestro di persona, lesioni e minacce aggravate in concorso, mentre l’operatore veniva soccorso ed accompagnato in ospedale.

A distanza di qualche giorno, tuttavia, arriva la doccia fredda. Silvia Pasini, giudice per le indagini preliminari del tribunale di Monza, ha infatti convalidato l’arresto dei facinorosi stranieri, per poi rimetterli in libertà. Una decisione che ha provocato non poche perplessità, considerato quanto accaduto al mediatore culturale della struttura d’accoglienza di Carate, che fu addirittura minacciato con un coltello da cucina per una colpa, tra l’altro, non sua.

I quattro africani, di nuovo a piede libero, non potranno fare ritorno in via Angelo Viganò e godere dei diritti dell’accoglienza, avendo perduto ogni forma di tutela (questa, effettivamente, è stata la loro pena), ma resteranno in Italia.

Le richieste d’asilo da loro ottenute in precedenza sono, ad oggi, ancora valide, quindi non è prevista alcuna espulsione.

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