Cronache

Che disastro demonizzare l'effetto serra

Che disastro demonizzare l'effetto serra

A l G20 appena concluso gli Usa hanno ribadito di non aderire all'Accordo di Parigi. Dopo tre anni da questo accordo si apre a Katowice, in Polonia, con migliaia di delegati provenienti da tutto il mondo la Conferenza mondiale sul clima (COP24). Da oggi al 14 dicembre bisognerebbe decidere le azioni concrete contro il riscaldamento globale. Il punto debole a Katowice è proprio l'obiettivo: attivare l'Accordo di Parigi. Quindi dividere gli Usa dal resto del mondo. E no! Bisogna mettere insieme le due parti. Partendo dall'Accordo di Parigi che ha diversi punti scientificamente deboli.

Ecco due esempi: demonizzare l'anidride carbonica e l'effetto serra, dimenticando che CO2 è cibo per le piante e l'effetto serra ci regala ben 33 gradi. Senza CO2 non potrebbe esistere la vita vegetale e senza effetto serra la temperatura media su questo satellite del Sole sarebbe 18 gradi sotto zero. E non è tutto.

La meteorologia è dominata dal motore meteorologico la cui sorgente di energia è il Sole. Nel motore meteorologico l'effetto delle attività umane è ai livelli di qualche percento; di sicuro non oltre il 10%. Nell'Accordo di Parigi siamo al 100%.

E si ignorano i fenomeni naturali come ciò che accade nelle viscere della Terra, con vulcani che iniettano nell'atmosfera enormi quantità di materiali e con le fessure della crosta terrestre da cui escono enormi quantità di lava che generano forti perturbazioni nella dinamica oceanica. Ci sono poi fenomeni che non possono essere spiegati da ciò che fanno il sole e la terra. C'è bisogno di qualcosa che abbia tempi molto lunghi. Entra così in gioco la climatologia cosmica. Essa dipende da dove si trova la Terra rispetto ai «bracci» della galassia. I «bracci» sono infatti zone in cui l'intensità dei raggi cosmici può arrivare a essere dieci volte più alta delle zone esterne ai «bracci». L'Accordo di Parigi ignora i raggi cosmici.

La comunità scientifica vorrebbe che si dessero risposte esatte a numerose problematiche climatologiche, che sono punti in comune tra le due parti. Non bisogna dimenticare che la descrizione matematica del clima ha bisogno di moltissimi dettagli. In sintesi: la composizione chimica dell'atmosfera, la dinamica dei movimenti delle grandi masse oceaniche, le distribuzioni geografiche dei continenti che sono dotati di movimenti lentissimi ma che, nel corso di milioni di anni, incidono sul motore meteorologico, il campo magnetico prodotto dal cosiddetto «vento solare». Tutti questi elementi hanno un ruolo nella dinamica climatologica. In essa ancora oggi mancano gli effetti legati alla traiettoria che la Terra percorre in seno alla galassia. Sono necessari molti studi e ricerche per stabilire gli effetti in grado da agire come cassa di risonanza in tempi brevi per l'evoluzione del clima dovuta al nostro viaggio tra i bracci della galassia. Fino a oggi i raggi cosmici non sono stati presi in esame. È necessaria una forte alleanza tra politica e scienza affinché si possa dare al grande pubblico, e ai governi di tutto il mondo, la certezza che il futuro meteo-climatologico della nostra Terra sia nelle vere mani della comunità scientifica. Comunità che sente l'esigenza di una grande alleanza tra potere politico e scienza. È un problema che è nato molti anni fa. Nella mia relazione di apertura negli anni Ottanta alla Conferenza mondiale della Wmo (World meteorological organization) misi in evidenza i pericoli che correva la scienza nella sua proiezione culturale su vasta scala. Dissi allora: ne va di mezzo la credibilità della scienza.

Vediamolo con due esempi. La prima volta che la scienza entrò nella vita di tutti i giorni fu nel 1600, con l'invenzione del pendolo. La seconda volta in cui la scienza attirò l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale fu con la più famosa cometa di tutti i tempi: quando apparve in cielo, come era stato previsto da Halley, tutti restarono a bocca aperta. Se le leggi scoperte partendo da come oscilla un pendolo e da come cadono le pietre dall'alto verso il basso, invece di portare agli orologi atomici avessero portato a misure sbagliate sui tempi, addio scienza. Se invece di arrivi di comete, satelliti artificiali e sonde spaziali avessimo avuto madornali errori sulle previsioni di ciò che ci si deve aspettare andando in giro nello spazio, addio scienza. Ai due esempi hanno fatto seguito tanti altri esempi clamorosi che hanno dato alla scienza l'imprimatur della massima credibilità.

È così che la scienza è entrata nella vita di tutti i giorni con telefonini, radio, tv, tac, pet, raggi X, nmr, internet e mille altre cose.

Con i modelli meteo-climatologici la scienza rischia di perdere la sua credibilità, se non fa sentire con forza la sua voce al fine di permettere al grande pubblico e ai governi di capire come in effetti stanno le cose su ciò che è possibile prevedere e su ciò che si è effettivamente capito.

La prova di una nuova grande alleanza tra politica e scienza sarebbe l'istituzione di un laboratorio mondiale per mettere su basi di rigore scientifico il futuro meteo-climatologico di questo satellite del sole.

Antonino Zichichi

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